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A Modena imprese femminili in leggero calo. Lapam: “Serve una svolta culturale per sostenere il lavoro delle donne”

Copyright: Meridiana Immagini – Autore: Riccardo Gallini

Al 31 dicembre 2022, più di una impresa modenese su cinque era gestita da donne, pari a 13.972 imprese femminili attive (il 21,8% del totale). È quanto emerge da un’indagine dell’Ufficio Studi Lapam Confartigianato sul mondo dell’imprenditoria femminile. In occasione della Convention 2023 di Donne Impresa Confartigianato dal titolo ‘Femminile, impresa di valore’ svoltasi a Roma, l’Ufficio Studi Lapam ha tracciato una fotografia delle imprese rosa nel territorio modenese.

Rispetto a 12 mesi fa (IV trimestre 2021) a Modena secondo l’ultimo monitoraggio si contano 79 imprese femminili in meno, pari ad un calo dello 0,6% (in linea con il -0,5% riferito al totale imprese). Negli ultimi 6 anni (2016-2022) si sono aggiunte 30 imprese femminili modenesi, pari ad un aumento del +0,2% (in controtendenza rispetto al -3% registrato dalle imprese complessive della provincia).

La dinamica positiva delle imprese femminili è trainata dai settori dei Servizi alle imprese e alle persone, settori in cui la componente femminile nell’imprenditoria è alta e che vedono trend brillanti di crescita sia nel breve che nel lungo periodo. Più in difficoltà è invece il Commercio, soprattutto nel breve periodo, un settore che rappresenta quasi una impresa femminile su quattro, e che ha risentito degli effetti della pandemia e dell’inflazione. Gli ultimi dati sul mercato del lavoro, disponibili solo a livello regionale, mostrano un ritardo nella ripresa post-Covid, in particolare per le donne e per la componente indipendente dell’occupazione. Calano infatti dello 0,9% le donne occupate rispetto a 12 mesi fa (III trimestre 2022 su III trimestre 2021), calo che si accentua al -1% se confrontato con lo stesso periodo pre pandemia (III trimestre 2019). Di queste, il calo maggiore lo hanno subito le lavoratrici indipendenti – imprenditrici, libere professioniste e partite iva – che sono diminuite di 3000 unità nell’ultimo anno, pari al -2,4%: calo più accentuato rispetto alla controparte maschile, che registra un -0,3%.

“Serve una svolta culturale per sostenere il lavoro e l’imprenditoria femminile – sostiene Rita Cavalieri, Presidente Gruppo Donne Lapam Confartigianato -. Pur essendo il nostro un territorio virtuoso, è necessario sempre di più mettere in atto politiche di conciliazione tra lavoro famiglia, elemento fondamentale per il sostegno alla presenza di donne sui luoghi di lavoro, siano esse dipendenti o imprenditrici. Allo stesso modo anche il quadro normativo deve essere rivisto in favore dell’occupazione femminile, come ad esempio i recenti sgravi fiscali per alcune tipologie di assunzioni nella nuova Legge di Bilancio. In una logica, però, non di provvedimenti una tantum, ma strutturali. Grazie alle risorse del PNRR abbiamo l’occasione imperdibile di creare le condizioni per sostenere e valorizzare finalmente il talento delle donne e la loro capacità di contribuire alla crescita economica e sociale”.

















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