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Il Team Emergenze di Modena salva un uomo colpito da aneurisma

Il 58enne bulgaro si era sentito male mentre era alla guida del suo camion ed è stato soccorso dal 118 e gestito all’Ospedale Civile. Ora è tornato a casa per completare la convalescenza

Un camionista di 58 anni si sente male a Finale Emilia, lontano da casa e dal suo Paese, la Bulgaria. L’equipaggio del Servizio di emergenza territoriale 118 comprende subito la gravità della situazione e lo centralizza all’Ospedale Civile di Baggiovara, centro hub per le patologie tempo-dipendenti, come previsto dai protocolli condivisi.

Al Pronto Soccorso arriva in codice rosso e subito preso in carico: si comprende che l’uomo ha un’emorragia dovuta alla rottura del tripode celiaco, una delle più importanti branche dall’aorta addominale. Sono attimi concitati, ma il personale è abituato a lavorare in equipe su casi complessi. Il paziente è stato stabilizzato in Pronto Soccorso, con la presenza del rianimatore e del radiologo – mediante il posizionamento di un dispositivo endovascolare (il cosiddetto pallone aortico) – poi operato dai chirurghi vascolari, in seguito da quelli generali e d’urgenza. Infine, dopo due settimane di ricovero in Terapia Intensiva, è stato trasferito in Medicina Interna d’urgenza (MIDU) e ora è tornato nel suo Paese per completare la convalescenza.

Il paziente è stato seguito quindi con successo dal Team Emergenze dell’Ospedale Civile: il Pronto Soccorso, diretto dal dottor Geminiano Bandiera, l’Anestesia e Rianimazione e Terapia Intensiva, diretta dalla dottoressa Elisabetta Bertellini, la Chirurgia Generale, d’urgenza e Nuove Tecnologie, diretta dalla dottoressa Micaela Piccoli, la Chirurgia Vascolare, diretta dal prof. Roberto Silingardi, la Radiologia, diretta dal dottor Antonio Zagnoli e Medicina Interna d’urgenza (MIDU), diretta dal dottor Giovanni Pinelli. Fondamentale il supporto del personale infermieristico del Blocco Operatorio e dei reparti coinvolti.

Questo caso – si sono complimentati i Direttori generali di AUSL e AOU, Anna Maria Petrini e Claudio Vagnini – è davvero un ottimo esempio di gestione di un paziente critico in modo multidisciplinare; un’orchestra di professionisti con un unico spartito, rispettando tempi e ruoli con l’unico obiettivo: salvare la vita del paziente in pericolo. Vogliamo fare i complimenti a tutto il personale sanitario per l’ottimo lavoro.”

Il plusvalore in questo tipo di emergenze – spiega il dottor Geminiano Bandiera, Direttore del Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile e del Dipartimento Interaziendale di Emergenza-Urgenza – è rappresentato dal lavoro di squadra polispecialistico che da sempre caratterizza il nostro operare in emergenza, a partire dall’intervento del 118 che ha compreso il problema e condotto il paziente nel luogo appropriato. A questo approccio, ormai consolidato, si aggiunge l’acquisizione di nuove competenze tecniche quali l’utilizzo del pallone aortico e di strategie quali, in questo caso, la damage control surgery. La presenza all’Ospedale di Baggiovara di attrezzature come la Sala Ibrida, il Tromboelastografo, l’applicazione del Protocollo per Trasfusioni Massive, il coordinamento multispecialistico per interventi, la radiologia interventistica, la gestione rianimatoria secondo damage control. Questo approccio multidisciplinare e il lavoro di tutti in team ha consentito di recuperare una situazione che, in altri contesti, avrebbe avuto una prognosi infausta”.

Quel giorno è giunta una chiamata alla Centrale Operativa 118 Emilia Est per un malore in un luogo di lavoro – racconta il dott. Marcello Baraldi, Responsabile Medico del 118 di Modena – La Centrale ha inviato sul posto un’ambulanza con infermiere a bordo il quale, dopo aver rilevato un grave quadro clinico e strumentale di shock caratterizzato da valori allarmanti di bassa pressione, ha prontamente iniziato le manovre per stabilizzare il paziente e contestualmente ha richiesto a supporto l’intervento dell’elisoccorso. Sul posto è giunto in breve tempo l’elicottero di Bologna il cui team ha proseguito insieme all’equipe infermieristica le manovre per poi trasportare il paziente presso il Pronto Soccorso di Baggiovara in codice di massima gravità. In questa situazione a lieto fine si può evincere come il sinergico lavoro di squadra, partendo dal territorio con le manovre rianimatorie e di stabilizzazione del paziente per poi proseguire in ospedale, che vede mettere in campo la grande professionalità di tutte le figure mediche, infermieristiche e tecniche coinvolte rappresenta la carta vincente per raggiungere il risultato”.

Il medico rianimatore – ha aggiunto la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore della Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile – è intervenuto in Pronto Soccorso su un quadro severo di emorragia interna causato da una rara patologia vascolare. La condizione clinica, da subito estremamente critica e refrattaria ai trattamenti rianimatori, è deteriorata rapidamente fino all’arresto cardiaco. Pertanto, è stata attuata in Pronto Soccorso una manovra salvavita per arrestare l’emorragia, attraverso l’inserimento di un particolare device in aorta toracica. Questa procedura ha consentito la ripresa dell’attività cardiocircolatoria e di conseguenza la possibilità di condurre il paziente in sala operatoria dove l’operato del medico anestesista, attraverso una complessa e attenta gestione delle funzioni vitali con strumentazioni specifiche, è stata fondamentale per la sopravvivenza del paziente e la riuscita del delicato intervento di riparazione del vaso. Dopo l’intervento il paziente è stato ricoverato in Terapia Intensiva, in condizioni critiche, dove ha necessitato di trattamenti intensivi avanzati e complessi, sostegno farmacologico del circolo, supporto respiratorio, sostituzione della funzione renale, che hanno progressivamente portato alla stabilizzazione del quadro clinico e al recupero delle funzioni d’organo compromesse”.

Come Radiologia – ha concluso il dottor Antonio Zagnoli, Direttore pro-tempore della Radiologia dell’Ospedale di Baggiovara – abbiamo partecipato al percorso diagnostico mediante TC identificando la sede dell’emorragia interna, pronti ad intervenire con l’equipe della radiologia interventistica all’arrivo del paziente ed eravamo pronti a intervenire per correggere l’emorragia interna. Quando il paziente è andato in arresto cardiaco, però, è stato necessario portarlo in sala operatoria e a quel punto è stato preso in carico dai colleghi Chirurghi Vascolari. Questa capacità di adattare l’intervento alla condizione clinica è una caratteristica importante del Team”.

Il paziente, giunto in Pronto soccorso per un dolore addominale – spiega il prof. Roberto Silingardi, Direttore della Chirurgia Vascolare – ha da subito presentato un quadro clinico gravissimo, sul quale siamo intervenuti in piena collaborazione con l’equipe del Servizio di Anestesia e Rianimazione”. Dal Pronto Soccorso il paziente è stato immediatamente trasferito in Sala Operatoria Ibrida. “Il trattamento chirurgico tradizionale per questa rara e pericolosa patologia è molto invasivo e gravato da un alto tasso di complicanze, compresa la possibilità di morte intra-operatoria del paziente – spiega il dott. Stefano Gennai, Chirurgo Vascolare che in prima persona ha condotto l’intervento.  “In questi casi, con un’emorragia massiva in atto e parametri vitali fortemente instabili, la tecnica endovascolare, minimamente invasiva, permette di eseguire interventi molto complessi, in tempi rapidi e minimizzando i rischi, già altissimi in condizioni di emergenza, per il paziente”.  La Chirurgia Vascolare dell’Ospedale Civile di Baggiovara rappresenta il centro di riferimento per la provincia di Modena, e non solo, per il trattamento delle patologie aortiche complesse e per la tecnica di chirurgia endovascolare. “Il caso appena citato è stato esempio di un’ottima ed efficiente collaborazione tra professionisti – continua Silingardi- fondamentale nella gestione di emergenze e casi complessi ed essenziale per garantire il massimo dell’assistenza ai pazienti. Nell’ottica di una Medicina e di una Chirurgia sempre più specialistiche, l’integrazione di diverse competenze è imprescindibile e preziosa”.

In questo caso è stata fondamentale la convergenza di tutti i professionisti già in Pronto Soccorso, all’arrivo del paziente le cui condizioni apparivano subito critiche senza la possibilità di un’anamnesi accurata data la barriera linguistica – riferisce la dott.ssa Fouzia Mecheri, chirurgo della UOC di Chirurgia d’Urgenza e Nuove tecnologie (diretta dalla dott.ssa Micaela Piccoli) che veniva interpellata insieme al chirurgo vascolare e all’anestesista. Come un’orchestra i vari professionisti si sono succeduti sul paziente: prima il chirurgo vascolare a controllare per via endovascolare l’emorragia. “Una volta stabilizzato il paziente in terapia intensiva, a distanza di alcune ore sempre la dott.ssa Mecheri ha sottoposto il paziente ad una vera e propria esplorazione chirurgica addominale per valutare la presenza di una ischemia (infarto) intestinale, del resto inevitabile dopo il trattamento vascolare che ha previsto la necessaria chiusura di un vaso deputato alla vascolarizzazione di gran parte dell’intestino” continua la dott.ssa Piccoli. E’ stata necessaria” afferma la dott.ssa Mecheriuna resezione ileale (circa 1 metro) e la rimozione di una parte del colon col posizionamento prima di una medicazione in grado di fornire una chiusura addominale temporanea, studiata per rimuovere i fluidi dalla cavità addominale e consentire un secondo intervento a distanza di alcuni giorni che veniva eseguito dal dott. Giancarlo Abati, per verificare la buona vascolarizzazione del resto dell’ileo, il confezionamento di una ileostomia temporanea e la chiusura dell’addome”. Fra alcuni mesi il paziente potrà essere ricanalizzato chiudendo la Stomia. “Una storia a lieto fine, di quelle che ci rendono orgogliosi di fare il nostro lavoro”. Ha concluso Micaela Piccoli.

 

















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