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A Castiglione dei Pepoli, la scatola della speranza

“Spero di poter tornare presto a viaggiare” è il pensiero scritto nelle lettere dai bambini e condiviso dai grandi che sono state imbucate nella scatola della speranza. Scatola installata nell’atrio del Palazzo comunale di Castiglione dei Pepoli.

Piccole e semplici frasi dall’intenso desiderio espresso dai giovanissimi, ma condivise dai grandi. Così come è stato l’anno scorso anche quest’anno il comune dell’Appennino bolognese ha deciso di allestire la scatola pronta a raccogliere i pensieri e le speranze dei cittadini, che possono, come i più piccoli scrivere la loro lettera di Natale, racchiudendo le speranze dopo questo periodo difficile.

Quest’anno l’atrio è stato addobbato dalla Pro Loco e dai bambini delle scuole del capoluogo e delle frazioni ed è possibile trovare il cartellone con la vera storia del Grinch, angioletti attaccati alle pareti, palline di Natale decorate direttamente dai piccoli studenti.
Lo scorso anno la scatola ha raccolto molte lettere che sono state lette durante l’evento estivo “Voglio stare bene recital” per raccontare il duro periodo della pandemia. Le lettere erano piene di desideri per il futuro, dai più semplici: “ho ancora tante cose da vivere con mio marito e i miei figli” a riflessioni sulla parola “libertà” a pensieri sparsi:” per paura di dimenticare le sensazioni provate in quei mesi le annottai sulla carta”.

Margherita Nucci, assessore alla scuola e alla cultura del comune di Castiglione dei Pepoli, ha dichiarato: “mi sono impegnata molto in questi anni affinché il comune venisse percepito dai bambini fino agli adulti, come uno spazio di tutti, non un palazzo lontano ed anonimo. Quindi anche quest’anno proprio all’entrata ho posizionato la scatola della speranza degli adulti, affinché il comune accolga e custodisca le speranze dei propri cittadini, dai più piccoli ai più grandi! Ho inoltre chiesto alle scuole di decorare l’atrio, per fare in modo che i bimbi scoprano cosa c’è all’interno del palazzo, e lo sentano in qualche modo loro!”

















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