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Il Consiglio impegna Modena a sostenere la liberazione di Patrick Zaki

Sostenere anche a Modena la causa della liberazione di Patrick Zaki dalla sua carcerazione in Egitto, richiamando al rispetto dei diritti umani, come è accaduto in passato per la vicenda di Giulio Regeni. È l’invito rivolto all’Amministrazione dal Consiglio comunale di Modena che, nella seduta di venerdì 18 dicembre, ha approvato un ordine del giorno sottoscritto dai gruppi di maggioranza e presentato da Irene Guadagnini (Pd), prima firmataria assieme a Tommaso Fasano dello stesso gruppo. La mozione ha ottenuto il voto a favore della maggioranza (Pd, Sinistra per Modena, Verdi, Modena civica), del Movimento 5 stelle, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia – Popolo della famiglia. Astenuta Lega Modena.

Illustrando il documento in aula, la consigliera Guadagnini ha ricordato che Zaki, il ricercatore egiziano dell’Università di Bologna, nonché attivista per i diritti umani, ha subìto torture ed è in carcere nel suo Paese “in maniera arbitraria” per via di presunte accuse generiche di istigazione alla protesta e propaganda con fini terroristici, subendo anche torture. “A ogni scadenza del periodo di detenzione – ha aggiunto Guadagnini – questa viene prolungata in maniera sistematica e senza riscontri oggettivi”.

La mozione ricorda che in estate il sindaco Gian Carlo Muzzarelli aveva firmato un appello alla liberazione di Zaki lanciato dall’associazione InOltre – Alternativa progressista in collaborazione con Amnesty International e che “quando in passato si sono verificate situazioni analoghe, come nel caso di Regeni, il Comune di Modena ha sempre preso posizione contro ogni palese e arbitraria violazione dei diritti civili e umani”. Alla luce di queste premesse, l’ordine del giorno invita l’Amministrazione cittadina a unirsi alla mobilitazione che ha già coinvolto numerosi Consigli comunali che hanno votato ordini del giorno simili e che in alcuni casi hanno concesso a Zaki la cittadinanza onoraria. “Vogliamo dimostrare – ha sottolineato la consigliera Guadagnini – solidarietà, sostegno e vicinanza a Patrick e alla sua famiglia, compresi i colleghi di studi. Non deve mancare l’attenzione necessaria, soprattutto dell’opinione pubblica, per evitare che scenda il silenzio, e che Patrick sia lasciato solo”. La mozione domanda inoltre di affiggere, in un luogo visibile al pubblico, una copia del ritratto di Zaki; di dare il patrocino a iniziative pubbliche a sostegno della causa per la liberazione e a sostegno dei diritti umani e della libertà di espressione in Egitto e in tutti gli Stati in cui questi vengono messi in discussione; di attivarsi con i rappresentanti modenesi alla Camera, al Senato e al Parlamento Europeo affinché il Governo Italiano e l’Unione Europea promuovano le iniziative per la liberazione del ricercatore.

Nel dibattito che ha preceduto l’approvazione del documento, per Lega Modena Beatrice De Maio ha affermato che “le torture sono inaccettabili ma sono utilizzate da molti stati per reati di terrorismo, come gli Usa”. La richiesta di liberare Zaki, ha osservato, “non deve trasformarsi in crociata contro un Paese amico dell’Italia, pur senza sminuire ciò che sta subendo”. Giovanni Bertoldi ha aggiunto che “l’Egitto è un’importante democrazia nordafricana, sebbene diversa da quelle occidentali. Il caso riguarda una vicenda giudiziaria legata un cittadino egiziano, non sappiamo se le violenze ci siano state o quali siano le informazioni dei giudici”.

Per Sinistra per Modena, Camilla Scarpa ha osservato che “le vicende di Zaki e Regeni ci hanno colpito perché si tratta di due ragazzi della nostra generazione abituati a muoversi: potremmo essere nelle loro condizioni”. Oltre a esprimere solidarietà, dunque, occorrono “iniziative pubbliche e azioni da parte del Governo e dell’Unione Europea”.
Per Paola Aime (Verdi) la vicenda di Zaki è “intollerabile e l’Italia dovrebbe prendere le distanze dal Governo egiziano che agisce violando i diritti umani”. Inoltre, la mozione risulta utile, ha detto, “per non sottovalutare queste casi, magari con la motivazione che in un Paese vicino succede di peggio”.

Secondo Giovanni Silingardi (M5s) l’azione del Governo italiano per la liberazione è insufficiente: “Bisogna prendere posizione mettendo da parte la ‘real politik’ quando si parla di diritti umani”. Sempre in Egitto, ha affermato, le autorità “hanno depistato le indagini sulla morte di Regeni” e perciò il Paese “è ostile all’Italia”.
Elisa Rossini (Fratelli d’Italia – Popolo della libertà) ha precisato che “di fronte a un giovane torturato e incarcerato possiamo solo votare a favore della mozione. Mi sarebbe piaciuto che il messaggio fosse passato con un voto unanime”.

Per il Pd, Tommaso Fasano ha innanzi tutto ricordato il presidio pubblico in città per sostenere la causa di Zaki. “Le vicende di Patrick e di Regeni sono collegate – ha evidenziato – perché abbiamo a cuore la vicenda di Zaki, anche come comunità modenese, in quanto italiano d’adozione”. Allo stesso modo, Alberto Cirelli ha sottolineato l’importanza della ‘residenza’ bolognese di Zaki: “Lo sentiamo vicino a noi”. La vicenda della liberazione del ricercatore “non è solo questione di diplomazia internazionale – ha dichiarato – ma anche di valori imprescindibili: un ragazzo che viene dal Nordafrica può conoscere una democrazia più matura in Italia”.

Piergiulio Giacobazzi (Forza Italia) ha rimarcato la difesa dei diritti umani: “Zaki – ha detto – non è in prigione solo per aver criticato il Governo, ma per aver scritto una tesi sull’omosessualità condannata dalla Sharia che per molti musulmani è superiore alla legge”. E per il consigliere “ci sono persone residenti in Italia che la pensano alla stessa maniera”.

















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