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Coronavirus, Fp Cgil Modena: serve un cambio di rotta sui tamponi e sul tracciamento

Foto di Elchinator da Pixabay

Le risorse messe in campo in questa nuova fase di evoluzione del contagio da coronavirus rischiano di non essere sufficienti. Questa la premessa del sindacato Fp Cgil che interviene sulla situazione sanitaria che si sta delineando in queste settimane a Modena e provincia.

“Occorre potenziare al più presto il sistema dei tamponi e il tracciamento – afferma Alessandro De Nicola, responsabile sanità Fp Cgil – i tempi si sono dilatati troppo tra quando il cittadino o lo stesso lavoratore effettua il tampone e quando arriva il suo esito, così come si sono allungati i tempi di intervento della sorveglianza sanitaria, anche qui passa troppo tempo tra quando si riceve l’eventuale esito positivo del tampone e la telefonata della sorveglianza per il tracciamento dei contatti stretti nei luoghi di lavoro”.

A detta del sindacato bisogna lavorare velocemente per intervenire su questi aspetti potenziando i relativi servizi, sui tamponi e il tracciamento è come se le aziende sanitarie fossero sorprese dall’andamento di questa epidemia. Abbiamo letto nei giorni scorsi i comunicati in cui si raccontava del servizio del contact tracing dove venivano impiegati 23 lavoratori, non possiamo non rilevare che nei mesi scorsi con numeri di contagio decisamente inferiori all’oggi, i lavoratori impiegati nel medesimo servizio erano molti di più! Una efficiente attività di tracciamento è indispensabile sia per limitare il numero dei contagi, evitando che persone potenzialmente contagiate da contatti stretti non vengano isolate per tempo, che per impedire la perdita di importanti giornate lavorative a fronte di allontanamenti dal luogo di lavoro che, in assenza di un provvedimento dell’autorità sanitaria competente, non danno titolo alla corrispondente giustificazione dell’assenza, o magari frutto di periodi di quarantena effettuati per i ritardi del tracciamento. Serve un nuovo sforzo per assunzioni finalizzate a questo compito.

Così come occorre potenziare subito tutto quanto ruota attorno ai tamponi, dai laboratori al personale impiegato in questo ambito, intensificando le attività di screening tra i lavoratori, in particolare quelli delle aziende sanitarie, per prevenire i cluster nei luoghi di lavoro. C’è una tempistica non accettabile per avere il riscontro dei tamponi e nel frattempo, nel dubbio, i lavoratori vanno comunque a lavorare.

“Bisogna poi incrementare le risorse economiche destinate a pagare il lavoro dei professionisti e la tempestività di questi pagamenti – continua De Nicola –  tanti lavoratori che nei mesi scorsi hanno dato la disponibilità a svolgere turni ulteriori rispetto al loro orario sono ancora in attesa dei pagamenti, a volte siamo a 6 mesi di ritardo da quando si sono svolti i turni di lavoro”.

“Anche sullo smart working, conclude il sindacato, ci sono criticità, l’impressione è che si stia rincorrendo l’urgenza e che la programmazione dei servizi e degli uffici in merito al lavoro agile la si stia facendo solo adesso, non di rado arrivano segnalazioni di lavoratori che ci dicono che sono ostacolati nella richiesta”.

 

















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