Cesare Viviani incontrerà il pubblico di Poesia festival oggi pomeriggio alle 17, a Castelvetro (Piazza Roma, Borgo Antico) nell’ambito di “Una tazza di tè, un bicchiere di vino”, dialoghi con alcuni tra i massimi esponenti della scena poetica italiana contemporanea.
Condurrà la conversazione Alberto Bertoni, critico e poeta, consulente scientifico del Poesia festival. La poesia di Viviani è esemplare per l’equilibrio infallibile della lingua e della scrittura, sempre plausibile e sempre accorta, effetto di un gusto naturale di prim’ordine, e per la capacità di alternare pensiero e narrazione, frammentismo di alto livello e costruzione piana e comunicativa all’interna di un ampio disegno poetico. La grande raffinatezza della forma esprime un’attenzione – sempre importante in Viviani – per il dettaglio del reale in apparenza minimo eppure capace di rivelare risvolti di senso profondi, che tocca appunto al poeta scoprire e comunicare. L’ultima sua raccolta poetica “La forma della vita” (Einaudi 2005) è un libro di poesia, ma anche di narrazione, e di pensiero. Un affresco vitale e coinvolgente dei protagonismi e dell’anonimato, della frenesia del fare e della distruttività del nostro tempo. Una rappresentazione del frastuono postmoderno e, insieme, il suo antidoto.
CESARE VIVIANI
Nato a Siena nel 1947, Cesare Viviani, vive a Milano dal 1972. Si è laureato in Giurisprudenza e in Pedagogia e ha svolto per qualche tempo attività giornalistica, per poi dedicarsi, dal 1978, a quella psicanalitica. Il suo percorso poetico è tra i più ricchi e complessi dell’ultimo trentennio. Ha pubblicato: L’ostrabismo cara, Feltrinelli, 1973; Piumana, Guanda, 1977; L’amore delle parti, Mondadori, 1981; Merisi, Mondadori, 1986; il romanzo Folle avena, Studio Tesi, 1987; Pensieri per una poetica della veste, Crocetti, 1988; Preghiera del nome, Mondadori, 1990 (con cui ha vinto il Premio Viareggio), Il sogno dell’interpretazione. Una critica radicale all’ideologia psicanalitica, Costa & Nolan, 1991; L’opera lasciata sola, Mondadori, 1993; Una comunità degli animi, Mondadori, 1997; Il mondo non è uno spettacolo, Il Saggiatore, 1998; il poemetto Il silenzio dell’universo, Einaudi, 2000; Passanti, Mondadori, 2002; Poesie. 1967-2002, Introduzione di Enrico Testa, Mondadori, 2003; La voce inimitabile. Poesia e poetica del secondo Novecento, Il Nuovo Melangolo, 2004; La forma della vita, Einaudi, 2005; Il sogno dell’interpretazione. Una critica radicale dell’ideologia psicoanalitica, Costlan, 2006.
Ha tradotto le Feste galanti e La buona canzone di Verlaine e curato, con Tomaso Kemeny, i convegni svoltisi a Milano nel 1978 e 1979 sulla “nuova poesia italiana” ed i relativi atti: Il movimento della poesia italiana negli anni settanta, e I percorsi della nuova poesia italiana. Ha collaborato a numerose riviste letterarie e ai quotidiani Il Giorno ed il Corriere della Sera. Ha partecipato alla direzione della rivista culturale Legenda (1988-1994).