“L’asfissia nel nato a termine”, il simposio internazionale in programma nell’Aula magna del Centro didattico interdipartimentale dell’Università degli studi di Modena e Regio Emilia (via del Pozzo 71, all’ingresso del Policlinico) l’1 e il 2 ottobre, affronta una problematica grave.
Si stima che dei 130 milioni di nati all’anno, nel mondo, circa 4 milioni possano soffrire di asfissia alla nascita; di questi un milione muore e un altro milione sviluppa delle conseguenze neurologiche gravi. L’encefalopatia ipossico-ischemica (HIE), cioè la sindrome neurologica indotta nei primi giorni di vita dall’asfissia, è presente approssimativamente in 1-2 neonati ogni mille nati vivi a termine. Questo significa che ogni anno, nella provincia di Modena, dove ogni anno nascono oltre 6.500 bambini, ci si deve attendere un numero variabile da 7 a 14 neonati affetti da HIE.
Al simposio parteciperanno i massimi esperti mondiali della materia, con relatori e ospiti provenienti da università e centri di studi inglesi e americani.
“Il danno ipossico–ischemico che avviene durante il periodo perinatale è una delle cause più universalmente riconosciute di handicap infantile permanente – spiega il prof. Fabrizio Ferrari, direttore della Struttura complessa di Neonatologia del Po-liclinico, che organizza il simposio in collaborazione col dipartimento Materno Infantile diretto dal prof. Paolo Paolucci, con la Società italiana di neonatologia e con l’Università di Modena e Reggio Emilia – il 6% – 23 % dei casi di paralisi cerebrali sono attribuibili all’asfissia intrapartum.
I grandi progressi verificatesi nelle ultime decadi nel campo della medicina perinatale hanno portato a una grande riduzione della mortalità infantile e perinatale; non hanno però ridotto in misura significativa né l’incidenza delle paralisi cerebrali né la ricorrenza della HIE”.
Fino a pochi anni fa si dava per certo che l’origine del danno, la causa di paralisi cerebrale infantile nel neonato a termine, avvenisse nel periodo perinatale. Gli studi epidemiologici più recenti hanno invece dimostrato l’importanza del ruolo di fattori prenatali nel determinare la sofferenza neurologica. Recentissimi studi con risonanza magnetica cerebrale hanno riportato gli eventi acuti del periodo perinatale alla ribalta come una delle principali cause di danno cerebrale.
Negli ultimi anni si stanno sperimentando nuovi interventi di neuroprotezione: il raffreddamento cerebrale, in particolare, sembra offrire la possibilità di ridurre il danno cerebrale indotto dall’asfissia. Tuttavia, la ricerca in tema di asfissia deve ancora compiere passi importanti. Una migliore conoscenza delle cause e della patogenesi dell’asfissia potrebbe aprire le strade alla prevenzione e alla profilassi del danno ce-rebrale secondario. La migliore conoscenza dei meccanismi riparativi del sistema nervoso centrale del lattante potrebbe infine indirizzare la riabilitazione precoce del bambino con danno da asfissia e paralisi cerebrale.
Il tema del simposio è di straordinaria attualità: l’asfissia del feto e del neonato è uno dei campi più misteriosi e complessi della medicina perinatale e i progressi compiuti sul piano clinico sono ancora limitati. I temi trattati dalle singole relazioni del convegno sono stati scelti nell’ottica di far luce sui temi più dibattuti e controversi e sulle problematiche che si incontrano nella pratica clinica: dalla definizione di asfissia del feto e del neonato alla possibilità di prevenire il danno ipossico-ischemico; dalle modalità di monitoraggio del parto all’individuazione dei segnali clinici e strumentali di condizioni fetali non rassicuranti, fino all’individuazione della terapia e all’impiego delle tecnologie più moderne per la diagnostica.