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Celebrazioni dantesche, un dipinto di proprietà della Regione Emilia-Romagna approda alla mostra inaugurata alle Scuderie del Quirinale

apertura della cassa (ph Alberta Fabbri)

C’è anche un’opera di proprietà della Regione Emilia-Romagna tra quelle presenti nella mostra che si è inaugurata il 15 ottobre alle Scuderie del Quirinale, a Roma, Inferno. Una topografia del Male, curata da Jean Clair. Si tratta di un dipinto a soggetto dantesco, “Dante che parte per l’esilio”, conservato a Bologna presso Palazzo Legnani Pizzardi, ora sede del Palazzo di Giustizia.

L’autore, il pittore bolognese Andrea Besteghi, la consegnò al marchese Luigi Pizzardi nel 1865, in occasione delle celebrazioni del VI Centenario dalla nascita del Poeta.

Il prestito rientra tra le molte attività di valorizzazione per promuovere la straordinaria ricchezza del patrimonio diffuso sul territorio, a cui si aggiungono le meno conosciute collezioni della Regione. La possibilità di ascrivere la tela all’elenco delle opere selezionate da Jean Clair si deve al programma editoriale digitale dedicato alla storia e alla memoria di Bologna e del Servizio Patrimonio culturale regionale.

Il dipinto, esposto a Roma in mostra in Sala III, rientra nell’unità dedicata alla ricostruzione della tormentata vicenda biografica di Dante a partire dalla sentenza che prepara l’esilio ponendo anche, con la nuova identità di rifugiato politico, le premesse alla stesura del Poema.

L’esposizione si compone di oltre 200 opere, provenienti da oltre 80 tra i più importanti musei, raccolte pubbliche e collezioni private, a documentazione di un arco temporale che va dal Medioevo ai giorni nostri appoggiandosi alle testimonianze di Beato Angelico, Botticelli, Bosch, Bruegel, Goya, Manet, Delacroix, Rodin, Cézanne, von Stuck, Balla, Dix, fino ai contemporanei Richter, Taslitzky e Kiefer.

La tela in prestito porta la data del primo evento celebrativo dantesco promosso sotto l’egida dello Stato unitario e rientra in un ambizioso programma iconografico voluto e commissionato da Luigi Pizzardi, primo sindaco della città liberata dall’amministrazione pontificia e poi austriaca, per dotare la propria residenza di un salone d’onore denominato del Risorgimento – oggi sede della presidenza del tribunale di Bologna – che glorificasse la ritrovata sovranità nazionale.

Nel dipinto la figura di Dante viene rappresentata nel momento in cui si appresta a intraprendere la via dell’esilio, lasciando alle spalle Firenze per trovare rifugio prima a Forlì, nei due lunghi soggiorni fra il 1302 e il 1308, e poi a Ravenna dove si stabilì a partire dal 1319 fino alla morte. Il crinale regionale richiama il passaggio biografico del Poeta e sancisce, sul piano simbolico, la continuità tra la patria nazionale e la nuova patria locale, ove egli finiva di scrivere la Divina commedia; e l’iconografia di Dante è emblematica negli attributi del manto rosso e la corona laurea che lo presentano come un santo laico. Dal punto di vista stilistico, il dipinto di Besteghi protrae la linea classicista neoseicentesca in piena sintonia con le ricerche accademiche pompier dei coevi francesi.

















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