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Romilia, intervento del vice presidente Giacomo Venturi

Dichiarazione del vice presidente della Provincia, con delega alla Pianificazione territoriale, Giacomo Venturi.


“Ho sempre pensato – come è già successo in altri casi, per altri progetti importanti – che le pagine dei giornali non siano la sede migliore per
svolgere un confronto serio e approfondito in merito ad ipotesi e progetti che sono destinati ad incidere considerevolmente sui piani di sviluppo dell’area bolognese.
Il compito principale della Provincia è indicare le linee generali della programmazione urbanistica ovvero prevedere quali aree possono essere
oggetto di nuovi insediamenti e quali devono essere sottratte a tali previsioni, quali tipologie e caratteristiche per le nuove previsioni
insediative, quali carichi sono compatibili con le reti dei trasporti e dei servizi, con l’obiettivo di promuovere uno sviluppo equilibrato e
coordinato.
Questo è quello che abbiamo fatto con il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) che contiene precise indicazioni ed è
stato redatto quando ancora l’ipotesi di “Romilia” non era all’orizzonte.
Quel Piano non è, ovviamente, immodificabile, ma contiene valutazioni precise ed indicazioni cogenti che di fronte ad una nuova ipotesi, di
dimensioni ed impatti come quelle che gli elementi attualmente disponibili per “Romilia” fanno prevedere ma non consentono ancora di valutare, devono poter essere verificate nella loro sostenibilità ed equilibrio generali su
scala provinciale.
Questo è quello che dice la lettera inviata ai soci di Aktiva. Per questo non è corretto interpretare come un no quella richiesta di elementi, e
pretendere che la Provincia sostanzialmente abdichi al suo ruolo dicendo un sì o un no sulla base di una suggestione o di valutazioni interessate che entrambe le parti, sostenitori e detrattori del progetto, manifestano.
Un progetto appena abbozzato come quello che ci è stato presentato non contiene elementi sufficienti per valutarne conseguenze ed impatti sui servizi sociali, scolastici, sanitari di quell’area, sulla mobilità, sulla qualità dell’aria, sulla rete commerciale.
Abbiamo chiesto di poterlo valutare secondo i parametri che solitamente vengono considerati – che valgono per grandi progetti come per progetti di portata inferiore – proprio perché vogliamo svolgere seriamente il nostro ruolo, proprio perché non siamo “tifosi” né dell’una né dell’altra campana.
Il PTCP non è un “moloch”, ma ogni sua eventuale modifica ha regole e iter precisi che devono essere rispettati da chiunque, siano essi istituzioni
locali, imprenditori o privati cittadini.
Credo che anche i soci di Aktiva sappiano di non avere presentato una ipotesi di progetto semplice.
Se a loro sono serviti diversi mesi per elaborarla nelle sue linee generali e di massima, potranno ben riconoscere alla Provincia lo stesso diritto.
La scelta di presentarla pubblicamente ha inevitabilmente generato aspettative che non vogliamo stroncare, ma che nemmeno possono essere oggi addotte a ragioni per venire meno al nostro dovere di effettuare una valutazione rigorosa e approfondita dei diversi aspetti e delle implicazioni che può generare.
Se per caso – ed è già successo – alcune di quelle previsioni dovessero rivelarsi sbagliate, anche solo in parte, non ne pagherebbero un prezzo solo gli imprenditori che si sono assunti il rischio di impresa, ma anche tutto il territorio che si troverebbe, già compromesso, a dover affrontare
il problema di una riconversione o di una modifica in corso d’opera che non è mai semplice.
Prevedere di spostare diverse migliaia di persone in poche ore, generare flussi di traffico consistenti su alcune direttrici, prevedere poli di
attrazione o concentrazioni di persone, prevedere nuove residenze, produce domande sul sistema complessivo dei servizi pubblici ed un’impronta
ecologica che devono essere ponderate attentamente.
Non si tratta quindi solo di dire un si o un no, ma di poterlo fare a ragion veduta e con la serenità che sola può venire dall’aver valutato
costi e benefici specifici e generali di questo progetto.
Se infatti va apprezzata la volontà di imprenditori locali di investire su un progetto ambizioso, va stigmatizzato l’atteggiamento di quanti, in
verità troppi, si sono schierati aprioristicamente pro o contro.
Per abitudine e serietà non mi colloco in nessuno schieramento.
Sono tifoso del Bologna e di Bologna, ma sono anche perchè il gioco si svolga secondo le regole e il giudizio dell’arbitro sia rispettato”.

















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