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Edilizia, Cisl: “patente a punti” e premi per imprese che rispettano norme e contratti

Aumentare dello 0,20% i contributi che le imprese versano alle Casse edili e restituirli in forma premiale alle imprese che fanno davvero formazione e prevenzione. La proposta arriva dalla Filca Cisl Emilia Centrale, il sindacato dei lavoratori edili che tra Modena e Reggio conta 4.600 iscritti.

«Il nostro settore soffre da sempre la piaga degli infortuni sul lavoro, non di rado mortali – dichiara la Filca Cisl – Non basta più manifestare o fermare i cantieri: bisogna fare più formazione, soprattutto per i lavoratori stranieri, sempre più numerosi, ma che a volte non parlano nemmeno l’italiano».

Oltre alla formazione, la Cisl ricorda che la via maestra per ridurre gli infortuni è la corretta applicazione delle norme e contratti di lavoro vigenti. Nelle costruzioni, invece, è largamente diffuso il dumping contrattuale, cioè l’applicazione di contratti diversi da quello dell’edilizia.

«Il lavoro irregolare in edilizia è aumentato. Non solo il classico lavoro “in nero”, cioè il lavoratore non assicurato agli istituti previdenziali: sono cresciute enormemente le forme atipiche e il lavoro non tradizionale – denuncia la Filca – Assistiamo all’aumento del lavoro autonomo “mascherato”, associazione in partecipazione, cooperative di artigiani ecc.

Sono tutti contratti di lavoro subordinati di fatto, ma simulati, che fanno concorrenza sleale perché tagliano i costi della manodopera e sicurezza».

Per la Cisl le Casse Edili devono, oltre che erogare le tradizionali prestazioni ai lavoratori e imprese, combattere la piaga del lavoro nero e irregolare per recuperare massa salariale.

Bisogna anche evitare che ci siano aziende, provenienti da fuori provincia o regione, che non applicano la maturazione delle ferie in busta paga, come prevede il regolamento delle Casse edili di Modena.

La Filca giudica positivamente l’introduzione del Durc (documento unico di regolarità contributiva) di congruità, in grado di verificare che venga applicato il costo complessivo della manodopera impiegata in ogni singolo cantiere, sia dall’impresa appaltatrice che dai subappaltatori.

Oltre a questo, il sindacato edili della Cisl rilancia sull’applicazione della “patente a punti” nei cantieri, uno strumento pensato da un lato per premiare le imprese virtuose che garantiscono elevati standard di salute e sicurezza, dall’altro per isolare quelle che invece lucrano su questi aspetti.

«La patente a punti costituisce il tassello fondamentale di una cultura della salute e sicurezza che non vuole più essere meramente repressiva, ma che punta invece sulla prevenzione e premialità di quanti operano nel settore rispettandone le regole – spiega la Filca – Resta il problema delle malattie professionali e/o indirettamente collegate alle attività lavorative, quali contatto con sostanze chimiche, errata movimentazione dei carichi, postura scorretta, utilizzo maldestro di strumenti che sollecitano il tunnel carpale ecc. Non sempre l’Inail le riconosce e indennizza il lavoratore, anche se questi subisce un’invalidità che limita la sua capacità lavorativa o gli impedisce addirittura di continuarla», conclude la Filca Cisl Emilia Centrale.

















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