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I Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Bologna hanno presentato i risultati dell’attività operativa, relativi all’anno 2021

Nel 2021, tenendo conto delle negative ripercussioni dovute alla pandemia in atto come già evidenziato nel 2020 anche nel settore commerciale dei beni d’arte, i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale (TPC) di Bologna hanno continuato ad impegnarsi nell’attività preventiva, che fa registrare, rispetto all’anno precedente, da un lato un rilevante incremento dei controlli a mercati e fiere antiquariali (+46,3), grazie alla ripresa delle attività nello specifico settore dopo un lungo periodo di chiusura e/o sospensione, dall’altro una leggera diminuzione dei controlli agli esercizi antiquariali e commerciali (-28,2%). Pressoché stabili le verifiche di sicurezza a musei – biblioteche e archivi ed i controlli/vigilanza delle aree tutelate da vincoli paesaggistici e monumentali.

Anche i controlli “on-line” dei beni commercializzati nelle piattaforme di “e-commerce” e/o sui siti internet degli antiquari e case d’aste hanno continuato ad impegnare il personale operante, che nell’anno di riferimento ha esaminato ben 1.407 beni posti in vendita confrontandoli con quelli inseriti nella Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti, database gestito dal Comando TPC di Roma.

L’aggressione speculativa alle aree sottoposte a tutela paesaggistica o vincolo archeologico è un fenomeno di crescente attualità che viene contrastato in sinergia con l’Arma territoriale e il supporto del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri. Anche nel 2021 sono stati eseguiti monitoraggi aerei a bordo di elicottero del 13° Nucleo Elicotteri Carabinieri di Forlì nell’intero territorio regionale con l’imbarco a bordo del velivolo anche di funzionari specializzati delle tre Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Bologna, Parma e Ravenna, per il necessario contributo tecnico.

Sul piano repressivo, i Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna hanno denunciato all’Autorità Giudiziaria 58 persone contro le 37 dell’anno precedente, con un incremento del 56,8%, poiché responsabili di aver violato le norme del Codice Penale e quelle che tutelano il patrimonio culturale nazionale (Codice dei beni culturali e del paesaggio D.Lgs 22 gennaio 2014, n. 42): nella maggior parte dei casi si tratta di reati di furto di beni d’arte, ricettazione di opere d’arte rubate, contraffazione di opere d’arte contemporanea, ma anche per reati in danno del paesaggio.

Le attività di polizia giudiziaria hanno consentito di recuperare e sequestrare 737 beni di tipo antiquariale, archivistico e librario.

Pregevoli opere d’arte, tra dipinti e  sculture, ma anche beni librari sono stati riportati nei luoghi originari e così restituiti alla collettività.

Da ricordare la restituzione:

  • il 22 gennaio 2021, all’Arcidiocesi di Modena-Nonantola del volume manoscritto “Campione de’ Beni Stabili dell’Augusta Abbazia di Nonantola, e Seminario – Descritto e delineato da me Andrea Martinelli Pubblico Agrimensor Modonese”, risalente al 15 novembre 1665, già censito tra i beni di proprietà dell’Abbazia e del Seminario di Nonantola, illecitamente trafugato prima degli anni ’80 dall’archivio della citata Abbazia:
  • il 9 aprile 2021, alla Chiesa di San Lazzaro e San Vincenzo de’ Paoli di Piacenza del gruppo marmoreo realizzato nel 1753 in marmo bianco di Carrara da Don Giovanni Antonio Cybei, composto da quattro statue raffiguranti le allegorie delle virtù cristiane della Prudenza e della Carità, dell’altezza di 92 cm, e due angeli con fiaccola, alti 52 cm, trafugato la notte tra il 20 e il 21 dicembre del 1996 dall’interno del citato luogo di culto:

Nel corso del 2021, nell’intero territorio regionale, sono state condotte, con la collaborazione e supporto dei funzionari della Soprintendenza Archivista e Bibliografica dell’Emilia Romagna, numerose operazioni  finalizzate a recuperare beni culturali, costituiti da documenti archivisti appartenenti allo Stato ed Enti Ecclesiastici, e beni librari sottoposti a tutela, trovati sul circuito antiquariale, ma risultati sottratti dai luoghi di deposito.

369 sono i reperti archeologici recuperati (con un incremento del 258,3% rispetto all’anno precedente che erano 103) e 6 quelli paleontologici.

In questo settore i recuperi sono frutto dell’attività preventiva e repressiva, svolta in collaborazione e sempre con il supporto dei funzionari degli Enti di tutela del Ministero della cultura dislocati nell’intero territorio regionale o meglio le tre suindicate Soprintendenze Archeologia Belle Arti e Paesaggio.

Per i beni archeologici e per quelli di tipo antiquariale, archivistico e librario recuperati, il valore economico viene complessivamente stimato in € 16.583.500,00.

Nel contrasto alla contraffazione delle opere d’arte, il monitoraggio del mercato e le indagini sviluppate di concerto con le competenti Autorità Giudiziarie hanno consentito al TPC di Bologna di sequestrare, a carico delle 19 persone perseguite, 684 opere d’arte, contro le 43 del 2020, per un valore stimato di 239.149.000,00 qualora commercializzate come autentiche.

Il costante impegno profuso dai militari del Nucleo TPC di Bologna, validamente supportato dall’Arma territoriale e dagli altri reparti speciali dei Carabinieri, ha permesso di esprimere un’efficace e coordinata azione preventiva sull’intera regione. Nello scorso anno, il numero di furti di beni culturali ha visto una significativa diminuzione rispetto a quelli dell’anno precedente (da 55 del 2020 si è passati a 36 del 2021 nell’intera regione Emilia Romagna): in particolare, i luoghi più colpiti continuano ad essere i luoghi di culto e pertinenze con 13 azioni furtive e quelli privati con 12 furti.

Tra le operazioni di servizio più significative concluse lo scorso anno, si segnala il recupero e la restituzione all’Azienda Unità Sanitaria Locale della Romagna di cinque dipinti olio su tela, risalenti al XVIII secolo e raffiguranti  “San Luca”, “San Marco”, “San Matteo”, “San Paolo” e l’”Ecce Homo”, insieme a dieci arredi sacri lignei -quattro coppie di portaceri, un portapalma ed un portacero singolo-  trafugati prima dell’8 settembre 1990 dalla Chiesa di San Bernardo di Brisighella, all’epoca annessa all’ex Ospedale Civile. L’importante recupero è stato frutto di un accurato controllo effettuato dai Carabinieri del TPC mediante la comparazione delle immagini inserite nella menzionata “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti” con quelle di quattro dipinti messi in vendita su una piattaforma digitale da un venditore privato.

Gli immediati approfondimenti investigativi condotti dai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna, anche attraverso l’acquisizione delle schede originali di catalogazione dei beni sia presso i competenti uffici territoriali del Ministero della cultura, che  presso la competente Azienda Sanitaria e la Biblioteca Comunale Manfrediana di Faenza, consentivano di confermare che le quattro opere, che stavano per essere commercializzate illecitamente, erano proprio quelle rubate prima del mese di settembre 1990 dalla Chiesa di San Bernardo di Brisighella.

Le indagini successive, coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ravenna, e gli approfondimenti investigativi condotti dai Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna, permettevano di recuperare, oltre alle quattro opere messe in vendita, anche un ulteriore dipinto raffigurante l’”ECCE HOMO” e dieci arredi sacri lignei decorati di diverse dimensioni, tutti risultati trafugati nel 1990, insieme ad altre opere, dallo stesso luogo di culto.

















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