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Tecnologia “salvavita”: l’innovazione di un dispositivo made in Italy attualmente presente negli ospedali di 13 Paesi nel mondo

Presentato in anteprima agli esperti di tutto il mondo in occasione del Congresso Europeo di Cardiochirurgia (EACTS), tenutosi nell’ottobre 2019, ECMOlife, innovativo dispositivo in grado di sostituire temporaneamente la funzione del cuore e dei polmoni, è oggi utilizzato negli ospedali di 13 Paesi nel mondo.

L’innovativa tecnologia di Eurosets, azienda italiana di Medolla (MO) specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di dispositivi biomedicali, è un dispositivo “salvavita”, un sistema per circolazione ed ossigenazione extracorporea (ECLS – ExtraCorporeal Life Support), caratterizzato da una tecnologia innovativa, che comprende anche una pompa centrifuga di ultima generazione a levitazione magnetica in grado di svolgere la funzione del cuore.

Dal lancio sul mercato, avvenuto a luglio 2020, sono diverse decine gli ECMOlife installati in Italia, Spagna, Francia, Belgio, Gran Bretagna, Germania, Croazia, Ungheria, Svizzera, Albania, Turchia, Kuwait, Myanmar. Altri paesi avranno la possibilità di dotarsi di ECMOlife nei prossimi mesi grazie alle registrazioni internazionali in corso.

Attualmente il dispositivo di Eurosets incontra una varietà di utilizzo molto ampia: viene infatti impiegato in Cardiochirurgia, Emodinamica, in Terapia Intensiva, nel trattamento di pazienti Covid critici, nel caso di shock cardiogeno post intervento cardiochirurgico, per contrastare crisi respiratorie o come supporto nei trapianti polmonari e cardiaci.

“La nostra mission è quella di dare una risposta alle diverse problematiche cliniche attraverso l’innovazione, ed ECMOlife è pienamente in linea con i nostri obiettivi – commenta Antonio Petralia, Vice Presidente e Amministratore Delegato di Eurosets –. Siamo orgogliosi di portare sul mercato questo innovativo device e di poter supportare il lavoro dei professionisti sanitari nell’aiutare pazienti in condizioni critiche ovunque nel mondo”.

ECMOlife consente di trattare pazienti complessi in varie aree terapeutiche, permettendo approcci clinici all’avanguardia come l’Ossigenazione Extracorporea a Membrana (ECMO) e il supporto circolatorio meccanico (MCS). Questi trattamenti sono utilizzati per le cure ai pazienti il cui sistema cardio-respiratorio risulti gravemente compromesso e refrattario alle terapie farmacologiche, in caso di arresto cardiaco oppure di grave insufficienza cardiaca o respiratoria, come nei pazienti affetti da sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), che può essere causata da virus respiratori, come nei casi dell’H1N1 (influenza suina), della SARS (sindrome respiratoria acuta grave) o del Covid-19. Dunque, qualora uno o entrambi gli organi nobili, cuore o polmone, del paziente risultano temporaneamente compromessi, ECMOlife è in grado di sostituirli in attesa che riprendano la loro funzione naturale.

In questi mesi sono balzati all’attenzione dei media numerosi casi di utilizzo di ECMOlife, in particolare in Spagna, dove l’Ospedale Virgen de la Arrixaca di Murcia è stato il primo nella nazione iberica ad utilizzare il device per trattare con successo un giovane paziente Covid in situazione critica.

In Italia, un recente caso ha visto il primo utilizzo di ECMOlife in un intervento di Emodinamica: il dispositivo ha salvato la vita ad un paziente operato a Villa Torri Hospital di Bologna. L’uomo, a causa delle gravi condizioni cardiache, non poteva sopportare un classico intervento cardiochirurgico di bypass. È stato quindi adottato un approccio chirurgico multidisciplinare che ha richiesto il supporto di ECMOlife per eseguire un’angioplastica coronarica.

Attualmente, in Italia ECMOlife viene utilizzato da diversi centri di alta specialità in Emilia Romagna, Lombardia, Campania, Veneto e Lazio. L’utilizzo di ECMO richiede difatti un team specializzato: questa tecnologia è attualmente presente solo in ospedali di alta specialità.

 

ECMOlife e Covid-19

Durante la prima ondata della pandemia da Covid-19, Eurosets ha visto triplicare la richiesta, e di conseguenza la produzione, di dispositivi monouso per ECMO. L’utilizzo di questi device costituisce ad oggi l’estrema ratio verso i pazienti intubati e connessi al ventilatore meccanico che non trovano nessun giovamento. I pazienti, attraverso l’inserimento di apposite cannule sui grossi vasi, vengono collegati al dispositivo per l’ossigenazione extracorporea, permettendo di rimuovere l’anidride carbonica e di ossigenare il sangue. Questa condizione consente al polmone naturale di rimanere parzialmente a riposo in quanto gli scambi ossigeno/anidride carbonica avvengono direttamente tra il dispositivo ECMO e il sangue del paziente.

“Grazie alle nostre tecnologie ECMO, ed ora anche ad ECMOlife, è possibile aumentare le probabilità di guarigione e di ridurre le percentuali di mortalità per Covid-19 – commenta Antonio Petralia –. ECMOlife è infatti in grado di supportare i pazienti colpiti dal Covid-19 che versano in condizioni critiche, motivo per cui le richieste per questa tipologia di dispositivi risultano tutt’oggi ancora elevate”.

 

Il futuro di ECMOlife

Le dimensioni ridotte e la trasportabilità di ECMOlife ne consentono l’utilizzo anche sulle ambulanze e, dal prossimo anno, sugli aeromobili. Pazienti con gravi affezioni polmonari o in shock cardiaco possono così essere stati stabilizzati ovunque si trovino ed essere trasportati in ospedale.

In Italia ogni anno vengono colpite da arresto cardiaco oltre 60mila persone; di queste solo il 5% sopravvive, percentuale che può arrivare al 30% grazie alla recente diffusione del defibrillatore semi automatico, che dovrà diffondersi sempre più capillarmente. ECMOlife, con la sua tecnologia made in Italy, è destinato a condizionare ancor più favorevolmente le attuali tecniche di rianimazione cardiopolmonare: si stima infatti che dispositivi come ECMOlife possano aumentare la sopravvivenza in caso di arresto cardiaco fino al 60-70%.

 

 

















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