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Decreto liquidità, CNA: oltre un terzo delle imprese modenesi ha fatto ricorso ai prestiti garantiti dallo Stato

Sono 23.829, il 37,2% di quelle complessivamente in attività (64.118) sul nostro territorio, le imprese modenesi che hanno avuto accesso ai prestiti previsti dal Decreto Liquidità emesso ad aprile 2020 dal Governo per far fronte alle prime conseguenze economiche della pandemia, un intervento che ha stanziato ad oggi oltre 132 miliardi di euro per 1,6 milioni di aziende in tutto il Paese. Lo rende noto l’Ufficio Studi di CNA Modena, che ha analizzato (alla data odierna) l’elenco di queste operazioni pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico sul sito www.fondidigaranzia.it.

Gli interventi sul nostro territorio hanno riguardato l’1,4% delle imprese e l’1,8% delle risorse complessive distribuite, con un importo medio per operazione di poco superiore ai 101mila euro, uno dei valori più alti – siamo al dodicesimo posto in questa graduatoria – In Italia (la media nazionale è di 79.789 di euro).

Modena si posiziona al 17esimo posto tra le province italiane per il numero di imprese che hanno fatto ricorso a questo strumento e al 13esimo per somme erogate (in allegato la graduatoria fino a Modena, appunto), classificandosi invece al secondo posto in Regione dietro alla sola Bologna. Reggio Emilia, seppure distanziate rispetto a questi due parametri, ha fatto invece meglio di un paio di centinaia di euro per ciò che riguarda l’importo medio delle operazioni.

Pubblicato anche l’elenco dei prestiti sino a 30mila euro, quelli che hanno riguardato in particolare le piccole e medie imprese grazie alla Garanzia statale del 100%. In questa particolare graduatoria Modena si conferma al secondo posto in regione, ma arretra al 18esimo posto sia per imprese coinvolte (15.514, l’1,4% di quelle complessive) che per risorse utilizzate (302 milioni, anche in questo caso l’1’4% del totale), con un importo medio per operazione di 19.508 euro.

È stato analizzato anche il dato riferito alla nostra Regione, che ha assorbito l’8,9% dell’ammontare dei finanziamenti complessivi ed il 13,6% delle imprese coinvolte in tutto il Paese. Modena, in ambito regionale, ha fatto suoi il 18,1% dei prestiti erogati, rappresentando il 16,4% delle imprese beneficiarie in Emilia-Romagna.

“Si tratta di una misura – commenta CNA – che, a parte i problemi iniziali, si sta dimostrando piuttosto gradita dalle imprese, anche alla luce del suo potenziamento introdotto dalla Legge di Bilancio, con l’allungamento dei termini di rimborso, passato a 15 anni e l’allargamento della platea dei destinatari agli enti non commerciali. Con la sottolineatura che riguarda pur sempre prestiti, mentre le imprese, in particolare quelle più colpite dalle chiusure introdotte per contrastare la pandemia, hanno bisogno anche di ristori a fondo perduto, soprattutto quelle che, pur rimanendo aperte, hanno visto una sensibile contrazione del fatturato”.

Proprio per questo CNA ha chiesto il superamento dei codici ateco per l’individuazione dei ristori, ed il ricorso, come parametro applicativo, dell’effettiva perdita di fatturato. È l’unico modo per individuare con precisone le imprese in situazione di criticità”.

Le graduatorie riferite ai prestiti totali, a quelli inferiori ai 30.000 euro e la situazione in Emilia-Romagna

















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