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Alberi, luci e percorsi: il restauro del parco Amendola di Modena

Più alberi, più luce e nuovi percorsi. Sono i temi portanti del progetto per il restauro organico e la valorizzazione del parco Amendola che punta ad aumentare e densificare il verde, a rinnovare l’illuminazione e a restaurare i percorsi in cemento realizzandone anche dei nuovi. Il progetto si pone l’obiettivo di rendere più fruibile e godibile per tutti i cittadini il parco realizzato nel 1981 su disegno degli architetti Cesare Leonardi e Franca Stagi, mantenendone l’impianto originale.

Per guidare la trasformazione dell’area, che nel tempo ha mostrato la necessità di un intervento di ripristino, rispettando l’eredità culturale degli architetti Leonardi e Stagi, il Comune di Modena ha affidato lo studio di fattibilità del progetto all’Archivio Leonardi, cogliendo l’occasione del quarantesimo compleanno del parco. Il lavoro degli architetti è partito dall’indagine dello stato di fatto con il rilievo e la mappatura di tutti gli alberi e le piante esistenti e delle loro condizioni di salute. Allo stesso modo sono stati indagati tutti i percorsi e i manufatti originali in cemento (cilindri-sedile, fontane, pattumiere), materiale scelto all’epoca come elemento costruttivo dominante nel parco, ed è stata effettuata un’analisi approfondita sull’illuminazione, prevedendo il ripristino della torre faro.

Contemporaneamente è stata avviata un’iniziativa di ascolto dei cittadini per raccogliere informazioni sulle abitudini di fruizione del parco, osservazioni, preferenze e suggerimenti attraverso un questionario on line al quale hanno risposto 1.772 cittadini.
Il progetto per il restauro del parco Amendola è stato presentato questa mattina, martedì 26 ottobre, a OvestLab con una conferenza stampa alla quale hanno partecipato l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi e gli architetti Andrea Cavani e Giulio Orsini che hanno curato il progetto per l’Archivio Leonardi.

“Rilevata la necessità di intervenire sul parco che mostra chiaramente i segni del tempo – spiega l’assessora all’Ambiente Alessandra Filippi – abbiamo deciso di mantenere la continuità con l’idea progettuale di Leonardi e Stagi, fondata sulla centralità degli alberi e del verde ma innestata nella tradizione politica e culturale della città. Questo vuol dire che il parco è e sarà ancora di più pensato per le persone e per le esigenze attuali. Per questo, prima di partire, abbiamo voluto ascoltare coloro che lo frequentano e lo amano, e la risposta, infatti, è stata eccezionale”.

Il progetto di restauro del parco Amendola, aggiunge l’architetto Giulio Orsini “è un’occasione fondamentale per riprendere e attualizzare il progetto Leonardi-Stagi finalizzato alla costruzione di una grande infrastruttura verde a servizio della comunità, e a promuovere eventi e itinerari turistico-culturali che abbiano al centro gli alberi e il rapporto tra città e natura”.
La realizzazione del progetto, che ha un valore complessivo stimato di oltre 2 milioni e mezzo di euro, procederà per stralci, prendendo il via nel 2022 con gli interventi sull’illuminazione. Il progetto, inoltre, sarà il quadro di riferimento nell’ambito del quale saranno inseriti tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria del parco.

IN 1.772 HANNO RISPOSTO AL QUESTIONARIO

La maggior parte di chi frequenta il parco Amendola lo fa “per stare in mezzo al verde” e per “rilassarsi” nelle zone preferite che sono le collinette, prima di tutto, seguite dai due laghetti e dalla collina anfiteatro. Rafforzare la vocazione naturalistica del parco Amendola è una delle indicazioni principali emerse dal questionario che la Fondazione Archivio Cesare Leonardi, nell’ambito dello studio di fattibilità per il restauro dell’infrastruttura, ha predisposto, per raccogliere informazioni, pareri e idee utili per la redazione del progetto.

Al questionario, disponibile on line sul sito del Comune di Modena e dell’Archivio Leonardi, ma rilanciato anche dalle associazioni che gravitano sul parco e a cui hanno partecipato anche gli studenti del Comprensivo 6, hanno risposto in tre mesi 1.772 cittadini, equamente divisi tra uomini e donne, per la maggior parte tra i trenta e i cinquant’anni, che frequentano il parco almeno una volta alla settimana raggiungendolo per lo più a piedi o in bicicletta.

“Bisogna mantenere il parco il più naturale possibile”, “lasciare molte aree verdi completamente libere” e “coprire di fiori alcune zone”, ma “non c’è niente di meglio per rilassarsi che camminare intorno ai laghetti circondati da una varietà di alberi che è unica”, in un “posto magico per immergersi nel verde in piena città”. Sono alcune delle risposte fornite che, per la maggioranza, sono in sintonia con il progetto originario di Leonardi e Stagi che concepiva il parco come spazio verde, dove i protagonisti sono gli alberi, i prati e i fiori.

Dal questionario emergono anche alcune criticità soprattutto per quanto riguarda i percorsi sconnessi e la scarsità dell’illuminazione ma, anche in questo caso i frequentatori chiedono di prendersi cura dell’esistente prima di pensare a nuove strutture e funzioni. In particolare, l’attenzione si è soffermata sull’illuminazione, con diverse richieste di vedere girare la grande luce rotante della torre faro e di aumentarla soprattutto nelle zone periferiche del parco. Molti sottolineano anche la necessità di riqualificare il bar e la zona circostante, di cui vengono riconosciute le potenzialità ma soprattutto evidenziate le attuali criticità in termini di degrado e malfunzionamenti.

I cittadini danno comunque alcuni suggerimenti per nuove funzioni o per arricchire quelle già presenti nel parco: in particolare, si chiede di dare uno spazio maggiore allo sport, con campetti da basket e per altri sport ma anche utilizzando gli elementi naturali e artificiali già esistenti come attrezzature sportive. Tra gli altri desideri espressi dai cittadini spiccano la richiesta di implementare un servizio di biblioteca all’interno del parco e di prevedere un deposito per biciclette.

Molti commenti, inoltre, chiedono una maggior valorizzazione della conoscenza del parco attraverso pannelli informativi e disegni che raccontino il progetto e la storia del parco, visite guidate periodiche, un sistema di etichette per riconoscere gli alberi.

Le riflessioni dei cittadini, sottolineano i curatori del questionario, suggeriscono una lettura del parco non come monumento cristallizzato ma piuttosto come risultato, talvolta problematico, talvolta coerente, talvolta addirittura sorprendente, dell’utilizzo che ne fanno, o che desiderano farne, i cittadini che lo utilizzano. Dalla lettura complessiva dei commenti liberi si ricava una grande affezione al parco, una significativa attenzione affinché il parco venga riqualificato senza particolari stravolgimenti e la conferma che l’idea originaria del parco inteso come area verde a carattere naturalistico, in cui rilassarsi e stare a contatto con la natura, sia ancora vincente e innovativa.

SI COMINCIA DALL’ILLUMINAZIONE

La torre faro del parco Amendola, con la luce che ruotando richiama ogni ora il percorso del sole facendo muovere le ombre a terra, potrà ricominciare a “girare” già nel 2022. L’intervento sull’illuminazione, infatti, è quello con il quale partirà il progetto per il restauro del parco. La rotazione, però, non avverrà fisicamente ma attraverso l’adozione di sistemi di controllo elettronici che consentano l’effetto di rotazione e la regolazione differenziata della luce che sarà prodotta da nuovi elementi a led a basso consumo e ad alta resa cromatica, in sostituzione dei vecchi corpi illuminanti.

L’illuminazione notturna del parco Amendola, nel progetto Leonardi-Stagi, si basava, appunto, sulla torre faro che illuminava la porzione centrale e su punti luce puntuali distribuiti lungo i percorsi e a servizio delle zone periferiche. Il progetto associava la torre faro al sole, prevedendo la rotazione dei proiettori nelle ore notturne, un espediente che avrebbe prodotto a terra ombre in continuo movimento ed esplicitato il principale tema di progetto che definiva il parco come un organismo in continua evoluzione, che giorno dopo giorno, stagione dopo stagione, anno dopo anno, si trasforma. L’impianto di rotazione, però, funzionò solo per un brevissimo periodo dopo l’installazione, e da allora il senso della torre faro risultò decisamente ridimensionato.

L’intervento sull’illuminazione prevede di ripristinare la torre faro e aumentare la luce in tutta l’area. Nella parte restante del parco sono previsti, infatti, tre nuovi pali, con un raggio d’azione di circa 50 metri, che saranno posizionati nell’area dei campi sportivi, tra il lago circolare e la ferrovia e nell’area prospiciente la scuola elementare Pisano. È inoltre previsto l’adeguamento tecnologico di tutti i lampioni e un loro infittimento lungo i percorsi e nelle aree periferiche dove si sono rilevate carenze. In via sperimentale, le chiome di quattro alberi saranno illuminate “dal basso”, come previsto dal progetto originario mai realizzato.

Il progetto sugli alberi e la vegetazione rielabora l’organizzazione generale prevista da Leonardi e Stagi che avevano immaginato la zona centrale più aperta e le due fasce laterali con una maggiore presenza di alberi, tenendo conto di quali specie sono cresciute con più vigore e quali invece hanno stentato, così come del cambiamento delle condizioni climatiche da allora ad oggi, con un innalzamento delle temperature e periodi sempre più lunghi con assenza di piogge. Il progetto prevede, dunque, il raffittimento degli alberi in corrispondenza delle aree esterne a est e a ovest e il mantenimento di spazi più aperti a prato nella fascia centrale; l’inserimento di alberi con caratteristica fioritura primaverile in corrispondenza degli ingressi dai parcheggi lungo viale Amendola; l’integrazione con alberi, arbusti e cespugli per caratterizzare gli ingressi del parco sui lati sud, est e ovest; l’individuazione di alcune aree per sperimentazioni verdi, come fioriture particolari sulle colline, previste anche da Leonardi e Stagi.

Il cemento è l’elemento costruttivo dominante del parco: di cemento sono fatti i percorsi, i nodi e i cilindri. Lo stato di conservazione degli elementi di cemento superstiti mostra una grande variabilità all’interno del parco: sono stati rilevati elementi in ottimo stato, altri con lievi ammaloramenti e altri ancora caratterizzati da una disgregazione quasi totale. Il principio alla base degli interventi progettuali mira a mantenere le pavimentazioni originali esistenti, anche se degradate, in vista del loro restauro, e invece di non ricostruire com’erano in origine quelle smantellate o definitivamente ricoperte. Il progetto prevede, perciò, il restauro o la ricostruzione degli elementi originari danneggiati ancora visibili e non ricoperti; lo spostamento delle pavimentazioni originarie vicino alle alberature o sollevate da radici affioranti; la realizzazione di un “circuito pedonale” accessibile e senza soluzione di continuità che permetta la fruizione a tutti di tutti i servizi del parco, dei luoghi di sosta e il godimento degli elementi naturali. Il nuovo percorso si accosta in vari punti alle pavimentazioni originarie mettendosi ‘in relazione’ con la preesistenza e dando vita a nuovi ‘nodi’.

In prospettiva, lo studio di fattibilità dell’Archivio Leonardi configura anche ipotesi d’uso future e rifunzionalizzazioni delle funzioni già presenti nel parco, a partire dall’arredo urbano, con la proposta di intervenire sulle sedute e sulle fontane, e dalle attrezzature sportive con l’idea di riorganizzare e potenziare l’area dedicata allo sport di squadra prevista dal progetto originario. Tra le suggestioni proposte anche un intervento sull’area giochi con l’ideazione di giochi su misura inseriti nel paesaggio e integrati con gli elementi naturali, la realizzazione di un “anfiteatro”, una struttura metallica, ricoperta di verde rampicante, dove poter sostare e chiacchierare e la riqualificazione del bar.

STORIA DI UN PROGETTO ALL’AVANGUARDIA

Il parco Amendola è uno dei parchi più frequentati e amati dai cittadini modenesi oltre a essere un’area strategica di collegamento tra la città e la campagna. Fu progettato e realizzato dagli architetti Cesare Leonardi e Franca Stagi a partire dal 1972 su incarico del Comune di Modena che voleva dotare di un grande parco la zona di espansione sud della città.

Inaugurato nel giugno del 1981, è un’opera rappresentativa della cultura architettonica italiana del secondo Novecento, oltre che un progetto d’avanguardia noto a livello internazionale. Qui hanno cercato applicazione gli studi che hanno portato Leonardi e Stagi alla pubblicazione de “L’Architettura degli alberi”, volume di riferimento per generazioni di architetti, paesaggisti e botanici.

Nell’ideazione progettuale nulla fu lasciato al caso: la scelta degli alberi legata principalmente alla variazione dei colori stagionali, il disegno della pavimentazione dei percorsi e dei punti di sosta, il rapporto con l’acqua, la variazione altimetrica del terreno, la relazione senza soluzione di continuità con i quartieri circostanti, la proiezione delle ombre persino nelle ore notturne, grazie al meccanismo di rotazione dei fari di cui era dotata l’alta torre meridiana.

Cesare Leonardi (Modena, 1935-2021) si laurea alla facoltà di Architettura di Firenze nel 1970. Franca Stagi (Modena 1937-2008) si laurea al Politecnico di Milano nel 1962. Insieme conducono uno studio associato a Modena, attivo dal 1963 al 1983, che fin dai primi anni si afferma nella realizzazione di arredi in vetroresina come la Poltrona nastro (1961), il Dondolo e la Poltrona Eco (1966), oggetti che superano i confini locali proiettando i due giovani architetti nel mondo del design italiano e internazionale: il Dondolo aprirà, infatti, nel 1972 la rassegna “Italy: the new domestic landscape” al MoMa di New York. A partire dagli anni Settanta lo studio si occupa anche di parchi e strutture collettive (scuole, centri sportivi, cimiteri) concepite a partire dalla presenza degli alberi e in stretto rapporto con il contesto ambientale. Il progetto per il parco Amendola, come quelli per i centri nuoto di Vignola, inaugurato nel 1982, e di Mirandola del 1980, oltre a quelli, non realizzati, per il parco della Resistenza e l’ampliamento del cimitero di San Cataldo, sono espressione di un impegno a favore della dimensione pubblica e sociale dell’architettura e di un pensiero, all’avanguardia per l’epoca, basato sull’importanza degli alberi e degli spazi verdi nello sviluppo della città contemporanea, diretto alla ricerca di un possibile equilibrio tra uomo e natura.

L’archivio Cesare Leonardi è un’associazione fondata nel 2010 da allievi e collaboratori di Leonardi con l’obiettivo di conservare, divulgare e approfondire i suoi studi e i suoi progetti. Ha sede nella casa-studio dell’architetto nel Villaggio Artigiano Modena Ovest.

Nel 2017 l’Archivio ha curato con la Galleria Civica di Modena la mostra “Cesare Leonardi. L’architettura della vita”, prima importante retrospettiva e occasione di diffusione di un lavoro per lo più inedito. Oggi il lavoro di Cesare Leonardi è oggetto di attenzione internazionale e di “rivisitazione critica” grazie ad una rinnovata sensibilità rispetto a tematiche ecologiche ed ambientali.

Dal 2019 l’Archivio dirige la Scuola Archivio Leonardi con sede a Ovestlab, scuola indipendente nata per trasmettere il metodo di lavoro di Leonardi.

















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