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17 nascite solo a novembre: prosegue l’attività dell’USCA neonatale di Reggio Emilia per donne Covid positive

Confermata anche nella seconda fase della pandemia l’importanza del ruolo svolto dell’USCA neonatale, istituita dall’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia nello scorso mese di aprile, durante la prima fase della diffusione del virus, e rimasta attiva anche nel periodo estivo.

Le USCA – Unità Speciali di Continuità Assistenziale – sono nate per svolgere attività domiciliari per i pazienti colpiti dal virus Covid e rappresentano un’innovazione nelle modalità assistenziali. Quella neonatale interviene nell’assistenza post-dimissione di madri Covid positive per offrire assistenza a neonati e puerpere dal momento del rientro a casa e integrare la funzione del pediatria territoriale. L’equipe è composta da una specialista neonatologa e un’infermiera con esperienza in ambito pediatrico.

Come spiega Nicoletta Natalini, Direttore sanitario dell’Ausl IRCCS di Reggio Emilia “A Reggio Emilia sono 26, sinora, i nati da madre Covid positiva. Tra questi ci sono state 3 nascite premature e un parto gemellare. I casi sono stati numericamente importanti, soprattutto nel mese di novembre che ne ha visti 17. È un servizio che completa il percorso offerto alle donne gravide affette dal virus, con ambulatori dedicati per svolgere in sicurezza controlli ed ecografie ostetriche, nel rispetto delle tempistiche appropriate”.

A parto avvenuto, i neonati e le mamme restano in ospedale per un periodo di 72-96 ore utile a completare l’iter diagnostico (screening metabolico, oculistico, cardiologico, audiologico). Al momento della dimissione, l’USCA neonatologica e il pediatra territoriale ricevono i nominativi della madre e del bambino.

A domicilio sono tenuti sotto controllo i diversi parametri di madre e neonato e offerti consigli e indicazioni per l’allattamento al seno e l’accudimento materno. Viene eseguito, inoltre, il tampone di fine isolamento per la madre o quello diagnostico sul bambino, in caso di comparsa di sintomatologia sospetta. Ai fini del monitoraggio del decorso clinico, inoltre, l’USCA svolge sorveglianza attiva tramite rapporti telefonici con la famiglia, la quale può mettersi in contatto diretto con l’equipe in caso di necessità. Ogni informazione viene condivisa con il pediatra di famiglia al quale spetta la presa in carico del neonato al termine del periodo di quarantena.

“Sono state eseguite, sinora, 14 visite USCA neonatali; solo 2 neonati si sono positivizzati durante la quarantena, ma non hanno manifestato sintomatologia di rilievo” conclude Natalini “In questi giorni l’équipe si arricchisce di due medici della scuola di specializzazione in Pediatria dell’Università di Modena e Reggio Emilia che desiderano conoscere quest’esperienza nella pratica quotidiana”.

È imminente il perfezionamento dell’organizzazione dell’USCA pediatrica in collaborazione con i pediatri di libera scelta di tutta la provincia e il supporto del personale infermieristico del Dipartimento Cure Primarie per la presa in carico di bambini Covid positivi o di figli di madri Covid positive dopo la fase neonatale.

 

Il percorso nascita in tempo di Covid all’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia

Per limitare i rischi di diffusione del virus Covid-19, al Santa Maria Nuova sono stati identificati già nella prima fase pandemica dei percorsi nettamente differenziati per le donne gravide risultate positive oppure sospette tali. L’identificazione dei casi positivi o sospetti avviene già in sede di pre-triage e comporta due percorsi separati.

In caso di positività è prevista un’Area Covid caratterizzata dalla presenza di accettazione, ambulatori, sala parto/sala operatoria e degenza completamente distinti. Nell’Area Covid le donne possono avere il neonato accanto a sé (rooming-in) e sono assistite da personale sanitario dedicato. Possono esse accompagnate, inoltre, da una persona (il papà/un familiare) qualora asintomatico e/o negativo. Il piccolo può essere allattato al seno previo utilizzo da parte della madre della mascherina chirurgica e delle opportune norme igieniche. Il piccolo riceve in sede le opportune visite neonatologiche e gli accertamenti necessari.

Per le altre donne gravide, asintomatiche e senza fattori di rischio, il percorso è quello standard, dalla sala parto al reparto di degenza.

L’accesso dei familiari è stato necessariamente modificato per ridurre il rischio di diffusione dell’infezione, ma la presenza del papà in sala parto per tutto il tempo del travaglio, del parto e delle prime ore dopo la nascita è sempre garantita.

Rispondendo alle richieste dei neogenitori, inoltre, la presenza dei papà è estesa da oggi anche ad alcune fasce orarie dei giorni successivi. Un’ostetrica è stata dedicata all’accoglienza dei papà (o altro familiare prescelto), alla valutazione del loro rischio clinico, al sostegno all’allattamento ed alla genitorialità per offrire le informazioni più utili a un sereno rientro a casa del nucleo familiare.

Prima della dimissione i neonati sono sottoposti a screening neonatali e accertamenti e vengono inviati a domicilio con una presa in carico precoce  e, qualora necessario, protetta da parte del Pediatra di Famiglia. Grazie alla presenza del Centro Nascita e dello sportello SAUB provinciale all’interno del Santa Maria Nuova i genitori possono fare la denuncia di nascita e la scelta del Pediatra di Famiglia prima del rientro a casa.

 

















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