«La chiusura di un reparto a causa della cronica carenza di risorse necessarie a garantire l’alta qualità assistenziale che ci contraddistingue, non è più un’ipotesi remota, anzi, è un’eventualità che potrebbe concretizzarsi entro l’anno»: lo ha detto questa sera il Direttore Generale del Montecatone Rehabilitation Institute, Mario Tubertini, rispondendo a una domanda rivoltagli all’incontro pubblico promosso dalla CGIL di Imola sul futuro dell’Istituto. «Un’ipotesi certamente malaugurata – ha aggiunto – che ci impedirebbe di dare risposta alle innumerevoli richieste di ricovero, metà delle quali provenienti dalla comunità locale».
Tubertini ha spiegato anche che lo scenario potrebbe ulteriormente peggiorare se la chiusura dovesse trasformarsi da temporanea in strutturale: «Comprometterebbe il percorso indicato nel Piano Strategico – destinatario del placet della politica e degli amministratori delle aziende sanitarie coinvolte, Bologna e Imola – dove è stata disegnata una prospettiva futura di istituto pubblico con l’obiettivo di far diventare Montecatone R.I., assieme agli altri partners, il principale polo della neuroriabilitazione della regione e, molto probabilmente, del Paese».
Quello del passaggio da privato a pubblico, ha detto ancora il DG dell’istituto, è un problema annoso a Montecatone, «dove il personale non può accedere alle forme di mobilità garantite dal Servizio Sanitario Nazionale. Il drenaggio di risorse provocato dal Covid ha esasperato ancor più questo concetto. Non è un problema retributivo perché in questi mesi, con le organizzazioni sindacali di categoria, abbiamo perfezionato accordi mirati all’equiparazione dei trattamenti tra privato e pubblico. Nonostante ciò – ha detto ancora Tubertini – il problema persiste e si sta cronicizzando con conseguenze che potrebbero riguardare anche lo standing referenziale di qualità ed efficienza dei servizi che l’Istituto si è ritagliato in questi decenni nel panorama della riabilitazione italiana».