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I primi 50 anni dei Nidi in Italia e l’esperienza del ‘Genoeffa Cervi’ di Reggio Emilia

Nel dicembre di cinquanta anni fa nascevano in Italia gli asili nido, istituiti dalla legge 1044 del 1971, e con essi prendeva avvio un fondamentale percorso fatto di riflessioni e proposte operative per l’educazione dei più piccoli. Un percorso di cui Reggio Emilia, dove pochi giorni dopo la nuova legge aprì il nido comunale intitolato a Genoeffa Cervi, è stata ed è pioniere con una rete di servizi per la prima infanzia composta oggi da 12 nidi comunali a gestione diretta e 13 nidi in gestione convenzionata.

Per celebrare questa ricorrenza e il rinnovato impegno a un’educazione di qualità come diritto dei bambini, l’Istituzione nidi e scuole d’infanzia comunali ha organizzato, già dai mesi scorsi, una serie di appuntamenti aperti alla città. I prossimi si terranno il 6 e il 13 dicembre per ribadire ancora oggi l’importanza dell’educazione fin dalla nascita e il valore che essa produce in termini di cultura, società, ma anche di ritorno economico. Obiettivo è infatti promuovere l’educazione fin dai primi anni di vita come azione essenziale per costruire un più ampio e solido capitale sociale ed economico per il territorio.

 

HANNO DETTO – “Con queste iniziative presentiamo la nostra storia, una storia che spiega perché Reggio non è un posto qualunque rispetto ai diritti dell’infanzia – ha detto oggi l’assessore all’Educazione Raffaella Curioni illustrando il programma dei 50 anni di asili nido – Si spiega come la nostra città abbia saputo essere protagonista e dare una spinta decisiva all’investimento sul welfare e sui bambini. Le scuole sono un luogo di democrazia e di partecipazione dove negli anni insegnanti, bambini, famiglie, atelieristi e pedagogiste sono stati precursori dei cambiamenti. La scuola è infatti il primo luogo di integrazione e investire nelle scuole e nei bambini significa costruire una città più solidale”.

“I nidi sono stati un luogo di diritti dell’infanzia, delle donne, delle famiglie e anche della comunità. Un luogo di grande conquista sociale – ha spiegato Carla Rinaldi, prima pedagogista del nido Cervi e ora presidente della Fondazione Reggio Children – All’inizio, eravamo al confine di un territorio sconosciuto, con il tabù della fragilità, del bambino e del suo dover stare solo con la mamma. Con le insegnanti, le famiglie, il quartiere riuscimmo ad affermare quell’educare insieme che fa emergere le grandi potenzialità dell’infanzia e sa accogliere le fragilità. Anche oggi siamo al confine con qualcosa di nuovo e abbiamo grandi tabù: abbiamo dentro di noi le paure della pandemia e abbiamo un “noi” più fragile, ma abbiamo la possibilità di ridisegnare l’umanità partendo dall’infanzia. I bambini e le bambine ci danno il coraggio del possibile”.

“Cinquanta anni fa è iniziato un percorso che purtroppo in Italia non si è ancora compiuto, perché la media nazionale ha un tasso di scolarizzazione nei nidi fermo al 25%, mentre a Reggio siamo a oltre il doppio con oltre il 55% – ha sottolineato Cristian Fabbi, presidente dell’Istituzione scuole e nidi d’infanzia comunali – Quando mi chiedono come questo sia possibile a Reggio, dico sempre che ci siamo riusciti perché abbiamo messo l’infanzia al centro”.

Alla conferenza hanno partecipato anche Nando Rinaldi, direttore dell’Istituzione scuole e nidi d’infanzia comunali, che ha illustrato i dati del servizio e annunciato l’incremento di 10 posti a disposizione dei piccolissimi che ora passano a 30, e Sonia Mariani, insegnante del nido Cervi.

LE INIZIATIVE – Lunedì 6 dicembre, esattamente 50 anni dopo l’approvazione della legge, i nidi e le scuole della città daranno vita ad appuntamenti diffusi nelle “piazze” interne alle strutture stesse: tante “piazze” metaforiche dedicate al presente e al futuro dei nostri bambini e delle nostre bambine.

In particolare durante l’intera giornata saranno realizzati atelier pomeridiani in cucina con i genitori, verranno distribuiti alle famiglie materiali informativi sulla legge 1044, sul decreto del 2014 per l’Istituzione del sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita sino a sei anni e sulle Linee pedagogiche 0/6. Gli ingressi dei nidi e delle scuole saranno caratterizzati da allestimenti a tema.

Lunedì 13 dicembre, il Centro internazionale Malaguzzi, dalle 21 ospiterà una serata di dibattito su “Nidi e città, diritto al futuro 1971-2021”. Interverranno il sindaco Luca Vecchi, Raffaella Curioni, assessore a Educazione e sport, Cristian Fabbi e Nando Rinaldi, rispettivamente presidente e direttore dell’Istituzione scuole e nidi d’infanzia del Comune di Reggio Emilia, Ione Bartoli, ex assessore alla Scuola e ai servizi sociali (1970-80) della Regione Emilia-Romagna, Antonia Labonia, presidente del Gruppo nazionale Nidi e infanzia, Martina Riccò e Valentina Taddei, genitori del nido comunale Genoeffa Cervi, Francesca Casoni, insegnante delle comunali.

Monica Morini e Bernardino Bonzani del Teatro dell’Orsa proporranno un estratto dello spettacolo “Cuori di terra”, dal titolo “Come le dita di una mano” e dedicato a Genoeffa Cervi.

Nel 2022, in collaborazione con l’assessorato Pari opportunità, verrà realizzato un appuntamento dedicato alle donne e al ruolo fondamentale che hanno avuto per la nascita e lo sviluppo dei servizi educativi locali. Per l’occasione si terrà un dibattito sulal storia d’avanguardia della Regione Emilia Romagna rispetto alla costruzione di servizi per l’educazione dei bambini più piccoli.

La rete dei servizi dedicati alla fascia 0-3 anni dispone a Reggio Emilia di 1681 posti tra nidi comunali, convenzionati e sezioni primavera della Fism. Questo consente alla nostra città di raggiungere un tasso di scolarizzazione di oltre il 55%, uno dei più alti in Italia e superiore all’obiettivo europeo quello di raggiungere almeno il 33% di bambini scolarizzati sotto i 3 anni entro il 2010, con grande beneficio dei bambini e delle loro famiglie.

Il quadro italiano come rilevato dall’ultimo Report Istat dal titolo “Nidi e servizi integrativi per la prima infanzia” pubblicato il 4 novembre 2021 evidenzia invece come nel 2019, ultimo periodo di ricerca, solo il 26,3% di bambini sotto i 3 anni hanno frequentano una qualsiasi struttura educativa.

 

















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