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Intitolata a Luciano Vandelli la Sala giunta della Città metropolitana

La Sala giunta della Città metropolitana è da oggi intitolata a Luciano Vandelli. La cerimonia che ha ufficializzato il riconoscimento si è tenuta nel pomeriggio a Palazzo Malvezzi alla presenza della moglie e della figlia del professor Vandelli. Il sindaco della Città metropolitana Virginio Merola e il professor Daniele Donati hanno ricordato la figura di amministratore pubblico, giurista e docente universitario di Vandelli.

In Sala Consiglio molti i sindaci, consiglieri e colleghi presenti; al fianco del sindaco la vicepresidente della Regione Emilia-Romagna Elly Schlein, la Vice Prefetto Anna Clausi, il Direttore della SPISA (Scuola di Specializzazione in Studi sull’Amministrazione Pubblica) Giuseppe Caia e il professor Antonino Rotolo in rappresentanza del Rettore dell’Università di Bologna.


Il discorso del sindaco della Città metropolitana Virginio Merola:

“Non poteva l’emergenza Covid impedirci di commemorare insieme, in presenza e in collegamento, il professor Luciano Vandelli. Lo faremo con un primo segno tangibile, intitolando la Sala Giunta alla memoria di Luciano. Ci saranno riunioni e incontri convocati presso la Sala Luciano Vandelli. È un primo modo giusto per ricordarlo: perché tanti incontri lo hanno visto presente, partecipe e protagonista anche proprio in questa Sala. L’insegnamento di Vandelli come professore di diritto amministrativo, oltre ai contenuti delle sue lezioni, ha creato una rete di allievi e di rapporti che oggi vive in Italia, in Europa e in America Latina. Le sue oltre 200 pubblicazioni, i suoi seminari, gli incontri di cui è stato protagonista vivono e continueranno a vivere. È una comunità che si ritrova non solo nel volere e sapere usare questa eredità di studi ma si riconosce nel volere che Luciano ci ha continuamente trasmesso: quello dell’autonomia locale. Che infatti è un metodo e un insieme di leggi e di processi istituzionali. Ma è soprattutto un modo concreto per far vivere le istituzioni e cercare di rispondere al meglio agli interessi dei cittadini. Sarà il professor Daniele Donati a soffermarsi su questo. Io voglio ricordare il politico Luciano Vandelli, l’assessore e vice presidente, l’esperto appassionato di politica. Luciano amava il confronto politico, il dialogo, la disputa per trovare soluzioni. E insieme alla sua professione, coltivava interessi e curiosità diverse, lontane dallo specialismo del diritto amministrativo. Era ed è un politico intellettuale. Oggi che tutti parlano di esperti e di competenze io voglio ricordare a me stesso e a un paese confuso, che non ci mancano gli esperti e non ci mancano i politici. Ci mancano i politici intellettuali, quelli capaci di pensiero lungo, di dare un senso preciso all’impegno politico, perché capaci di competenza politica ma anche di cultura politica. Luciano ha scritto anche di letteratura non solo di diritto amministrativo. Amava la convivialità. E amava il rumore sordo della battaglia quando si trattava di forzare la porta stretta nella quale far passare un cambiamento in meglio. Sapeva la fatica delle riforme, ma soffriva della mancanza di quel variegato mondo di relazioni e interessi personali e vanità che è tanto parte del conflitto politico. Era vitale e curioso. Sapeva disegnare caricature e collezionava gli oggetti più disparati, anche soldatini, che non mi ha mai voluto regalare. E quando era a tavola con un sorriso furbetto, quasi infantile, requisiva il pane e l’olio e lo mangiava con vera soddisfazione come il piatto più prelibato. Quel pane e quell’olio sono la semplicità, la cosa più difficile a farsi.

Caro Luciano ci mancherai”.

















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