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Bologna: “Ogni lingua vale”. Il plurilinguismo come progetto pedagogico. Lunedì 21 febbraio la presentazione online

Da ostacolo al successo scolastico e all’apprendimento delle lingue, a fattore facilitante e risorsa cognitiva, emotiva e sociale a cui attingere. È questo il cambio di visione del ruolo della lingua madre al quale tende il progetto “Ogni lingua vale” promosso dalla Città metropolitana di Bologna e dall’Istituzione Gian Franco Minguzzi con la collaborazione del Centro RiESco del Comune di Bologna.

In occasione della Giornata internazionale della Lingua madre, il 21 febbraio (online dalle 17 alle 19) saranno presentati i risultati della seconda sperimentazione di “Ogni lingua vale” che lo scorso anno scolastico ha coinvolto 102 studentesse e studenti, due scuole secondarie di 1° grado, un CPIA e sei docenti.

Interverranno: Fernanda Minuz esperta di plurilinguismo e di glottodidattica, che ha ideato i percorsi di sperimentazione; Silvia Betti Scuola Secondaria di 1° Grado “Rita Levi Montalcini”, Bologna; Irene Ortolano Scuola Secondaria di 1° Grado “Rita Levi Montalcini”, Bologna;Alessandro Borri Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti (CPIA) “Montagna”, Castel di Casio; Luisa Grillo, Filomena Marinaro, Elisa Michelini Scuola Secondaria di 1° Grado “Severino Ferrari”, Molinella.

 

Per partecipare all’incontro è richiesta l’iscrizione a questo link

Il progetto “Ogni lingua vale” è nato nel 2018 per conoscere e valorizzare la diversità linguistica nei servizi per l’infanzia e nelle scuole che costituiscono oggi il panorama delle istituzioni educative, dall’infanzia all’età adulta. Destinatari e protagonisti del progetto sono le insegnanti e gli insegnanti, a cui si sono voluti offrire strumenti conoscitivi e operativi per fare del plurilinguismo delle singole e dei singoli allievi e della diversità linguistica della classe una risorsa di cui tutte e tutti possano beneficiare.

I repertori linguistici individuali composti da lingue differenti e usate in situazioni diverse, non si affiancano l’una all’altra, bensì interagiscono e stabiliscono rapporti reciproci contribuendo ad un’unica competenza linguistico-comunicativa che deve diventare patrimonio della classe. In questa prospettiva il plurilinguismo è un progetto pedagogico, non la constatazione dell’esistente.

Nella proposta di sperimentazione si è chiesto alle partecipanti e ai partecipanti di coinvolgere non solo le allieve e gli allievi con retroterra migratorio, ma l’intera classe, che costituisce una comunità multilingue. Hanno quindi partecipato attivamente anche le insegnanti e gli insegnanti mettendo in gioco le proprie ideologie linguistiche, le scale di valore, spesso implicite, sulle diverse lingue e le rappresentazioni di sé e degli altri come soggetti plurilingui.

“Esattamente 70 anni fa a Dacca, oggi capitale del Bangladesh – ricorda Sara Accorsi, consigliera della Città metropolitana con delega a Welfare metropolitano e lotta alla povertà, Politiche per la casa – studenti furono uccisi per aver manifestato per il riconoscimento della loro lingua, il bengalese. Credo che celebrare la Giornata collegata a quel fatto con il progetto Ogni lingua vale sia il segnale concreto di una consapevolezza acquisita: il plurilinguismo come occasione di crescita per tutta la comunità, a partire dalla scuola. Il progetto – prosegue Accorsi – pone al centro l’interazione tra le diversità linguistiche e dialettali di insegnanti, studenti e studentesse, rendendo evidente che il processo di conoscenza nasce solo in una relazione autentica di ascolto e conoscenza reciproca. Ringrazio l’Istituzione Minguzzi e tutte le comunità scolastiche coinvolte per l’impegno alla costruzione di una società plurale”.

 

I protagonisti della sperimentazione

Scuola secondaria di 1° Grado “Rita Levi Montalcini”, Bologna

La scuola si trova in un’area periferica della città con una frequente variazione demografica e una forte presenza di popolazione immigrata. Circa 900 iscritti, di cui il 27% è di origine migratoria (tra questi, circa il 15% sono neo-arrivati, tra gli italiani il 25% ha uno dei genitori straniero.

La sperimentazione è stata condotta in due classi di 2^ da Irene Ortolano e Silvia Betti. Hanno partecipato 40 allieve e allievi parlanti, oltre all’italiano e i suoi dialetti, arabo, cinese, filippino, moldavo, rumeno e urdu.

Scuola secondaria di 1° Grado “Severino Ferrari”, Molinella

437 iscritti, 17,31% sono stranieri con prevalente provenienza da Marocco, Pakistan e Romania.

La sperimentazione è stata condotta da Filomena Marinaro, Luisa Grillo, Elisa Michelini nel laboratorio pluriclasse per l’insegnamento dell’Italiano che ha coinvolto 11 allievi di 1a, 2a e 3a, provenienti da Marocco, Pakistan, Romania, Nigeria e Senegal.

CPIA “Montagna”

Il CPIA “Montagna” ha sedi ad Alto Reno Terme, Badi, Castiglione dei Pepoli, Gaggio Montano, Marzabotto, Vado-Monzuno, Vergato. Nel 2020 erano 407 gli iscritti, di cui 88,4% di cittadinanza straniera e 11,6% italiana.

La sperimentazione è stata condotta da Alessandro Borri e hanno partecipato 51 studenti: 32 della classe di 1° periodo (ex licenza media), 19 della classe di 2° periodo (equivalente al biennio della scuola finalizzato al completamento dell’obbligo di istruzione). La situazione linguistica delle classi era estremamente eterogenea: oltre all’italiano, le lingue madri segnalate erano albanese, arabo, inglese, lingala, macedone, malayalam, nuer, persiano, rumeno, spagnolo, twi, urdu, yoruba.

 

















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