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Bologna: sequestro di beni per oltre 1,3 milioni di euro nei confronti di un pluripregiudicato originario del vibonese

Nella giornata di ieri – 8 giugno del 2022 – i finanzieri dei Comandi Provinciali di Catanzaro e Bologna, coordinati dalla Procura Distrettuale di Catanzaro, hanno dato esecuzione al provvedimento di sequestro disposto, ai sensi dell’art. 20 del Codice Antimafia, dal Tribunale di Catanzaro nell’ambito del procedimento di prevenzione instaurato nei confronti di un noto narcotrafficante internazionale originario del vibonese, da tempo residente nella provincia di Bologna.

Lo stesso, coinvolto in vari procedimenti penali per l’importazione in Italia di ingenti
carichi di sostanze stupefacenti provenienti dal Sudamerica abilmente occultati in carichi di
merce di copertura (es. tubi di plastica inseriti in blocchi di marmo, controsoffittature in
plastica), ha già riportato condanne pesantissime; tant’è che attualmente si trova in carcere per espiare una condanna alla pena della reclusione fino al 3 ottobre 2045.

Il decreto emesso dal citato Tribunale nell’ambito del procedimento di prevenzione
scaturisce, quindi, da una preventiva valutazione del profilo criminale dell’interessato che lo
vede rientrare a pieno titolo nella categoria dei soggetti connotati da pericolosità sociale
“qualificata” così come stabilito dal Codice Antimafia.
Contestualmente, da approfondite indagini economico-patrimoniali – svolte dagli specialisti
dei GG.I.C.O. dei Nuclei di Polizia Economico-Finanziaria di Catanzaro e Bologna, sotto il
coordinamento della Procura della Repubblica di Catanzaro- è stato possibile accertare un’
evidente sproporzione tra il valore del patrimonio accumulato nel tempo dal proposto e le
fonti di reddito lecite a questo riconducibili, che ha consentito alla competente Autorità
Giudiziaria di sottoporre a vincolo patrimoniale n. 1 appezzamento di terreno sito in provincia di Vibo Valentia e n. 2 fabbricati di pregio siti in provincia di Bologna, per un valore stimato in complessivi € 1.300.000,00.
Nel 2014, il proposto era stato destinatario di analogo provvedimento di confisca emesso
dall’Autorità Giudiziaria felsinea, che aveva attinto diversi dei beni colpiti dall’odierno provvedimento, poi annullato dalla Corte di Cassazione che, accogliendo le doglianze dell’interessato, aveva sancito la competenza della Procura della Repubblica di Catanzaro.
L’aggressione dei patrimoni illeciti rappresenta, perciò, anche in questa circostanza, il modo
più efficace di contrastare le organizzazioni criminali e chi è abitualmente dedito a vivere
nell’illegalità nel cuore dei propri interessi e di restituire alla collettività, quando i beni
saranno definitivamente confiscati, quanto è stato accumulato.

















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