Sono 64.573 le imprese attive nella provincia di Modena a giugno 2022 e di queste l’artigianato rappresenta il 30,6% del totale, con 19.748 unità. Rispetto allo stesso periodo del 2021 si contano 25 imprese in più, mentre risulta diminuito il numero di imprese artigiane con un calo dell’1,3% (pari a 265 unità in meno). Lo rilevano i dati forniti dall’Ufficio Studi Lapam Confartigianato, che ha svolto un’approfondita indagine su numero imprese e occupazione nei primi sei mesi del 2022.
Per quanto concerne l’occupazione, sulla base dei dati diffusi dall’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna il numero di assunzioni e cessazioni rilevato nel sistema provinciale ha oramai recuperato pienamente i livelli pre-Covid grazie alla diminuzione delle cessazioni di rapporti di lavoro che ha compensato il rallentamento delle nuove attivazioni. Complessivamente, durante i primi sei mesi del 2022, le posizioni dipendenti sono aumentate complessivamente di 1.501 unità; l’incremento di dipendenti registrato nel II trimestre è da attribuire ai settori dell’industria in senso stretto (454 unità in più) e dell’agricoltura, silvicoltura e pesca (+183 unità). Si rileva invece una diminuzione nel terziario (216 posizioni dipendenti in meno nelle altre attività dei servizi e -143 nel commercio, alberghi e ristoranti). Sostanzialmente stazionario l’andamento nelle costruzioni (+19 unità).
Analizzando invece i dati degli ultimi dodici mesi (luglio 2021-giugno 2022), Lapam evidenzia come l’incremento di dipendenti su base annua risulti di 7.710 unità. Alla crescita hanno contribuito tutti i settori, e in modo particolare l’industria (+4.105), responsabile di più della metà delle posizioni dipendenti create nell’economia provinciale. Seguono le altre attività dei servizi (+1.510) e commercio, alberghi e ristoranti (+1.168). Per quanto riguarda la tipologia di contratto, nel II trimestre 2022 in provincia di Modena sono aumentate le posizioni a tempo indeterminato (+1.426 unità, dovute anche alle trasformazioni da contratti a termine in contratti a tempo indeterminato). Al contrario diminuiscono le posizioni a termine (-1.129 unità, inclusi i contratti a tempo determinato, di apprendistato e di lavoro somministrato a tempo determinato), più sensibili alle incertezze del ciclo economico dovute all’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Se si osservano gli ultimi dodici mesi, a trainare sono i contratti di apprendistato, tempo determinato e lavoro somministrato, cresciuti di 4.072 unità. A questi si aggiungono 3.638 contratti a tempo indeterminato. Le posizioni di lavoro intermittente invece sono aumentate di 1.389.
Infine l’indagine dell’Ufficio Studi Lapam presenta un focus sugli ammortizzatori sociali. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali richiesti dalle imprese modenesi, si osserva che nel II trimestre 2022 sono state autorizzate 1.060.939 ore di cassa integrazione. Queste, sommate a quelle autorizzate nei primi tre mesi dell’anno, portano il bilancio provvisorio a 2.990.017 ore, un monte ore inferiore a quanto rilevato nel medesimo periodo dell’anno scorso (quando erano state autorizzate 19,3 milioni di ore), ma ancora leggermente superiore alla fase pre-Covid (le ore autorizzate erano state 2.609.106 nel I semestre 2019).