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Fondazione di Modena, donati alla biblioteca 450 preziosi volumi di storia locale

Un lascito di circa 450 prestigiosi volumi alla biblioteca della Fondazione di Modena, come da volontà del collezionista di libri e amante dell’arte Giovanni Selmi, va ad arricchire la sezione locale collocata in SpazioF, al piano terra di Palazzo Montecuccoli, dando risalto anche al patrimonio artistico, alla storia e alle tradizioni locali dei paesi della provincia modenese a volte trascurati.

La storia di Modena, del ducato estense, dai tempi in cui Corso Vittorio Emanuele era un canale navigabile fino agli anni più recenti, pittura e architettura della città e della provincia: sono questi i temi trattati negli importanti volumi – tra i quali si trovano diverse edizioni anastatiche e trascrizioni – ora disponibili alla cittadinanza per la consultazione e il prestito grazie all’importante donazione del compianto Giovanni Selmi. “Appassionato verso la cosa pubblica, sempre perfettamente documentato e competente, ha intrapreso nel corso della sua vita battaglie sociali ed ambientali, in un’epoca in cui i temi ambientalisti erano sconosciuti o ignorati dalla maggior parte delle persone – il ricordo dei figli Marina, Luca, Monica e Massimo –. Proprio la necessità di intervenire attivamente sulla ‘cosa pubblica’, ma in modo documentato e competente, lo ha spinto negli anni a dotarsi di un numero enorme di libri, ricerche, studi, con una particolare attenzione alla sua città natale, da lui sempre amata nonostante gli oltre 20 anni di vita trascorsi a Roma”.

Tra i titoli più interessanti sul territorio troviamo il volume ‘Al monte Cimone – gita nel Frignano’, ristampa anastatica dell’opera di fine Ottocento del Marchese Federico Carandini, ‘La strada ducale di Foce a Giovo da Lucca a Modena. Tra arte, storia e natura’, ‘La via Romea da Modena a Pistoia attraverso la terra di Fanano – storia e leggende lungo il percorso’, ‘Santa Caterina la Crocetta’, ‘Sassuolo nel Medioevo: castello e famiglie del Duecento’ e il ricercato ‘Alta Valle del Panaro – insediamento storico e beni culturali – comuni di Guiglia, Marano, Montese, Zocca’. Grazie a questa donazione è stata recuperata anche una ‘Guida di Modena e provincia’ del 1933 finanziata dalla Cassa di Risparmio di Modena.

Grande spazio nella collezione è dedicato poi alla storia del ducato estense, con volumi come la trascrizione del catalogo settecentesco delle collezioni dei duchi d’Este ‘Descrizione delle pitture esistenti in Modena nell’Estense ducal galleria’, i giornali dei viaggi di Francesco IV d’Austria d’Este, ‘Il risorgimento nel ducato estense’, ‘L’arte degli estensi’ e numerose ristampe anastatiche come il ‘Dizionario topografico-storico degli Stati estensi’ di Girolamo Tiraboschi (Bologna, A. Forni, 2002).

Non mancano alcune chicche come ‘La città illuminata – saggi sulla storia della luce artificiale a Modena’, ‘Una forma per la carità. Il “Grande Albergo dei poveri” di Modena’ e ‘Gli ospedali, le confraternite, il duca e la comunità a Modena’ di Paolo Bernabiti.

“Ci è sembrato doveroso donare questo patrimonio documentale, immaginando che ciò che si riceve possa tornare un giorno a beneficio di altri in uno spirito di comunità che si alimenta e alimenta un sano circolo virtuoso del bene comune – commentano i figli –. Questo è il motivo per cui ci siamo rivolti alla Fondazione di Modena, che in modo costruttivo ed entusiasta ha immediatamente accettato il nostro lascito. Questa istituzione, già dalla sua nascita, è stata ed è per Modena un riferimento unico nella promozione e sostegno di interventi legati al nostro patrimonio artistico e culturale, così come è stata ed è riferimento per forme di collaborazione tra il settore pubblico e privato, soprattutto a vantaggio dello sviluppo sociale ed economico della nostra città. È proprio questo impegno che nostro padre e la Fondazione avevano in comune, speriamo dunque che tale materiale possa essere utile in futuro a chiunque senta la responsabilità di costruire cultura sulla base di un’attenta informazione e di essere parte attiva e non passiva del nostro futuro”.

 

I libri – indicati con la dicitura ‘Donazione Giovanni Selmi’ sul catalogo online BiblioMo (www.bibliomo.it) – saranno dati in prestito liberamente secondo le modalità della biblioteca della Fondazione di Modena. Luogo che, lo ricordiamo, è stato inaugurato nel 2000 con l’obiettivo di raccogliere parte della vasta produzione editoriale delle Fondazioni bancarie e degli Istituti di credito ed è specializzato in arte e storia. La biblioteca dispone di un patrimonio di circa 14mila volumi, in gran parte a tiratura limitata e fuori commercio, e di una sezione locale dove sono collocate le opere dedicate a Modena e provincia, tra le quali ora trovano spazio anche quelle del lascito Selmi.

La biblioteca è aperta al pubblico previo appuntamento tutte le mattine, dal lunedì al venerdì, dalle 8,30 alle 13. I libri, prenotati entro le 12,30 dal portale BiblioMo o tramite mail inviata all’indirizzo biblioteca@fondazionedimodena.itpossono essere ritirati anche al pomeriggio, fino alle 18,30, presso lo SpazioF.

















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