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Case residenza anziani, Fp Cgil Modena: “l’11 dicembre presidio per rivendicare la tutela della salute per operatori e anziani”

Foto di Sabine van Erp da Pixabay

La FP CGIL di Modena ha organizzato, insieme agli operatori delle Case residenza per anziani della provincia di Modena, un presidio in piazza Grande per venerdì 11 dicembre dalle ore 10 alle ore 12.

Lo scopo del presidio è di dare continuità alla voce del personale operante nelle strutture per anziani e di sensibilizzare le istituzioni, i committenti e i gestori delle CRA modenesi, su quali interventi bisogna fare urgentemente al fine di contenere al meglio il contagio del Covid e di salvaguardare la salute e sicurezza dei nostri anziani e degli operatori.

“La condizione delle CRA della Provincia di Modena è più difficile di quella della scorsa primavera – sostiene Mohcine El Arrag responsabile provinciale delle politiche socio-sanitarie per la FP Cgil di Modena – Le criticità sono tante e vanno affrontate con delle risposte tempestive e puntuali”.

Il sindacato pone l’attenzione sull’alto numero di contagi tra gli operatori, oltre che degli anziani; sul problema di effettuare un turn over adeguato degli operatori; sulla carenza delle figure sanitarie.

“Vanno predisposte misure adeguate per assicurare i percorsi di sporco e pulito – aggiunge il sindacalista della Fp Cgil El Arrag – I reparti Covid nelle Cra sono utili se viene effettuata l’implementazione del personale e degli operatori sanitari. Inoltre bisogna assicurare la presenza di personale qualificato. In questa fase c’è bisogno anche di assicurare un’intensa attività di controlli da parte dell’Azienda Sanitaria, sia sui servizi accreditati, sia su quelli al di fuori dell’accreditamento, intervistando e coinvolgendo gli operatori dei servizi che operano in prima linea.

Gran parte delle “casa famiglia” continuano a sentirsi libere da ogni vincolo di confronto sulle misure di contenimento di rischio contagio, nonostante che i problemi siano stati segnalati da tempo, ma le cui segnalazioni sono state sempre ignorate e le decisioni rimandate.

Quando l’emergenza sarà finita bisognerà senz’altro ripensare il sistema dei servizi socio-sanitari, ma nel frattempo bisogna mettere risorse nel sistema per assicurare tutte le misure di sicurezza, la presenza del personale e anche un incentivo economico per coloro che dall’inizio della pandemia stanno operando incessantemente per assicurare le prestazioni socio-sanitarie in condizioni davvero complicate e senza precedenti”.

 

















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