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Confesercenti Modena: “I negozi tornano a essere un punto di riferimento, ma l’emergenza Covid frena la spesa”

Foto di Bruno – Germany da Pixabay

Complice il sole, il ritorno alla zona Gialla, la riapertura (ridotta) dei ristoranti e la voglia di fare acquisti per Natale – ma soprattutto di normalità – i centri storici in tutta la provincia di Modena hanno registrato il pienone nel fine settimana appena concluso. Dopo il ponte dell’8 dicembre funestato dalle alluvioni, finalmente i modenesi hanno avuto weekend da dedicare allo shopping prenatalizio: acquisti sobri e contenuti, forte e prevedibile flessione delle vendite rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma nei commercianti c’è una timida fiducia per i prossimi giorni.

A pesare su questa spendig review nei consumi, ovviamente, è la lunga emergenza. I modenesi arrivano alle feste 2020 stremati da un anno difficile, dal forte impatto psicologico ed economico, per questo non sarà un Natale come gli altri: si stima un calo dei consumi del 20,6% rispetto all’anno precedente, che – a livello nazionale – si traduce in – 4,7 miliardi di euro di spesa in meno.

“Mancano due settimane a Natale e questo è stato il primo weekend completo di parziale riapertura, dopo il passaggio alla zona gialla: diciamo che per molti è stato un fine settimana “esplorativo”, e le vendite vere e proprie non sono ancora pienamente avviate – spiega Mauro Rossi, Presidente Confesercenti Modena – Risulta però subito chiaro che la pandemia ha drasticamente ridotto i consumi anche nella nostra provincia ed è per questo che oggi sono a rischio molte attività provate da periodi di chiusure o semi-lockdown. Le persone, però, sono finalmente tornate nelle strade e nei negozi: questo ci fa sperare per i prossimi giorni. Un segnale importante è proprio il fatto che gli esercizi di vicinato sono tornati ad essere un riferimento per i cittadini, nonostante la concorrenza dei grandi gruppi sul web”.
Confesercenti Modena ha fatto una prima fotografia della situazione vendite già questa mattina, subito dopo il fine settimana che apre la corsa ai regali, intervistando cinquanta piccole imprese del commercio. Coinvolti i settori che di norma sono maggiormente interessati dalle vendite natalizie: abbigliamento, profumeria, elettronica, libri, alimentari, giocattoli e, naturalmente ristorazione.

La maggior parte delle attività segnala un calo delle vendite significativo, ma contenuto entro il 20%; tengono i negozi di alimentari e gastronimia, mentre chi è più in sofferenza sono senza dubbio i settori dell’abbigliamento e della ristorazione: ristoranti e pizzerie in particolare sono stati fortemente penalizzati delle misure restrittive sugli orari di apertura e le perdite superano il 40%. Da segnalare un’inversione del trend nel settore dell’elettronica: mentre fino allo scorso anno gli smartphone andavano per la maggiore in questo periodo, quest’anno si preferiscono pc portatili e tablet, utili per la didattica a distanza. Tutti i commercianti poi, in maniera trasversale, sottolineano come numerosi clienti facciano richiesta di consegna a domicilio degli acquisti (+30%): i negozi di prossimità, infatti, sono stati in grado di attrezzarsi rapidamente per rispondere a questa nuova esigenza e ora sono in gradi di fornire questo servizio aggiuntivo.

Infine Confesercenti sottolinea come le restrizioni imposte ai negozi fisici, ma anche agli spostamenti  della clientela tra i comuni abbiano finora fortemente penalizzato la rete fisica del commercio al dettaglio, orientando buona parte degli acquisti natalizi verso piattaforme dell’e-commerce. Per questo Confesercenti auspica che nei prossimi giorni non si aggiungano ulteriori restrizioni: “Si legge che sono al vaglio ulteriori misure restrivvite durante le festività, in particolare per il commercio e il terziario: sarebbe una colpo gravissimo a settori che hanno già pagato un prezzo eccessivamente alto in termini economici e come associazione di categoria esprimiamo da subito la nostra contrarietà” conclude Rossi.

 

















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