Populismo contro interesse del Paese, contro l’interesse di famiglie e imprese. È la fotografia di questa crisi di governo assurda e irresponsabile, nata dall’avventurismo di forze politiche alla ricerca affannosa di bloccare il crollo nei loro consensi che emergeva dai sondaggi.
Nel suo intervento in Senato Draghi ha ricordato la mobilitazione di questi giorni da parte di cittadini, associazioni, territori a favore della prosecuzione del Governo per realizzare quel programma che lui ha delineato perfettamente per i prossimi sei mesi a partire, proprio, dalle richieste contenute anche nell’appello di oltre 2mila sindaci che avevo sottoscritto.
Penso, in particolare, al provvedimento che sarebbe stato in programma per i primi di agosto per attenuare l’impatto su cittadini e imprese dell’aumento dei costi dell’energia e poi per rafforzare il potere d’acquisto, soprattutto delle fasce più deboli della popolazione di fronte a un’inflazione che colpisce soprattutto i più fragili.
Ma ci sono anche i progetti per ridurre il carico fiscale sui lavoratori, a partire dai salari più bassi, il rinnovo dei contratti collettivi, il salario minimo (tema in discussione a livello europeo), i miglioramenti del reddito di cittadinanza indispensabili contro la povertà, per favorire che ha più bisogno e ridurre gli effetti negativi sul mercato del lavoro.
A questi si aggiungono gli interventi per ridefinire la politica energetica, riformare gli enti locali, migliorare la gestione delle risorse idriche, intervenire sulle criticità emerse nella cessione dei crediti fiscali del bonus edilizia,
Che ne sarà di tutto ciò con un governo che in questi mesi potrà occuparsi solo degli affari correnti?
E non possiamo dimenticare, naturalmente, la necessità di sostenere l’Ucraina, rimanendo saldamente ancorati all’Unione europea e all’alleanza atlantica senza farsi suggestionare dai tentativi di interferenze nella nostra società da parte della Russia o di altre autocrazie.
Dopo che Draghi aveva contribuito a riconciliare il Paese con l’Europa delle opportunità e dei valori.
Ma la sfida più importante, che oggi rischia di rimanere incompiuta, è quella delle prospettive del Pnrr: delle riforme necessarie per ottenere i prossimi finanziamenti, degli interventi indispensabili per proseguire con il programma degli investimenti, dei provvedimenti in mancanza dei quali rischiamo di vanificare gli sforzi fatti fino a ora.
Lo avevamo chiesto esplicitamente noi sindaci e Draghi in Senato ci aveva risposto assicurando gli strumenti necessari per superare eventuali problemi di attuazione consapevole che la rinascita dell’Italia può partire solo dalla rinascita delle nostre città.
Ora però tutto ciò lascia il posto a una campagna elettorale voluta dal populismo e dell’irresponsabilità di alcune forze politiche che hanno preferito il salto nel buio.
Noi continueremo a impegnarci per il bene della comunità facendo ogni sforzo per salvare il Paese e tenerlo ancorato all’Europa.
Gian Carlo Muzzarelli
Sindaco di Modena