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Sant’Ilario d’Enza: ai domiciliari per furto incontra pregiudicati, condotto in carcere

teDal dicembre dello scorso anno beneficiava a Calerno di Sant’Ilario d’Enza degli arresti domiciliari per furto, e sebbene gli fosse stato prescritto il divieto di comunicare con terze persone limitandosi a quelle conviventi, lui ospitava in casa e si incontrava con pregiudicati. Ad accertarlo i carabinieri della stazione di Sant’ilario d’Enza nel corso dei reiterati controlli eseguiti. La Procura reggiana, concordando con gli esiti degli accertamenti dei carabinieri, ha quindi richiesto ed ottenuto dal GIP del tribunale di Reggio Emilia l’aggravamento della misura degli arresti domiciliari con quella di custodia cautelare in carcere.

Il provvedimento ieri è stato eseguito dai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza che hanno condotto in carcere il 46enne G.H. L’uomo si trovava ai domiciliari per furto: il 7 novembre del 2019, infatti, dopo essersi introdotto in un’area deposito di un’azienda di Canossa aveva rubato merce (in specie materiale ferroso) per un valore di 20.000 euro, portandola via con un furgone intestato a un’altra ignara persona. Il 15 agosto del 2020, utilizzando un altro furgone, si era impossessato di 700 kg di rame, prelevati da un magazzino di un’altra azienda di Canossa, dove era entrato praticando un foro nella parete laterale di un capannone confinante. Il bottino aveva un valore di alcune migliaia di euro.  I carabinieri erano riusciti a stabilire la medesima paternità dei due furti, ovvero quella del menzionato 46enne che era stato arrestato finendo ai domiciliari. Nonostante il divieto di comunicare con terzi, nel corso di ripetuti controlli operati dai carabinieri l’uomo è stato colto in diverse circostanze in compagnie di terze persone, tutte con precedenti penali e di polizia anche per delitti contro il patrimonio. Inoltre, sempre stando a quanto accertato dai carabinieri di Sant’Ilario d’Enza, almeno in una circostanza verificatasi il 22 gennaio è addirittura uscito dall’abitazione per intimorire i carabinieri che stavano procedendo a controllare il figlio. Tali condotte, segnalate alla Procura e condivise, hanno visto l’emissione dell’odierno provvedimento di aggravamento che ha visto ieri condurre in carcere il 46enne.

















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