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HUB nazionale e regionale delle Terapie Intensive, terminati i collaudi della struttura di Baggiovara

Sono terminati gli allestimenti e i collaudi dei posti di Terapia Intensiva realizzati all’Ospedale di Baggiovara nell’ambito del nuovo HUB nazionale e regionale delle terapie intensive voluto per far fronte all’emergenza COVID19, che prevede a Modena la realizzazione di 48 posti letto complessivi di Terapia Intensiva, 18 all’Ospedale Civile di Baggiovara e 30 al Policlinico di Modena. La struttura, inaugurata il 5 giugno scorso alla presenza delle autorità cittadine, regionali e nazionali, è stata completata secondo i tempi previsti e, ultimati i collaudi, è pronta per ospitare i pazienti nel caso ce ne fosse bisogno. Modena, quindi, è tra le 6 strutture regionali – le altre sono a Rimini, Bologna e Parma – realizzate grazie al progetto della Regione e del ministero della Salute, che saranno sempre disponibili per pazienti, Covid e non, di tutto il Paese.

La struttura è stata presentata oggi pomeriggio ai media alla presenza del Direttore Generale, Claudio Vagnini, del Direttore Amministrativo, Lorenzo Broccoli, del Direttore della Terapia Intensiva di Baggiovara, dottoressa Elisabetta Bertellini, del Responsabile dell’Ingegneria Clinica, Ing. Massimo Garagnani, dell’Ing. Claudio Conti dell’Ingegneria Clinica, del Responsabile del SUATP, Ing. Gerardo Bellettato, del Responsabile della DSO, dott.ssa Angela Giogoli. Per la Direzione sanitaria erano presenti il dottor Giampaolo Marino e la dottoressa Loretta Casolari. Infine, era presente il Direttore dell’Esecuzione Contrattuale dell’Ospedale Civile, dottor. Ferdinando Donati.

Entrambe le strutture sono realizzate mediante l’installazione di moduli prefabbricati nelle adiacenze della struttura ospedaliera. “Dobbiamo lavorare tutti insieme perché di questa struttura non ci sia bisogno – ha commentato il dottor Claudio Vagnini, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena – per questo motivo è fondamentale rispettare le norme di distanziamento, lavarsi le mani e proteggersi con le mascherine. Un messaggio forte, che la nostra Azienda è impegnata a diffondere in questi mesi estivi insieme all’Azienda territoriale e all’Ospedale di Sassuolo. Se, però, le precauzioni non dovessero essere sufficienti, la struttura che vediamo qui oggi e la sua corrispettiva al Policlinico, ci permetteranno di far fronte a un’eventuale nuova ondata di ospedalizzazione, nell’ambito della rete provinciale e regionale. Queste strutture ci consentiranno di dare una risposta appropriata a eventuali nuove ondate epidemiche e rimarranno sempre a disposizione di tutta la popolazione della nostra Regione”.  I nuovi posti letto saranno a disposizione dei cittadini emiliano romagnoli, ma al bisogno anche di quelli provenienti da altre realtà regionali. “Se la curva epidemica dovesse crescere di nuovo, quindi, e ci trovassimo di fronte allo scenario più preoccupante, con questi ulteriori 48 posti letto di terapia intensiva, gli ospedali della città di Modena, saranno in grado di rispondere in modo più che appropriato ad una eventuale nuova emergenza” – ha aggiunto il dottor Vagnini.

Si tratta di un investimento complessivo, tra Lavori e Attrezzature Biomediche di quasi 13 milioni di euro (4.634.292 per l’Ospedale Civile, 8.284.288 per il Policlinico di Modena) la cui copertura è garantita di risorse statali e regionali oltre che da donazioni ricevute dall’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena. La progettazione e la direzione dei lavori dei fabbricati è una donazione della Società di Progettazione POLITECNICA di Modena.
“A Baggiovara, i lavori edilizi sono cominciati il 7 maggio e sono terminati a fine giugno. – ha aggiunto l’Ing. Gerardo Bellettato, Direttore del Servizio Unico Attività Tecnico Patrimoniali – Dopo questa data sono cominciate le operazioni di allacciamento elettrico, cablaggio e arredo. Nel frattempo, a luglio sono cominciati i lavori al Policlinico, un cantiere più complesso, in quanto la struttura è circa il doppio di quella di Baggiovara e sorge all’interno del campus ospedaliero, in uno spazio dove non è semplice lavorare. Da qui la previsione di terminare i lavori entro la fine ottobre. Si tratta quindi di un impegno importante perché questi edifici hanno richiesto tempi brevissimi di costruzione; la struttura si definisce prefabbricato solo perché è realizzata con elementi modulari, ma di fatto ha gli stessi requisiti di isolamento termico, resistenza strutturale e comfort di una struttura tradizionale. Per questo grande impegno, desidero ringraziare Politecnica, i miei collaboratori e in particolare Massimo Taddia ed Elena Cazzaniga, e le ditte intervenute per la realizzazione”

“Si tratta di un concentrato di tecnologia – ha commentato l’Ing. Massimo Garagnani, Direttore del Servizio Unico Ingegneria Clinica – dotato di dispositivi medici di ultima generazione idonei a supportare le più complesse cure intensive: letti specialistici, ventilatori, monitor per parametri fisiologici, sistemi infusionali, emogasanalisi. La scelta dei device ha privilegiato la loro predisposizione a funzioni informatiche avanzate, al fine di ricevere, esportare e condividere dati con le altre applicazioni ospedaliere. Questo consentirà l’informatizzazione del flusso di lavoro e la massima disponibilità di tutti i dati clinici del paziente direttamente presso il suo posto letto a vantaggio della sicurezza e della capacità di poter prendete la migliore decisione clinica nel minor tempo possibile. Installare sistemi di questo genere ha necessitato grande attenzione e collaudi rigorosi che oggi possiamo considerare terminati. Desidero a questo proposito ringraziare i miei collaboratori Claudio Conti che ha definito la progettazione tecnologica e Giorgio Lunati che ha seguito l’allestimento del posto letto.”

“Finalmente la struttura è completata – ha aggiunto la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile – e pronta a rispondere ai bisogni della provincia di Modena in particolare e della rete regionale e nazionale più in generale. Sono convinta che in questi giorni, in cui con l’aumento del numero dei contagi determina, senza dubbio, ansia e paura, l’aver a disposizione questa struttura terminata possa costituire un messaggio importante, la dimostrazione che sono state introdotte ulteriori risorse necessarie a fronteggiare eventuali altre situazioni di emergenza. La disponibilità di un maggior numero di posti letto di Terapia Intensiva, non deve però, assolutamente, far perdere di vista l’importanza dei comportamenti rivolti ad evitare il contagio. Le competenze professionali di tutto il personale della Terapia Intensiva, dei medici e degli infermieri, troveranno un valido supporto nel comfort ambientale e nella tecnologia più avanzata messe a disposizione.”.

La rete prevede sul territorio, oltre alle 2 strutture Covid Intensive Care modenesi, un Centro di Riferimento di terapia intensiva per la provincia di Reggio Emilia collocato presso l’ospedale S. Maria Nuova, nonché le terapie intensive di Carpi e Guastalla. La rete prevedrà a regime sulle due province un totale di 139 PL di TI (pubblici).

“Il mio ringraziamento – ha concluso Vagnini – va a tutti i professionisti che hanno reso possibile questo risultato, frutto di un vero lavoro di squadra che ha coinvolto i sanitari, il personale del Servizio Tecnico, dell’Ingegneria Clinica, dell’Servizio Tecnologie dell’Informazione e della Direzione Servizi per l’Ospitalità.”

















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