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Bologna: rilevazione trimestrale Istat sull’occupazione

“Buone notizie sul fronte del lavoro”. Lo dice l’assessore Paolo Rebaudengo, analizzando i dati pubblicati ieri dall’Istat, riferiti al 4° trimestre
del 2006. Si tratta della rilevazione trimestrale effettuata su base campionaria, provincia per provincia.


“Seppure si tratti di un’analisi di tipo quantitativo, che merita quindi ulteriori approfondimenti – sottolinea Rebaudengo – si può senz’altro
considerare positivamente l’incremento del tasso di occupazione e di attività, in linea con i dati recentissimi di crescita dell’economia
complessiva del nostro territorio. In altre parole, abbiamo finalmente una correlazione positiva tra andamento economico e andamento del mercato del lavoro”.

Con il 72,4% di tasso di occupazione (sull’intera popolazione residente tra i 15 e i 64 anni) la provincia di Bologna si colloca al primo posto nel
Paese e anche nella regione che, con il 69,4%, ha il tasso più elevato tra tutte.
Insieme ad altre tre sole province (tutte emiliano-romagnole: Parma, Reggio Emilia, Ravenna) Bologna ha superato l’obiettivo del 70% fissato
dall’Unione Europea per il 2010.
Si alza ancora il tasso di occupazione femminile (arrivato al 66,1%), mantenendo così il primato sia a livello regionale (61,5%) che nazionale
(46,3%).
Il dato dell’occupazione maschile, pari al 78,6%, è tra i più alti in Italia, superato per pochi decimi di punto da Parma, Reggio Emilia,
Bergamo, Mantova, Lodi, Bolzano, Treviso.
I 450.000 occupati nella Provincia di Bologna si distribuiscono tra l’agricoltura (12.000 addetti), l’industria (148.000 addetti), servizi e commercio (290.000 addetti).
I lavoratori dipendenti sono 325.000, mentre i lavoratori autonomi sono 125.000, gran parte dei quali nei servizi (85.000) e in parte minore
nell’agricoltura (9.000) e nell’industria (31.000).
Il tasso di disoccupazione, sceso in Italia al 6,8%, è pari al 3,4% in regione e al 2,9% in provincia di Bologna.

L’assessore rileva come l’incremento dell’occupazione sia attribuibile quasi interamente al settore industriale (22.000 addetti aggiuntivi su una crescita complessiva di 24.000 occupati).
“Ciò costituisce – aggiunge Rebaudengo – una positiva novità rispetto agli ultimi dieci anni, non solo perché dimostra la vitalità del settore più
importante per la creazione di ricchezza nel territorio, ma anche per la sua positiva ricaduta sugli altri settori, in particolare su quello dei
servizi avanzati”.

“Tra i tanti dati positivi – conclude l’assessore – qualche preoccupazione suscita l’incremento di 1.500 disoccupati di genere maschile (che passano da 4.500 a 6.000), mentre resta stazionario il numero di donne in cerca di lavoro (7.400)”.
Ciò trova riscontro anche nel tasso di disoccupazione, che pur aumentando solo dello 0,2%, a livello disaggregato vede la percentuale della disoccupazione maschile passare dall’1,9% al 2,4%. Quella femminile scende
invece dal 3,7% al 3,5%, grazie anche alla rete di servizi del nostro territorio.

















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