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Funzioni catastali: l’intervento del vicesindaco Ferretti

“Entro il 3 ottobre i comuni sono chiamati a decidere la modalità di gestione del proprio sistema catastale, una scelta importante che costituisce un fondamentale tassello del processo di riforma della pubblica amministrazione e per la semplificazione amministrativa alla base della legge n. 59 della legge 15 marzo 1997”.

“Un processo di riforma che, come viene richiamato nella delibera ha nel decreto legislativo n. 112 del 31 marzo 1998 previsto all’art. 66, tra le funzioni conferite agli enti locali quelle relative alla conservazione, utilizzazione e aggiornamento degli atti del catasto terreni e del catasto edilizio urbano, nonché la partecipazione al processo di determinazione degli estimi catastali.
Con il decreto della presidenza del consiglio dei ministri del 14 giugno scorso, sono state individuate le modalità per l’assunzione delle funzioni catastali indicando come richiamavo all’inizio nel 3 ottobre 2007 il termine entro il quale i consigli comunali devono deliberare l’opzione di gestione scelta.
Questo decreto rappresenta un fatto di grande rilievo amministrativo e istituzionale che corona l’impegno pluriennale dei comuni, tra cui quello di Reggio Emilia.
Il DPCM prevede tre possibili forme di gestione: la gestione diretta autonoma da parte di un singolo Comune; la gestione diretta tramite forme associative (Unione di Comuni, Comunità montana, Associazione intercomunale); la gestione affidata all’Agenzia del territorio mediante convenzione decennale senza oneri per il Comune.
Per il Comune che decide di gestire direttamente il catasto, il DPCM prevede tre possibili “livelli” di esercizio delle funzioni. La nostra scelta per l’opzione di terzo livello (prevista dalla lettera c) dell’art. 3 del DPCM) contiene oltre alle funzioni di secondo livello anche la registrazione delle dichiarazioni tecniche di aggiornamento geometrico a catasto per i fabbricati, la definizione dell’aggiornamento della banca dati catastale su istanza di parte o d’ufficio.
In questo senso si sono orientati, scegliendo la cosiddetta opzione piena (il terzo livello) buona parte dei comuni dai più piccoli a quelli capoluogo, governati da maggioranze diverse come: Milano, Cagliari, Treviso, Vicenza, Catania e d’altro canto Padova, Ancona, Firenze, Genova, Modena, Rimini, Roma e fra le altre Parma che ha votato venerdì all’unanimità il terzo livello.

Con la delibera odierna si approva una scelta di indirizzo politico coerente nelle tappe e nei contenuti che avvierà una delle più importanti riforme istituzionali di decentramento di poteri verso i Comuni e di federalismo fiscale come ha sostenuto l’Anci.
Una decisione coerente e impegnativa della volontà dei comuni di essere protagonisti del processo di riforma, infatti la gestione del catasto offre ai comuni una occasione importante per il governo del territorio, dalla programmazione e la gestione urbanistica, al rilascio delle autorizzazioni edilizie, alla gestione dell’imposta comunale sugli immobili che si completa così con la registrazione e il controllo sul classamento delle unità immobiliari.
Si potranno in questo modo ottimizzare i processi impositivi e rendere disponibile al cittadino un servizio più agevole, anche mediante la realizzazione di una sede, lo sportello unico per tutti i servizi tra loro connessi (edilizia, tributi e catasto).
I vantaggi derivanti dall’integrazione tra processi di lavoro catastali, edilizi e tributari dovrebbero inoltre portare al recupero, almeno parziale, della maggior spesa che l’ente dovrà sostenere nella fase iniziale. La reale quantificazione della spesa verrà comunque definita a seguito del lavoro del gruppo tecnico formato dai funzionari dei Comuni interessati.
Il fatto poi che la concreta assunzione delle funzioni catastali avvenga con la gradualità necessaria da definirsi nella convezione con l’agenzia del territorio, anche in relazione all’atteso DPCM che oltre all’erogazione di ulteriori risorse finanziarie e all’attribuzione delle risorse del personale dell’Agenzia del territorio, permetterà dopo la deliberazione di oggi, di avviare il lavoro tra i comuni aderenti al polo di Reggio Emilia per preparare la successiva deliberazione consigliare.
Dopo il 3 ottobre, a fronte della ricognizione del numero dei Comuni che hanno esercitato i vari livelli di opzione, il Ministero, previa trattativa con i sindacati, attuerà i trasferimenti e i comandi del personale e definirà l’ammontare delle risorse finanziarie aggiuntive.

Con la delibera odierna si approva una scelta di indirizzo politico sull’opzione di terzo livello (opzione c). La gestione avverrà in forma associata con i Comuni dell’Associazione intercomunale “Il Tricolore” (Albinea, Bagnolo, Castelnovo Sotto, Cadelbosco Sopra, Quattro Castella , Vezzano sul Crostoso). Il Comune di Reggio Emilia sarà il capofila. La gestione mediante forma associata consentirà anche di avere accesso a specifici finanziamenti regionali, che la Regione Emilia Romagna ha già annunciato.
Siamo sicuri di poter trovare nella realizzazione di questo progetto la collaborazione dell’agenzia territorio di Reggio, nel coordinamento del sistema complessivo e nella parte della gestione operativa che rimarrà allo stato, in rapporto alle funzioni che i comuni, quattro distretti su sei, hanno deciso di assumere (Correggio, Guastalla, Comunità Montana e Associazione Tricolore.
Il nostro Comune e i Comuni del nostro territorio potranno contare sulle competenze e professionalità dei dipendenti del catasto che hanno raggiunto nel corso degli ultimi anni un buon livello di efficienza e una sostanziale eliminazione dell’arretrato.
Non mancherà del resto l’impegno della nostra amministrazione comunale ad affrontare il riconoscimento delle garanzie contrattuali, in particolare sul piano occupazionale, come del resto nel vincolo espressamente previsto, in deroga alla legge finanziaria, di non ricorrere ad esternalizzazioni e a non avvalersi di soggetti privati.
Per le ragioni richiamate è indubbio che questa riforma rappresenta per il nostro comune una sfida importante, il Consiglio comunale è chiamato a deliberare l’assunzione di una servizio rivolto ai cittadini con l’intento di dare più efficacia e trasparenza alle aspettative dei cittadini che chiedono più semplificazione, più equità, per colpire forme di elusione ed evasine fiscale che si potranno ottenere, non per aumentare la spesa corrente, ma per definire in sede locale più equi rapporti nella tassazione locale”.

















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