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La pandemia non ferma la raccolta di sangue in Emilia-Romagna

Un documento che da un lato fa il punto su attività e ruolo del Sistema sangue dell’Emilia-Romagna nell’ultimo biennio, anche durante l’emergenza pandemica, dall’altro costituisce la base di partenza per definire la programmazione triennale del nuovo Piano sangue e plasma regionale.

Frutto di una stretta collaborazione tra Regione, Centro regionale sangue, servizi trasfusionali e associazioni di donatori è stato approvato in questi giorni dalla Giunta regionale. Tra i principali obiettivi delineati: incentivare ulteriormente le donazioni, che nonostante le difficoltà legate alla pandemia hanno retto, investire sulla tracciabilità del percorso trasfusionale e concentrare la lavorazione degli emocomponenti delle unità raccolte in un unico centro di qualificazione biologica e di lavorazione.

“In questi anni difficili di emergenza sanitaria il nostro sistema è stato capace di reggere all’urto della pandemia, e di questo devo ringraziare non solo i professionisti, ma anche le associazioni di volontariato che rivestono un ruolo fondamentale nell’incentivare le donazioni- commenta l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini-. Durante l’emergenza sanitaria abbiamo garantito la raccolta del sangue, seppure con maggiori difficoltà, e abbiamo avviato un progetto importante come quello della produzione di sangue iperimmune. Per il futuro l’obiettivo è quello di migliorare ulteriormente i percorsi assistenziali del donatore e del ricevente, anche grazie alla migrazione al nuovo sistema informativo che continuerà a garantire la sicurezza ma anche la standardizzazione, l’integrazione della rete trasfusionale e la tracciabilità”.

Una qualità, quella del sistema regionale di raccolta sangue, legata alle caratteristiche di sicurezza, appropriatezza ed efficacia che sono state evidenziate a livello internazionale dal British Medical Journal Open Quality. Sulla rivista lo scorso novembre è stato pubblicato uno studio condotto da professionisti del servizio sanitario regionale che hanno analizzato i progressi di questa macchina complessa, alimentata dalla generosità di oltre 160 mila donatori e composta dai servizi trasfusionali attivi in tutte le province e dalle unità di raccolta gestite dalle associazioni donatori, diffuse capillarmente nel territorio regionale (approfondimento in allegato).

La raccolta di plasma iperimmune

Il sistema è stato in prima linea nella lotta al Covid-19 progettando la produzione di plasma iperimmune: attualmente sono disponibili le unità di plasma iperimmune da destinare ad uso clinico. La Regione, infatti, ha realizzato uno studio di fattibilità concluso il 31 dicembre 2020 sulla raccolta di plasma iperimmune da soggetti positivi agli anticorpi SARS-CoV-2 e uno studio specifico sul contagio da COVID-19 nella popolazione dei donatori di sangue. Grazie alla valutazione epidemiologica effettuata nel 2020, che ha coinvolto oltre 90 mila donatori, è stata avviata la raccolta di plasma iperimmune da donatori guariti.

Nel 2016 è stato poi costituito il Raggruppamento Interregionale Plasma e Plasmaderivati (RIPP) tra le Regioni Emilia-Romagna (capofila), Calabria, Puglia e Sicilia: dal 25 novembre 2020 le ditte aggiudicatarie della gara unica interregionale hanno cominciato a ritirare il plasma presso i servizi trasfusionali e le regioni. I prodotti ottenuti dalla trasformazione del plasma sono in distribuzione dal mese di luglio 2021. Tale accordo è una garanzia dell’autosufficienza regionale e nazionale per i farmaci plasmaderivati.

Dati 2021

Nel 2020 sono state raccolte 280.249 unità di sangue, plasma e piastrine su tutto il territorio regionale, salite a 288.000 nel 2021 (dato non ancora consolidato): un risultato raggiunto grazie ad associazioni e federazioni di donatori che hanno contribuito per il 65% alla raccolta totale.

Il sistema regionale è stato inoltre in grado di garantire, come sempre, l’autosufficienza nazionale supportando le regioni carenti: sono state inviate fuori dall’Emilia-Romagna 10.195 unità nel 2020 e 7.937 nel 2021.

Sul fronte della cooperazione internazionale, nel 2021 sono stati donati alla Palestina 350 flaconi di Kedkom, 3840 flaconi di Klott e 350 flaconi di Ixed, emoderivati salvavita.

















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