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Assistenza alla gravidanza in Appennino, sette mamme su dieci accedono ai vari servizi

Stefania Travagli

Una rete di supporto capillare per le future mamme, capace di assicurare una presa in carico anche nelle zone più lontane e disagiate, propone una presenza qualificata a domicilio al pari di quella già esistente a livello ambulatoriale. Si conferma un servizio ‘in prima linea per l’assistenza ostetrica offerta dall’Azienda sanitaria alle donne in gravidanza e nel puerperio (prime sei settimane) residenti nei comuni dell’Appennino modenese.

Da sempre le neo mamme possono rivolgersi ai consultori del Distretto di Pavullo (Pavullo, Pievepelago e Fanano) per colloqui con le ostetriche, visite mediche, esami strumentali, corsi di preparazione alla nascita e sostegno all’allattamento, invio al punto nascita scelto, supporto nelle prime settimane di vita del bambino. Per le future mamme si tratta, quindi, di una presa in carico totale, che va dal periodo della gravidanza fino alla lunga fase post-parto e puerperio.

Contando tutti i servizi offerti, dal 2018 l’assistenza alla gravidanza presso il Distretto di Pavullo è progressivamente aumentata, assestandosi anche nel periodo pandemico intorno al 70% sul totale dei parti delle residenti.

Nel contempo sono stati implementati alcuni progetti pilota per dare ulteriore supporto al territorio. In particolare, uno dei progetti più apprezzati dalle mamme è l’home visiting, cioè la possibilità di richiedere la visita dell’ostetrica a domicilio durante il puerperio, un servizio che si è dimostrato molto utile soprattutto per le donne che, per diversi motivi, hanno difficoltà a raggiungere i luoghi di cura o non hanno rete familiare di supporto. Il servizio ha raggiunto le oltre 130 prestazioni all’anno nel periodo pre-pandemia, registrando una diminuzione tra il 2020 e il 2021 a causa delle restrizioni anti-Covid (oltre una ventina gli interventi a domicilio comunque garantiti nel 2021 alle neo-mamme nel Distretto pavullese). Già nel 2022 il numero delle visite a casa è destinato a tornare ai livelli raggiunti prima dell’emergenza sanitaria.

Altro supporto fondamentale per le neo mamme è l’appuntamento precoce in ambulatorio per la prima visita post parto che viene dato entro 8-10 giorni dalla dimissione dall’ospedale, un tempo molto breve (in alcuni casi avviene entro le 72 ore) offrendo la possibilità di una visita sia per la donna sia per il neonato con ostetrica e pediatra. Nonostante l’emergenza sanitaria i numeri sono rimasti molto alti, con 192 accessi nel 2020 e 187 nel 2021.

Anche il sostegno all’allattamento ha registrato nel Distretto di Pavullo numeri in costante aumento, solo in parte penalizzati dalla pandemia: se nel 2019 le neo mamme seguite dal servizio erano state 278, nel 2021 il dato si è assestato comunque sulle 246 prestazioni.

Nel 2020 è stata registrata la percentuale di allattamento completo a 3 mesi del 74 % e a 5 mesi del 58%, superiore sia a quella regionale che a quella degli altri distretti modenesi ( 58%). Tale risultato è senz’altro influenzato dalla presenza di una rete territoriale articolata multidisciplinare a sostegno dell’allattamento costituita dalle ostetriche del consultorio, dalle ostetriche dalla Unità operativa, dai pediatri di libera scelta, dall’associazione di volontariato ‘MammAmica’ e dalla pediatria di comunità, su cui le neo-mamme sanno di poter contare  per un supporto vicendevole .

“A livello provinciale e regionale esistono solo sporadici interventi simili alla realtà pavullese sull’assistenza alla gravidanza – dichiara Stefania Travagli, Responsabile Consultori dell’Azienda USL di Modena -. Se si tiene conto che la delibera 2050/2019 prevede continuità assistenziale ospedale-territorio con visita precoce nel post-parto e prenotabilità diretta dei controlli in puerperio da parte degli ospedali, il distretto di Pavullo da questo punto di vista ha rappresentato un progetto pilota della 2050 sul quale già sono riscontrabili risultati molto positivi. Altro progetto molto interessante è l’home visiting, aspetto ritenuto essenziale per garantire l’equità delle cure tra le neo-mamme assistite. Infine, l’implementazione e la manutenzione di una rete territoriale a sostegno dell’allattamento si sono rivelate un valore aggiunto per accompagnare le donne nel rapporto nutrizionale e relazionale con i loro bambini”.

 

















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