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Alpini: il 26 gennaio anche a Mirandola si ricorda il sacrificio di migliaia di italiani

Dallo scorso Aprile 2022 è stata istituita – con ricorrenza calendarizzata per il 26 Gennaio di ogni anno – la “Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrifico degli Alpini”.

Un provvedimento studiato e promulgato al fine di ricordare il sacrificio estremo di 40.000 italiani che, con coraggio e profondo amore patrio, sacrificarono la loro vita nella battaglia di Nikolajewka. Una ricorrenza istituita al fine di ricordare e promuovere – specialmente negli Istituti scolastici – i valori della difesa della sovranità e dell’interesse nazionale nonché dell’etica della partecipazione civile, della solidarietà e del volontariato, che gli alpini incarnano. Anche il Comune di Mirandola, rivolgendo il proprio saluto all’Associazione Nazionale degli Alpini ricorda l’ottantesimo anniversario del sacrificio degli eroi di Nikolajewka e tutti gli appartenenti al corpo – caduti, attuali ed in congedo – onorando il corpo fondato nell’Ottobre del 1872.

Con le celebrazioni della Giornata Nazionale della Memoria e del Sacrificio degli Alpini si aprono due settimane dedicate alla “memoria” e al “ricordo”. Il nostro pensiero – commenta il Sindaco Alberto Greco – va alle giovani generazioni, specialmente quelle in età scolare, che in maniera sempre più ridotta possono attingere alle testimonianze dirette di superstiti e testimoni oculari di quegli eventi storici che cambiarono per sempre il nostro Paese. Un dovere per le Istituzioni, locali e nazionali, affinché i nostri valori non vadano dispersi e il sacrificio di milioni di italiani dimenticato. Nella battaglia di Nikolajewka, combattuta 80 anni orsono, decine di migliaia di italiani si ritrovarono a combattere – in condizioni estreme – reggendo eroicamente l’urto della controffensiva dell’Armata Rossa. Un sacrificio che, ancora oggi, ci suggerisce una riflessione ed al contempo ci pone – nel ricordo – al fianco di migliaia di famiglie che persero per sempre i propri affetti e nella maggioranza dei casi non poterono nemmeno piangere i propri caduti”.

 

















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