“L’entrata dell’Emilia-Romagna in zona arancione, con la conseguente chiusura per ulteriori giorni delle attività, crea le condizioni per portare al fallimento decine d’imprese del settore nella nostra provincia”.
È il commento di Gianfranco Zinani, presidente della Fiepet Confesercenti Modena (Federazione Italiana esercenti pubblici) alla nuova ordinanza del Ministro che assegna le diverse collocazioni delle Regioni d’Italia per i prossimi giorni e colloca l’Emilia-Romagna in zona arancione.
“Il sistema così non funziona – continua Zinani – è fondamentale rivedere le prescrizioni delle diverse zone, modificando anche protocolli e consentendo anche in zona arancione l’apertura dei pubblici esercizi, eventualmente con limitazioni ulteriori, al pari di quello che avviene per gli esercizi commerciali. Le misure dettate dal Governo, rese note di giorno in giorno, senza una programmazione lucida e sopportata da una strategia di sostegno volta ad assicurare la sopravvivenza delle nostre imprese, non fanno altro che peggiorare ed esasperare la situazione nostra, dei nostri dipendenti e delle nostre famiglie. Queste limitazioni al nostro lavoro devono essere affiancante da una riduzione dei costi fissi, che a tutt’oggi ci troviamo a dover assolvere per non andare in fallimento, e che i ristori fin ad ora ricevuti ben poco coprono. Abbiamo bisogno di liquidità per sopravvivere. Tasse nazionali e locali, pagamenti fiscali, costi delle utenze, muti, affitti e più in generale tutti i costi di gestione devono essere congelati e cancellati così come viene congelato e cancellato il nostro diritto di lavorare e di far lavorare i nostri dipendenti, collaboratori e fornitori. Chiediamo immediatamente di rivedere con il Cst le prescrizione definite per il nostro settore nelle diverse zone (gialle, arancioni e rosse) con la piena disponibilità di aggiornare i nostri protocolli pur di potere lavorare. Chiediamo inoltre la garanzia al Governo che le decisioni che gravano sulle nostre attività, e di conseguenza sui nostri dipendenti, siano concertate e fornite in tempi congrui per permetterci di programmare al meglio la nostra attività, e non di giorno in giorno come avvenuto fino ad ora”.
Questa è la richiesta che la Federazione, avanza al Governo in vista dell’emanazione del nuovo DPCM che dovrebbe regolamentare il periodo successivo al 15 gennaio, data in cui scadrà l’efficacia del DPCM dello scorso dicembre.
“Si sta compiendo un vero e proprio sterminio della categoria nell’indifferenza generale – conclude Zinani – ristoratori e gestori dei pubblici esercizi sono esasperati e hanno assolutamente bisogno di recuperare prospettive per il futuro”.