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A Modena chiuse le indagini sulle azioni dei gruppi “Daisan 216” e “Sooz”

Al termine di articolata attività d’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Bologna e condotta dalla Squadra Mobile di Modena, sono stati identificati e denunciati a vario titolo diversi ragazzi e ragazze minorenni, facenti parte di aggregazioni giovanili violente locali, che si sono resi responsabili di più ipotesi di reato, a partire dallo scorso febbraio.

Le attività d’indagine incardinate presso la Procura per i Minorenni di Bologna, ad oggi, hanno permesso di istruire 5 diversi procedimenti penali.

Il primo evento risale a sabato 5 febbraio scorso, consumato nel centro città e nei pressi della locale stazione ferroviaria, quando due gruppi contrapposti di ragazzi/e minorenni che si riconoscono nelle denominazioni “Daisan 216” e “Sooz” si rendevano autori di una rissa e di altri reati contro la persona.

All’origine degli eventi delittuosi, un semplice diverbio originato sulla banchina della stazione, tra alcuni dei componenti delle due fazioni, sfociato in breve in una rissa, in cui un minore ha riportato lesioni guaribili in 6 giorni. Il tutto avveniva in pieno giorno, intorno alle ore 17.00, e veniva ripreso sia dalle telecamere interne allo scalo ferroviario sia dagli stessi partecipanti all’evento delittuoso. L’attività d’indagine è consistita anche nell’acquisizione delle telecamere cittadine in modo da poter immortalare il percorso seguito da alcuni dei partecipanti, che hanno rincorso e continuato ad inveire e colpire i ragazzi del gruppo rivale, raggiungendoli nel centro storico in via Taglio. Ai 12 minori indagati sono stati contestati a vario titolo i reati di rissa, minacce e lesioni.

Il giorno seguente, domenica 6 febbraio, al pomeriggio, una ragazza del gruppo “Daisan 216” già presente il giorno prima alla rissa in stazione, nel rincontrare casualmente altre coetanee del gruppo opposto, iniziava con alcune sue amiche a rincorrerle e a minacciarle, costringendole a trovare riparo all’interno di un’attività commerciale del centro cittadino, in corso Vittorio Emanuele.

L’attività d’indagine ha permesso di identificare complessivamente 51 ragazzi/e minorenni che hanno partecipato o assistito alle azioni di sabato 5 e domenica 6 febbraio e denunciarne 12 per aver preso effettivamente parte attiva agli episodi di violenza. Gli indagati  sono  1 di anni 17, 5 di anni 16, 3 di anni 15 e 3 di anni 14.

In data 27 febbraio 2022, veniva instaurato un altro procedimento penale a causa dell’avvenuto furto e danneggiamento perpetrati all’interno dell’Istituto scolastico “San Carlo” di Modena ad opera di alcuni minorenni che, nella notte, avevano asportato generi alimentari dai distributori automatici, un computer hp e una macchina del caffè e, dopo aver infranto un vetro per introdursi all’interno, avevano imbrattato con bombolette spray alcuni muri dell’istituto scolastico.

L’attività, svolta congiuntamente con il NORM dei Carabinieri di Modena che ha curato anche il primo intervento, ha consentito d’identificare e denunciare alla Procura per i minorenni di Bologna, 5 minori di cui 4 appartenenti al gruppo “Daisan 216” ed uno al gruppo “Sooz”. Gli autori sono tutti di sesso maschile, 3 di loro di anni  14 e 2 di  anni 16.

A distanza di qualche giorno, esattamente la notte del 1° marzo, si verificavano altri episodi di violenza consistiti in danneggiamenti e furti all’interno di alcune autovetture parcheggiate in strada a Modena, in viale Amendola, commessi da un gruppo di ragazzi minorenni, tra cui alcuni risultavano essere già presenti nella rissa avvenuta in stazione i primi di febbraio. L’intervento della Squadra Volante permetteva di recuperare un cellulare perso da uno degli autori, e di recuperare gli effetti personali sottratti dalle auto. Si procedeva a denunciare alla Procura per i Minorenni di Bologna per furto aggravato in concorso uno degli autori della scorribanda, di anni 16.

In data 8 aprile, a seguito dell’acquisizione da fonti aperte di alcuni frame di un video pubblicato sul social network “Instagram” relativo ad una lite violenta tra ragazze all’interno dei parcheggi Novi Park, questo Ufficio coordinato sempre dalla Procura per i Minorenni di Bologna, avviava immediate attività d’indagine, recuperando il video integrale dal quale si notavano 2 ragazze (poi risultate essere minorenni) che si alternavano nel picchiare una ragazza di anni 15. Il tutto veniva ripreso da un cellulare alla presenza di tre minorenni, che non intervenivano nel sedare quanto accadeva. Alla base dell’azione violenta un precedente diverbio per futili motivi avvenuto via social.

Dalla ricostruzione e dalle dichiarazioni rese anche a seguito di interrogatorio, si riusciva a ricostruire quanto accaduto due giorni prima dalla pubblicazione del video, ovvero che le due ragazze entrambe di 14 anni, dopo aver dato appuntamento alla 15enne davanti la stazione delle corriere di Modena, la costringevano a seguirle nei pressi dei parcheggi del predetto parco, iniziando a percuoterla con violenza. Una delle due autrici del gesto (già riconosciuta come partecipante alla rissa in stazione) unitamente ad una sua coetanea colpivano la vittima, sbattendole il capo in terra e procurandole lesioni guaribili in 7 gg. Le altre tre persone che avevano assistito e ripreso quanto accaduto, venivano anch’esse indagate in concorso per minacce e lesioni aggravate. Sono state indagata 4 ragazze e 1 ragazzo, tutti 14enni.

Gli ultimi episodi si sono verificati in data 5 e 6 luglio, nel quartiere Madonnina di Modena, allorquando rispettivamente alcuni minori sempre appartenenti al gruppo “Daisan 216”, sfruttando la loro nomea di appartenenza, si rendevano responsabili dapprima del reato di rapina ai danni di un altro minorenne che veniva accerchiato e spintonato in terra dal gruppo, che si impossessava degli effetti personali (70 euro) presenti all’interno delle zaino e il giorno seguente del reato di estorsione ai danni di due ragazzi minorenni costringendoli a versare la somma di euro 50 per riottenere indietro la bicicletta sottrattagli con violenza, e del reato Il primo episodio ha visto l’identificazione e la denuncia di 5 minori mentre per il secondo episodio sono stati denunciati 6 minori di cui 4 già responsabili del reato di rapina commesso il giorno precedente,  di età compresa tra i 14 e 17 anni.

 

Le attività coordinate dalla Procura per i Minorenni di Bologna e condotte dagli investigatori della Squadra Mobile hanno consentito di ricostruire la rete di relazioni sottostanti, portando nel complesso a circoscrivere le condotte delittuose in capo a 21 ragazzi/ragazze minorenni (7 italiani e 14 stranieri) per un totale di 34 denunce, in quanto alcuni di loro si sono resi responsabili più volte dei diversi reati sopra indicati. Gli autori sono tutti minori, che si collocano in un range medio di età che va dai 14 ai 17 anni, ed in alcuni casi è stata riscontrata la presenza anche di minori infra14enni. Tecnicamente non è stato riconosciuto un elemento associativo comune alle diverse azioni, tipico invece delle baby gang vere e proprie, a conferma che si è trattato di eventi spesso dettati dalla casualità sia dei  fatti, incontri spesso occasionali, che delle modalità delle  aggregazioni giovanili, mai strutturate e  risultate peraltro molto fluide.

Il pressing investigativo operato sui gruppi e sui singoli ha portato ad una notevole riduzione degli episodi di violenza e ad una disarticolazione delle due aggregazioni che stavano iniziando a darsi una parvenza di organizzazione interna, basata su rivalità legate a svariati motivi, dall’appartenenza territoriale, capoluogo/provincia, al contenuto di commenti inseriti sui social, a motivi di sfida reciproca.

Si tratta di un’attività investigativa di sintesi importante, anche in vista dell’inizio dell’anno scolastico, che ha visto nel suo articolato evolversi una proficua collaborazione da parte degli insegnanti di alcuni istituti scolastici frequentati dai minori, autori degli episodi delittuosi descritti, oltre che dei servizi sociali che hanno già incarico alcuni ragazzi. Le singole posizioni soggettive continuano ad essere all’attenzione in attesa delle fasi processuali, cui i minori saranno ulteriormente chiamati.

Fondamentale il ruolo delle famiglie, sistematicamente convocate in Questura per l’affidamento dei minori, spesso totalmente ignare delle condotte e frequentazioni dei figli.

















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