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Assemblea annuale dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna

L’intenzione era quella di farla in presenza. E tutto era stato preventivamente predisposto nel totale rispetto delle norme antiCovid. Poi l’aggravarsi dei contagi e della situazione sanitaria di queste ultime settimane ha imposto un brusco dietrofront, e l’assemblea annuale dell’Associazione regionale allevatori dell’Emilia Romagna (Araer) si è così svolta come da programma il 30 ottobre scorso ma in forma digitale.

All’incontro, oltre al presidente Maurizio Garlappi (foto in alto) e al direttore Claudio Bovo (in basso), hanno partecipato i componenti del Consiglio direttivo e del Collegio sindacale per l’approvazione del bilancio 2019, ma in collegamento era presenti anche i vertici di Aia (Associazione nazionale allevatori), Roberto Nocentini e Mauro Donda, rispettivamente presidente e direttore generale, oltre all’assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi e a Roberta Chiarini, Responsabile del servizio organizzazioni di mercato e sinergie di filiera alla Regione Emilia Romagna.

“Illustrare il bilancio 2019 a fine 2020 sembra un po’ un controsenso – ha esordito nel suo intervento il presidente Garlappi – ma lo slittamento alla fine di ottobre delle assemblee annuali rientra nei provvedimenti presi dal Governo la primavera scorsa in pieno lockdown. A questo proposito non posso non ricordare cosa ha significato anche per Araer l’emergenza Covid19, a iniziare dalla perdita di alcuni associati alle cui famiglie non abbiamo fatto mancare la nostra vicinanza e il nostro conforto. Parallelamente, abbiamo dimostrato grande senso di responsabilità adottando dapprima tutte le misure di prevenzione previste con grande scrupolo e attenzione e immediatamente dopo promuovendo una serie di iniziative che ci hanno permesso di garantire la continuità di tutti i servizi messi a disposizione degli associati, a iniziare dai controlli funzionali”.

Relativamente all’andamento della zootecnia emiliano-romagnola nel 2019, il presidente di Araer ha quindi fornito i numeri che hanno caratterizzato uno dei comparti più importanti dell’agroalimentare regionale e nazionale. “Dopo quattro anni di crescita costante – ha scandito – lo scorso anno il settore ha segnato il passo e le sue produzioni hanno rappresentato il 47,51% della Plv (produzione lorda vendibile, ndr) totale a fronte del 49,9% del 2018. In valore, parliamo di 2.002,25 milioni di euro che evidenziano un -15% rispetto al 2018, quando si raggiunsero i 2.365,51 milioni di euro”.

Più soddisfacente il dato dell’export agroalimentare regionale, cresciuto lo scorso anno del 4,7% rispetto al 2018,  per un valore totale di 6.842 milioni di euro, in cui la quota maggiore è rappresentata dai prodotti e dai derivati zootecnici. Nello specifico dei vari comparti produttivi, quello lattiero-caseario ha segnato lo scorso anno un incremento produttivo dello 0,3% raggiungendo un quantitativo totale di latte prodotto di oltre 21 milioni di quintali, “anche se dopo gli ottimi risultati degli anni precedenti – ha sottolineato Garlappi – il valore della Plv  di questo segmento produttivo ha perso il 24,3% rispetto al 2018, pari a 343,78 milioni di euro. Una situazione che è stata determinata soprattutto dalla forte riduzione delle quotazioni dei formaggi grana e in particolare del Parmigiano Reggiano, a cui è destinato circa il 92% del latte regionale e che lo scorso anno ha incassato un incremento produttivo dell’1,47%, mentre il Grana Padano prodotto a Piacenza ha messo a segno un +5,2%”.

Preoccupa il settore della carne bovina, che nel 2019 ha continuato a registrare una diminuzione sia in termini produttivi che di prezzi, a cui si lega la riduzione degli allevamenti, calati rispetto al 2018 del 4,20%, in particolare per la razza Romagnola, rispetto alla quale è stato chiesto all’assessore Mammi un coinvolgimento della Regione volto a individuare percorsi mirati di valorizzazione e promozione sul territorio. In crescita invece i suini allevati, +3,5%, a cui fa però riscontro una lieve flessione dei prezzi che porta il bilancio a un risultato negativo: -1,5%. Per avicunicoli e uova l’andamento del 2019 è stato sostanzialmente positivo: a fronte di un’offerta di carne stabile rispetto al 2018, i prezzi medi di mercato hanno registrato un +1,1% grazie al buon andamento delle quotazioni dei conigli (+8,5%) e dei tacchini (+7,1%). In calo invece i prezzi dei polli da carne: -4,5%. Bene il trend per il mercato delle uova con un +5,7% dovuto all’aumento delle quantità prodotte nonostante il calo delle quotazioni medie pari a -6%. Infine il settore ovicaprino, che rispetto al 2018 ha registrato una Plv sostanzialmente stabile.

“Araer ha saputo dimostrare di essere un modello di efficienza e qualità dei servizi – ha sottolineato Mauro Donda nel suo intervento – e pur nella difficoltà del momento saprà sfruttare con intelligenza tutte le sue potenzialità”. Sulla stessa scia il presidente di Aia Roberto Nocentini, che riferendosi alla crisi della razza Romagnola ha ribadito non solo la necessità di individuare le migliori strategie per una maggiore valorizzazione, ma ha anche ricordato quanto sia necessario puntare alla vendita all’interno dei confini regionali attraverso politiche di promozioni mirate e innovative”.

“Grazie per quello che state facendo e per quello che rappresentate per la zootecnia emiliano-romagnola”. Con questo esordio, il nuovo assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, ha espresso il pieno appoggio “della Regione a tutti quei progetti che sapranno proporre soluzioni innovative e concrete. Le direttrici che guideranno il mio lavoro – ha sottolineato – riguardano la ricerca, la conoscenza, gli investimenti e il sostegno sui mercati per supportare tutti gli anelli delle varie filiere produttive. È questa la strada da percorrere per garantire a tutti la giusta redditività e rispondere a un mondo che la drammatica crisi che stiamo vivendo ha già cambiato. Chi pensa che agricoltura e ambiente siano due termini in contraddizione si sbaglia – ha concluso – abbiamo davanti importanti sfide che saranno supportate, oltre che dalle risorse del Recovery Fund, dalla nuova Pac. Già oggi, oltre a quelle previste nei due anni di transizione che ci porteranno al 2023, potremo contare su una dotazione di circa 1,3 miliardi di euro a livello nazionale previsti dal Parlamento europeo nei giorni scorsi. La quota che verrà destinata all’Emilia Romagna dovrà essere investita in progetti concreti e ambiziosi al tempo stesso. Per farlo, dobbiamo tutti lavorare insieme affinchè anche l’Europa rivolga al settore zootecnico una maggiore attenzione. Anche per questo penso che sarebbe ora di pensare alla creazione di una Ocm zootecnia”.

Il direttore Claudio Bovo ha infine dato lettura del bilancio consuntivo dell’Associazione, approvato all’unanimità.

















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