Il 10 maggio scorso, insieme ad alcune amiche, venne sorpresa dalla piena provocata dall’apertura di una diga a monte mentre prendeva il sole
in un’ansa del fiume Reno, nella zona fra Sasso Marconi e Casalecchio. La ragazza trovò rifugio su un isolotto e solo l’intervento dell’elicottero trasse in salvo lei e le amiche. Ora la giovane ha presentato una querela nei confronti di chiunque sia stato responsabile di quel pomeriggio da incubo.
La denuncia è arrivata sul tavolo del Procuratore aggiunto Luigi Persico, che ha aperto un fascicolo contro ignoti per capire se qualcuno ha mancato e se ci sono responsabilità. Il magistrato ha comunque segnalato ai carabinieri di Casalecchio e
Sasso Marconi di valutare i vari precedenti storici e la presenza dei previsti cartelli con il divieto di entrare nell’alveo vista la presenza di dighe.
Le dighe a monte sono due, entrambe dell’Enel, una a Suviana, l’altra a Pavana Pistoiese. Le paratie vengono, all’occorrenza, aperte, in modo telecomandato, dalla centrale di manovra Enel di
Parma. Ma proprio per la presenza delle due dighe e le conseguenti improvvise piene, lungo tutto il corso del fiume c’è il divieto di immergersi e quello di entrare nell’alveo, la cosiddetta zona di rispetto. Solitamente vi sono sugli argini delle tabelle che indicano i divieti. E il primo accertamento che verrà fatto sarà proprio quello di verificare se nella zona c’erano i cartelli e se erano ben visibili.