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Distribuzione carburanti: Figisc dice no a concorrenza sleale

“E’ indispensabile dare una risposta forte e di principio al provvedimento del Ministro Bersani sulla liberalizzazione del settore della distribuzione dei carburanti. Non siamo assolutamente contrari alla liberalizzazione, che comunque era già stata promulgata con il decreto n. 32 del 1998, ciò che si combatte è il principio della ‘concorrenza sleale’ delle compagnie petrolifere”.

Con queste parole il Presidente di Ascom Bologna, Bruno Filetti ha sottolineato l’importanza delle iniziative portate avanti dalla Figisc, dalla campagna contro la concorrenza sleale alle battaglie per la trasparenza dei prezzi.
Il nostro impegno – ha precisato Stefano Campazzi Presidente Figisc – Sindacato Provinciale dei Gestori di impianti di distribuzione carburanti aderente ad Ascom Bologna – è di sopravvivenza per svolgere il proprio ruolo imprenditoriale. Infatti noi siamo un soggetto imprenditoriale autonomo che contribuisce allo sviluppo economico del paese.
Non siamo contrari al libero mercato – ha detto Campazzi – ma quest’ultimo deve avere delle regole e delle riforme soprattutto sulla figura giuridica e sulla ristrutturazione della rete.

Il sindacato provinciale Figisc di Bologna ha invitato i propri associati ad impegnarsi con tutte le forze nell’informazione alla categoria e nell’invitarla a non sottoscrivere nulla con le compagnie petroliefere prima che siano molto chiare le norme.
L’opportunità di autorizzare la Grande Distribuzione a costruire impianti porterà immancabilmente alla chiusura indiscriminata dei punti vendita che si trovano nelle vicinanze della GDO e non solo.
Quello che l’opinione pubblica non sa, e che deve conoscere, è che nello stesso giorno, nel medesimo posto, un identico fornitore di una qualsiasi società petrolifera, vende la benzina al Gestore (impianto di proprietà della compagnia petrolifera) con uno sconto rispetto al prezzo consigliato di € 35 ogni 1000 litri e di € 165 alla Grande Distribuzione sul mercato extra rete (impianto di proprietà della grande distribuzione), con una differenza a favore della GDO del 470 %.
Con questa lobby tra Governo e società petrolifere, chi pagherà saranno i moltissimi Gestori costretti a chiudere (sono circa 55 mila gli addetti) ed i consumatori che attirati da questo specchietto per le allodole, togliendo la capillarità dei servizi al consumatore e desertificando sempre di più il territorio.
Inoltre non è il Gestore il “colpevole” dell’alto prezzo della benzina, come spesso viene additato, per ogni litro il 61,7 % è dato dall’accisa (imposta governativa di fabbricazione) e dall’Iva, il 26,6 % è il costo internazionale, il 8,9 % è il ricavo lordo dei petrolieri e solo il 2,8 % è il ricavo lordo dei Gestori, che è sempre costante e non aumenta con l’aumentare del prezzo della benzina.
Per questi motivi- conclude Campazzi-la Figisc/Ascom Bologna auspica una concertazione con il Governo e le Società Petrolifere per la sopravvivenza della categoria.

















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