Cisl Emilia Centrale contro il Ministero dell’interno. La decisione di non rinnovare i contratti ai dipendenti dello Sportello unico per l’immigrazione a Reggio Emilia, così come nelle altre province, lascia a casa dall’oggi al domani i lavoratori (1.150 in Italia). Dieci nella nostra prefettura, nove donne e un uomo, operanti nello Sportello chiuso dal 2 gennaio scorso dove, si operano i rilasci di nulla osta all’assunzione per lavoro subordinato, determinato o indeterminato e stagionale di cittadini stranieri non comunitari residenti all’estero, nell’ambito delle quote previste dal decreto flussi.
“Ancora una volta va in scena un precariato inaccettabile e perpetrato da molti anni che si conclude nel peggiore dei modi – commenta Rosamaria Papaleo, segretaria generale Cisl Emilia Centrale -. Reggio Emilia è una provincia a forte presenza di cittadini di origine extracomunitaria sono oltre 66.000, in larga parte lavoratori, e rappresentano il 12,6% della popolazione residente -. Allo Stato chiediamo di intervenire e, sicuramente, a riguardo, chiederemo di essere ricevuti dal Prefetto Iolanda Rolli che si è spesa per questi lavoratori e per questo importante servizio. Questi lavoratori esprimono professionalità che hanno dimostrato competenze e utilità e che, ora, pur a fronte della scadenza del bando con le Agenzie Gl Group e Manpower (cui dipendevano i lavoratori), chiediamo siano regolarizzati con un concorso pubblico che sani questo intollerante precariato. Se lo Sportello continuerà a restare chiuso prevediamo gravi disservizi che si aggiungeranno a tempi già lung hi d’attesa per ottenere i permessi per lavorare”.
“Un fatto assurdo – aggiunge Domenico Chiatto, segretari generale aggiunto con delega all’immigrazione -. Tra l’altro riscontriamo già forti ritardi con le pratiche di cittadinanza e ricongiungimenti. È purtroppo andato disatteso l’incontro con i sindacati dello scorso dicembre dove avevamo ricevuto rassicurazioni a riguardo. Nonostante l’impegno del Prefetto, gli organici dedicati alle pratiche per gli stranieri sono in perenne sofferenza da molti anni. La sanatoria 2020 ha ulteriormente appesantito gli arretrati e il personale che è stato dedicato in via provvisoria non ha risolto i problemi che, ora, crescono. C’è, infatti, c’è il tema della formazione di queste persone che richiede tempi lunghi e, in sostanza, quando l’operatore è formato professionalmente scade il contratto”.
“Purtroppo nel nostro paese – conclude Chiatto – il tema immigrazione è trattato con la lente dell’ordine pubblico e della sicurezza, quindi Prefettura e Questura, enti in perenne carenza di personale”.