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A Modena 892.000 euro per tre progetti di ricerca sanitaria finalizzata

Con 892 mila euro per 3 progetti di ricerca sanitaria finalizzata l’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena si conferma protagonista anche del Programma di Ricerca sanitaria finalizzata dell’Emilia-Romagna (Fin-Rer) 2020 che ha premiato con 4,5 milioni di Euro 19 progetti in tutta la Regione, ripartiti in tre tipologie Programmi di rete su temi di ricerca prioritari per il Servizio sanitario regionale per creare e promuovere il lavoro in rete, progetti Regione-Università progetti Bottom-Up proposti direttamente dai ricercatori.

Per quanto riguarda Progetti di Rete è stato premiato con € 350.000,00 il progetto della prof.ssa Erica Villa, Direttore della Gastroenterologia e docente UNIMORE dal Titolo “Risultati sul medio e lungo termine nei pazienti eradicati del virus dell’HCV in rapporto allo stadio di malattia al momento del trattamento“. 

Per i progetti Bottom-up è stato finanziato con 142.000 euro il progetto proposto dalla dottoressa Angela Toss dell’Oncologia – che è anche Principal Investigator –  diretta dal prof. Massimo Dominici, dal titolo “Genitourinary Syndrome in breast cancer patients: the common untold unmet need“. Lo studio vede coinvolto anche il dottor Giovanni Grandi dell’Ostetricia e Ginecologia.

Infine, per la sezione Progetti Regione-Università è stato premiato con 400.000 euro selezionato il progetto dell’Urologia, di cui il prof. Salvatore Micali è Principal Investigator, e coordinato per Modena del dottor Stefano Puliatti, anche lui urologo dell’Ospedale Civile. Il titolo del progetto “Tecnica di microscopia confocale a fluorescenza ex-vivo per una rapida valutazione intraoperatoria in diversi ambiti oncologici: chirurgia della prostata, chirurgia di Mohs per carcinoma basocellulare della pelle”. 

Il dettaglio dei progetti

Risultati sul medio e lungo termine nei pazienti eradicati del virus dell’HCV in rapporto allo stadio di malattia al momento del trattamento

Questo progetto si propone di valutare i risultati a medio e lungo termine delle terapie antivirali dirette (DAAs) contro l’epatite C. ll progetto, che Modena coordinerà, raccoglierà I risultati di queste innovative terapie antivirali dal primo momento in cui sono state introdotte in Regione Emilia-Romagna (2015) fino al 2020, per un numero totaledi irca 18.000 soggetti e vede coinvolti tutti i centri prescrittori della Regione. La motivazione dello studio parte dalla consapevolezza che oggi abbiamo a disposizione farmaci innovativi molto potenti per la lotta all’epatite C e che è necessario studiarne gli effetti a lungo termine, per valutarne appieno l’impatto ed il reale rapporto costo/beneficio per il Sistema Sanitario Regionale. Il problema è molto rilevante perché sul trattamento dell’Epatite C sono state investite, dal Sistema Sanitario Regionale, risorse finanziarie estremamente importanti, soprattutto negli anni niziali di disponibilità di queste terapie, allora molto costose,  e quindi l’esatta valutazione dell’impatto della terapia sulla storia naturale della malattia è un dato obbligatorio da acquisire. In aggiunta, in un’ottica di coerente politica sanitaria, nel momento in cui da più parti vengono proposte iniziative di screening di popolazione per identificare i soggetti HCV-positivi non noti, è obbligatorio sapere se i vantaggi della terapia con DAA (o i possibili svantaggi) sono distribuiti o meno uniformemente fra i soggetti trattati, in modo da indirizzare le risorse verso quella o quelle parti della popolazione HCV-positiva che ne può trarre maggiore vantaggio.

Genitourinary Syndrome in breast cancer patients: the common untold unmet need Il progetto si propone di valutare l’efficacia di un laser intravaginale ad erbium per il trattamento della sindrome genito-urinaria in donne affette da tumore mammario in premenopausa.

La sindrome è caratterizzata da una progressiva atrofia vulvo-vaginale causata dalla carenza post-menopausale di estrogeni e si manifesta con secchezza, prurito e dolore. Nelle donne in cura per il tumore mammario, le terapie oncologiche provocano una menopausa anticipata e, quindi, la possibilità di un esordio precoce di questa sindrome con conseguenze molto invalidanti sulla qualità di vita di queste pazienti. Le uniche terapia a disposizione per queste donne sono ad oggi trattamenti loco-regionali di scarsa efficacia, mentre i trattamenti ormonali sono controindicati a causa della pregressa diagnosi di tumore mammario. Lo studio valuterà la sicurezza e l’efficacia del laser ad erbium in giovani pazienti curate per il tumore della mammella.

Lo studio intitolato “Tecnica di microscopia confocale a fluorescenza ex-vivo per una rapida valutazione intraoperatoria in diversi ambiti oncologici: chirurgia della prostata, chirurgia di Mohs per carcinoma basocellulare della pelle” ha come obiettivo quello di definire l’efficacia dell’uso intraoperatorio della microscopia confocale nell’intervento di prostatectomia radicale robotica per il trattamento del tumore della prostata e nella chirurgia per il tumore basocellulare della pelle. La microscopia confocale è applicata ex vivo sul paziente in sala operatoria per rilevare la presenza di margini chirurgici positivi nel tessuto asportato e la sua concordanza con l’esame istologico standard. Dimostrando l’efficacia di questo dispositivo tecnologico di ultima generazione, e favorendone la sua adozione, si garantirebbe una maggiore sicurezza oncologica delle procedure chirurgiche guidando la strategia del chirurgo in tempo reale. Inoltre si potrebbe ottenere una migliore preservazione dei tessuti sani, con un migliore recupero della continenza e della erezione nei pazienti sottoposti a chirurgia prostatica e migliori risultati estetici e funzionali nei pazienti sottoposti a chirurgia dermatologica.

















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