Il Tar ordina di aprire gli stadi ai tifosi del Catania andando contro a quanto stabilito dai giudici sportivi, ma il giorno successivo l’Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive rovescia la sentenza del Tar. Il dietrofront avvenuto nei giorni scorsi è solo uno degli ultimi episodi emersi di conflittualità tra giustizia ordinaria e giustizia sportiva, che sottolinea come i confini tra questi due ambiti non siano ancora ben delineati.
Lo sport è al di fuori delle regole comuni? Lo abbiamo chiesto a Carlo Bottari, professore straordinario di Diritto Pubblico e Amministrativo presso la Facoltà di Scienze Motorie dell’Università di Bologna e direttore responsabile di “Diritto dello sport”, la prima rivista di diritto sportivo, che, dopo il successo dell’esordio, uscirà con il suo secondo numero i primi giorni di maggio.
Ma il diritto sportivo non è solo un sapere da chiamare in causa davanti a episodi negativi: vi sono ambiti che interessano la vita di tanti atleti e tifosi – come la sicurezza degli impianti sportivi, la salvaguardia dall’uso di sostanze dopanti, l’accesso ai portatori di handicap, e altri temi ancora – che richiedono decisioni sagge, capaci di salvaguardare i molti diritti in gioco, a cominciare da quelli dei più giovani. Per queste ed altre ragioni, la rivista “Diritto dello Sport” sta suscitando grande interesse tra i giovani ricercatori e gli studenti universitari.
(Per ulteriori informazioni contattare il Dr. Luca Casadei e-mail)
Intervista al professor Carlo Bottari
(a cura di Luca Casadei)
Professor Bottari, com’è nata l’idea di fondare la rivista “Diritto dello sport”?
La rivista nasce per coprire una lacuna esistente nell’ambito delle pubblicazioni giuridiche che si occupano di diritto pubblico. Non c’era fino a oggi una pubblicazione che potesse affrontare tutte le tematiche relative all’organizzazione e alla gestione dello sport e delle attività motorie. La nuova rivista vuole affrontare queste problematiche sia a livello dottrinale, sia attraverso un’analisi attenta e attuale della giurisprudenza e della normativa di settore.
A proposito di attualità, alcuni recenti avvenimenti del mondo dello sport hanno dato l’impressione di un rapporto non troppo chiaro tra giustizia sportiva e giustizia ordinaria….
Chiarire il delicato e articolato rapporto esistente tra l’ordinamento statale e quello sportivo è proprio uno degli intenti della nuova rivista. Si tende a salvaguardare l’autonomia dello sport all’interno di un quadro di compatibilità con le norme del diritto statale e, in particolare, con le forme di tutela di carattere giurisdizionale garantite dalla nostra Costituzione. Molti casi recenti, affrontati largamente dalla stampa, evidenziano come non sempre siano chiari e definiti i confini tra ordinamento sportivo e ordinamento statale, e come talune interpretazioni possano rappresentare ulteriore elemento di confusione e incertezza. Bisogna considerare, inoltre, che spesso gli interventi degli organi della giustizia sportiva possono determinare effetti di grande rilevanza nel campo dell’economia, dei rapporti societari e nell’ambito di tutte le normative statali e locali che tendono a tutelare il cittadino e i consumatori.
A volte sembra che il mondo dello sport goda di regole proprie e parzialmente in contrasto con quelle che occorre osservare al di fuori di esso. Un esempio su tutti, il comportamento negli stadi….
Ci sono ambiti di autonomia dello sport che devono essere salvaguardati, proprio per garantirne la sua sopravvivenza. Allo stesso tempo, però, occorre considerare che i diversi comportamenti dei responsabili delle società sportive, degli atleti e dai tifosi devono sottostare a precise regole di garanzia che, per quanto riguarda i profili di carattere strettamente penale, ricadono interamente nell’ambito della legislazione statale. Per quanto concerne, invece, i profili organizzativi e gestionali, si tratta di delineare con chiarezza i rispettivi confini, consentendo ai responsabili dello sport di gestire in piena autonomia le loro attività e agli organi statali e locali di realizzare le loro competenze e i loro interventi nell’interesse prioritario della collettività.
Si sente parlare di diritto dello sport solo in occasione di reati, scandali e altri eventi negativi. Qual è il valore propositivo di questa materia, che spesso passa sotto i riflettori?
Il panorama del diritto sportivo è ampio: non esistono soltanto le tematiche legate alle diverse discipline sportive e alle loro metodologie di organizzazione interna, ma vi sono altre tematiche di pari importanza, quali quelle riguardanti la sicurezza degli impianti sportivi, l’uso di sostanze dopanti, l’accesso ai portatori di handicap, tanto per citarne alcune. Queste meritano approfondimenti e riflessioni anche di natura propositiva, per sollecitare chi di competenza a intervenire e proporre soluzioni che siano in grado di assicurare uno svolgimento ottimale della pratica sportiva e motoria. Non dimentichiamo che tutta la più recente normativa in materia di tutela della salute del cittadino attribuisce proprio alla pratica sportiva e motoria una posizione determinante, dando così risposta a un’esigenza sociale della popolazione che può del resto contribuire a un contenimento della spesa sanitaria.
Nel primo numero della rivista viene dato spazio a diverse discipline sportive, non solamente quelle abituate ad essere al centro dell’attenzione….
Esiste una vasta pluralità di discipline sportive che hanno ugual dignità e che vengono interessate da importanti e delicate problematiche giuridiche. Tra queste nel primo numero si è preso in esame quella legata alla pratica dello sci e ai problemi di attuazione della recente normativa statale e locale – perché non dimentichiamo che anche le Regioni hanno competenze normative in questo settore – per salvaguardare i cittadini e coloro che praticano questo sport. Si vuole in particolare richiamare l’attenzione sulla necessità di sviluppare ogni attività di tipo preventivo, per fare in modo che non abbiano a verificarsi incidenti, coinvolgendo in questo sforzo tutti gli operatori del settore.
Quale può essere il futuro del diritto dello sport?
Lo sport è un fenomeno che da un lato interessa alcune migliaia di sportivi professionisti, ma dall’altro coinvolge diversi milioni di sportivi dilettanti. Siamo di fronte a una crescita esponenziale della domanda di strutture, di personale qualificato, di centri di svolgimento di tutte quelle attività che portano al mantenimento e al miglioramento della salute fisica. Grande spazio vi è, quindi, per i giovani che vogliono dedicarsi a questi studi e intendono inserirsi in un mercato sempre più ampio, che oltrepassa gli stessi confini nazionali.
Chi è il professor Carlo Bottari
Carlo Bottari è Professore straordinario di Diritto Pubblico e Amministrativo presso il Dipartimento di Scienze Giuridiche “Antonio Cicu” dell’Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna ed è membro della S.p.i.s.a. (Scuola di specializzazione in studi sull’amministrazione pubblica).
Presso la Facoltà di Scienze Motorie, per il Corso di Laurea in Scienze Motorie insegna “Diritto Pubblico” e “Diritto amministrativo”.