Il Comune continua con una politica che non conduce da nessuna parte se non a sciupare i soldi dei cittadini. Continuano caparbiamente a negare che gli accordi che hanno in corso di definizione con i nomadi, sono identici a quelli che erano stati deliberati dal Consiglio Comunale nel 1996 e che non sono mai stati rispettati e tanto meno fatti rispettare.
Il Sindaco dice che hanno voluto modificare alcuni aspetti della concessione amministrativa “ proprio per rendere più stringenti le regole ed evitare ogni possibile abuso, ad esempio, l’ospitalità temporanea ad altre persone sarà limitata ai parenti e solo previa comunicazione e autorizzazione da parte del Comune”.
Anche la delibera del 1996 diceva: “le domande per potere ottenere l’accesso alle aree attrezzate, devono essere indirizzate al Sindaco…” (art. 6).
Anche allora erano stringenti se fossero state rispettate o fatte rispettare. Chi è che è stato inadempiente in questi anni e non ha effettuato quei controlli che avrebbero portato come diceva quel regolamento (e come scopiazza la nuova concessione), alla revoca delle autorizzazioni?
Qualcuno non ha fatto il proprio dovere?
In quel regolamento c’era scritto (art. 9) che chi era in debito con l’Amministrazione non poteva stare nel campo. C’era anche scritto che l’Amministrazione si sarebbe fatta carico esclusivamente dell’acqua e dello smaltimento dei rifiuti. (alla faccia dell’esclusivamente)
Infine sempre quel regolamento imponeva annualmente alla Giunta di stabile quanto fare pagare agli ospiti.
Tutto questo non è mai stato rispettato ed ora ci vogliono fare credere che avendo redatto un documento identico tutto cambierà.
Sono solo false promesse per tenere buona la gente.
L’inserimento dei nomadi deve passare dal lavoro. Devono andare a lavorare come fanno tutti i cittadini. Il Comune attivi tutte le cooperative sociali che gravitano attorno alla economia cittadina, e li mandi a lavorare. Solo allora potrà essere credibile la favoletta che trasferiti nelle microaree si pagheranno autonomamente tutte le utenze.
Nel frattempo tutti i cittadini che sono stanchi di essere spremuti come se fossero dei limoni vengano in piazza il 13 ottobre. Che facciano sentire che ci sono anche loro.
(v. Presidente Regionale Codacons, Fabio Galli)