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Ifoa premiata dall’UNHCR, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati

Godwin Favour, oggi assunta stabilmente presso il ristorante McDonald’s di Lecce, gestito dall’azienda Ristosì

È tutto nella parola “inclusione” il significato dell’importante riconoscimento che ogni anno dal 2017 l’UNHCR, l’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, conferisce alle realtà imprenditoriali che promuovono e favoriscono concretamente l’ingresso dei rifugiati nel mondo del lavoro.

Durante l’evento a Roma, in Campidoglio, che si è tenuto lo scorso 13 giugno, la Rappresentanza italiana dell’UNHCR – Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, insieme, tra gli altri, al Ministero del Lavoro e delle politiche sociali, alla Commissione Europea e a Confindustria, ha conferito il premio We Welcome a diverse aziende ed enti che si sono distinti, nell’anno 2020-21, per aver avviato iniziative di integrazione professionale dei rifugiati, favorendo così il loro processo di inclusione nel territorio nazionale.
Ifoa ha partecipato al bando presentando l’esperienza maturata a livello nazionale e in particolare l’azione sviluppata dalla sede distaccata di Bari nell’anno 2020-21, che ha dato vita, insieme all’azienda partner Ristosì, a un programma di formazione e tirocinio per alcuni giovani migranti, favorendone così l’inserimento nei diversi ristoranti della catena McDonald’s, gestiti dall’azienda stessa.

Ricostruiamo in breve il percorso che ci ha portato fin qui.
L’azienda Ristosì gestisce dal 2000 nello specifico 5 ristoranti della nota catena McDonald’s Italia nelle province di Lecce, Brindisi e Taranto, con un totale di quasi 400 tra dipendenti e collaboratori, attuando una politica di assunzioni che pone molta attenzione all’inserimento di persone con background migratorio.
Ifoa, per sua natura e statuto, ed essendo iscritta al registro del Ministero del Lavoro come ente che svolge attività in favore dei migranti, da anni porta avanti azioni di assistenza, consulenza, ricerca e studio finalizzate all’integrazione delle popolazioni e dei migranti in particolare. Coerentemente con la propria esperienza in ambito internazionale, Ifoa da tempo si rivolge a quest’ultimo target sia all’interno di attività formative che nell’ambito di progetti a finanziamento europeo o nazionale focalizzati su misure strategiche indirizzate a tale utenza.
Da diversi anni Ristosì si affida a Ifoa per la gestione del piano tirocini, coprendo circa il 40% di questi con persone straniere. L’obiettivo è proprio quello di perseguire una politica di “equità sociale” anche nelle modalità in cui si compone la forza lavoro dei diversi punti vendita, il che ha un duplice risvolto: non solo quello di favorire l’inserimento di persone in difficoltà in quanto provenienti da un paese estero e perlopiù con lo status di rifugiato, ma anche quello di offrire nei diversi ristoranti un servizio “multi-etnico” e come tale ancor
più in linea con l’esigenza di disporre di personale in grado di relazionarsi (per conoscenze linguistiche e affinità culturali) più facilmente con la variegata clientela.
Poco più di un anno fa, Ifoa ha quindi deciso di presentare, per la seconda volta, al progetto Welcome di UNHCR le attività svolte, puntando nello specifico sulla candidatura dell’azione studiata insieme a Ristosì, che prevedeva appunto l’inserimento di ragazzi con background migrante in tirocinio formativo, per ricoprire diverse posizioni all’interno dei punti vendita, dall’addetto alla cucina, allo store-manager, ecc.
“Per noi incontrare e collaborare con Ifoa si è rivelata un’esperienza molto positiva” dichiara il Responsabile HR di Ristosì Srl, Pietro Paolo Cazzolla, che continua “Col sistema dei tirocini che attiviamo da tempo col supporto di questo Ente, siamo riusciti a inserire tante persone svantaggiate nel nostro organico e a aiutarle concretamente. Intendiamo proseguire in futuro con questa buona prassi, desideriamo investire su persone che hanno la volontà di lavorare e inserirsi stabilmente nei nostri team. La storia che abbiamo voluto raccontare è
in particolare quella di Godwin Favour, ragazza nigeriana arrivata in Italia all’età di 16 anni, senza nulla, ma con tanta voglia di riscatto. Dopo un primo periodo di lavoro a Firenze, Godwin è arrivata nel nostro ristorante di Lecce, dove ha cominciato un periodo di tirocinio per imparare il mestiere e inserirsi nel suo team di lavoro.
È andato tutto così bene, che grazie alle sue capacità, Godwin è stata poco dopo assunta e ha dimostrato via via le sue doti, che le sono valse anche il riconoscimento di “Crew del mese”, ovvero il premio che tutto lo staff del punto vendita conferisce ogni mese al collega che più si è contraddistinto per competenze, efficienza, relazioni coi colleghi e con i clienti”.
Gianbartolo Barberio, Referente Ifoa dell’Area Puglia-Basilicata per i progetti di integrazione lavorativa dei migranti, aggiunge “Riscontriamo sempre più favorevolmente l’interesse delle aziende a partecipare a progetti d’integrazione sociale/lavorativa di cittadini fragili nelle proprie organizzazioni. Questo onora il nostro tessuto imprenditoriale che crede e investe fortemente nel capitale umano, avendo ben compreso che la propria crescita culturale, sociale ed economica passa proprio dalla crescita dei propri dipendenti e anche da percorsi
come questi”.
Su dimensione nazionale Ifoa, che ormai dal 2008 organizza tirocini finanziati e non con utenza straniera, ha attivato oltre 1000 tirocini con target di provenienza Centro Africa e Medioriente, coinvolgendo numerose aziende, anche di grosso calibro, quali Ikea, Eataly, Leroy Merlin e McDonald’s appunto, solo per citarne alcune.
Tuttavia l’esperienza con Ristosì e con le multinazionali sopra citate, è solo una parte di tutti i progetti che Ifoa porta avanti da anni per favorire la formazione, l’integrazione e l’inserimento lavorativo di particolari fasce di popolazione, come i migranti e i rifugiati.

“Ifoa anche nel 2021 ha rinnovato il proprio impegno nell’integrazione lavorativa dei rifugiati e richiedenti asilo.
Si tratta di persone costrette a lasciare i paesi di origine portando spesso con sé competenze speciali e soft skill di valore per le imprese italiane: resilienza, determinazione, flessibilità, multiculturalità, tenacia, solo per menzionarne alcune” ha commentato Giuseppina Scardaci, Responsabile Ifoa Headquarter Linea Inclusione e Migranti.
In questa quarta edizione, l’UNHCR ha assegnato il logo We Welcome a 107 aziende e 41 cooperative, onlus, fondazioni, associazioni di categoria, sindacati, servizi per il lavoro ed enti locali che, a vario titolo, si sono impegnati per favorire l’inclusione nel mercato del lavoro dei richiedenti asilo e beneficiari di protezione internazionale.

















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