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In Consiglio comunale a Modena il ricordo dell’architetto Cesare Leonardi scomparso all’età di 85 anni

“Un grande modenese, conosciuto in tutto il mondo per opere che hanno scritto pagine della storia dell’architettura”. Il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli ha ricordato così in Consiglio comunale l’architetto Cesare Leonardi scomparso all’età di 85 anni.

La notizia, accolta con un minuto di silenzio, è stata comunicata ai consiglieri dal presidente del Consiglio comunale Fabio Poggi ricordando che Leonardi era ammalato da tempo: “Lo ringraziamo per i segni visibili che il suo talento ha dato a Modena, come testimonianza della sua creatività, alla provincia e al nostro Paese”, ha affermato Poggi elencando, tra gli esempi, il Parco Amendola a Modena, i centri nuoto di Vignola e Mirandola, tanti oggetti progettati insieme a Franca Stagi ed entrati in collezioni permanenti dei più importanti musei del mondo. È il caso del Dondolo che il Comune ha scelto anche come simbolo della propria collana editoriale on line.
Il sindaco Muzzarelli, nell’esprimere condoglianze alla famiglia, ha ricordato la Bonissima che gli ha consegnato nella sua casa-studio nel giugno del 2015 in occasione dell’ottantesimo compleanno, “come segno di riconoscenza e ammirazione di Modena e dei modenesi per le opere di una vita”.

Il sindaco ha poi ricordato la mostra retrospettiva allestita nel 2017, con oltre 23 mila visitatori, alla Palazzina dei Giardini Ducali e alla Galleria Civica (“un grande successo che ha riportato il suo nome all’attenzione anche di tanti giovani”) e ha annunciato che il Comune “sta lavorando insieme alla Fondazione Leonardi per rendere ancora più moderno, bello e fruibile una delle sue opere più note e riconoscibili insieme al Parco di Bosco Albergati: il Parco Amendola. Avremo modo di ricordarlo come merita”.

Cesare Leonardi, in oltre 50 anni di attività si è occupato di architettura, urbanistica, fotografia, design, pittura e scultura, lavorando costantemente al confine tra progettazione e pratica artistica. La sua vicenda professionale e umana è stata considerata ‘controcorrente’ rispetto ai modelli della contemporaneità ed è proprio per questo “che pone questioni rilevanti sull’epoca in cui viviamo”.

















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