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Bologna: bando per gli immobili pubblici alle associazioni culturali

Il Settore Cultura e rapporti con l’Università del Comune di Bologna mette a disposizione di tre associazioni radicate sul territorio e in grado di
realizzare attività culturali originali, di qualità e rilevanza artistica, uno spazio in cui realizzare i propri progetti.

H. Blumaverde, La città invisibile e Ondanomala, che avevano presentato congiuntamente domanda al bando per l’assegnazione di immobili riservato
alle associazioni culturali, si sono aggiudicate lo spazio di Via Santa Caterina 63/2 per 4 anni rinnovabili. E’ il medesimo bando che ha permesso
a Zimmerfrei, Teatro Reon, Pérsefone e Chièdiscena, di insediarsi, la
scorsa estate, in tre locali nella Manifattura della Arti.
Grazie all’assegnazione di questo spazio, prende corpo in via S. Caterina
la collaborazione di queste tre associazioni che operano a Bologna dal 2001 e la cui esperienza nasce nella metà degli anni novanta, a partire da un comune percorso formativo all’interno del laboratorio universitario di Istituzioni di Regia condotto dal compianto prof. Arnaldo Picchi, in cui la teoria teatrale e l’operatività si sono sempre mosse di pari passo. Queste
premesse spingono oggi gli allievi di un tempo, raccolti in tre associazioni culturali, ognuna dotata di specifica personalità, ad unire
gli sforzi affinché non venga meno una tradizione che è sempre stata ispirata alla innovazione e alla ricerca, a partire da basi etiche fortemente condivise. Attraverso l’unione di queste singole identità e la conquista di uno spazio comune di lavoro, produzione e promozione, le tre associazioni intendono ora stabilire un più proficuo, solido e vivace
rapporto con l’Università, i Laboratori Dams, la Manifattura delle Arti, il tessuto culturale della città.

H.Blumaverde. E’ lo pseudonimo di una collezione d’autori, costituitisi in forma associativa nel luglio del 2002. I suoi componenti hanno avuto modo di lavorare insieme a partire dal 1995
all’interno del Laboratorio di Istituzioni di Regia dell’Università di Bologna. Il primo progetto teatrale in forma autonoma risale all’inverno 1999. Oggi il lavoro di H. Blumaverde affianca alla produzione artistica la
collaborazione a progetti esterni. H.Blumaverde concentra la sua ricerca nella relazione tra scena e immagine, sviluppando drammaturgie spaziali e visive che impiegano la performance,
l’installazione, la proiezione, il suono, il web, come strumenti privilegiati di comunicazione. Oltre a conservare gelosamente un costante spirito critico, ogni progetto
persegue l’interazione dei linguaggi e delle percezioni nello stretto rapporto tra tecnica e tecnologia; le singole competenze e professionalità
sono la ricchezza che permette al gruppo di guardare a nuove forme di comunicazione nell’ottica di una completa sinergia delle discipline.
Le ultime collaborazioni riguardano principalmente l’organizzazione e produzione di eventi e rassegne per lo spettacolo, la scenografia in proiezione per il teatro e l’opera lirica, la documentazione di eventi artistici e la progettazione di grafica promozionale.
L’ultimo progetto Cromacity è stato prodotto dalla Fondazione Fabbrica Europa di Firenze, con cui H. Blumaverde collabora stabilmente dal 2003.

La Città invisibile.
La Città Invisibile opera dal 1999 a Bologna e in tutta Italia attraverso iniziative legate alla promozione di una teatralità intesa come cultura,
spettacolo, interazione sociale, strumento di educazione e reinserimento. Contemporaneamente ai percorsi più ‘visibili’, le ricerche sull’evoluzione del linguaggio teatrale, musicale e cinematografico nei termini di
allestimento, performance, installazione, partecipazione e organizzazione di festival, la ricerca teatrale ha portato l’associazione nei territori dell’‘invisibilità’. L’associazione ha così maturato, tra i suoi scopi, quello di stabilire un contatto ravvicinato con la città e i cittadini, le
maggioranze e insieme le minoranze. Si è aperto un ampio panorama di attività laboratoriali in cui il teatro ha assunto il ruolo di tramite tra la realtà cittadina dominante e altre realtà, apparentemente distanti e
silenziose: la tossicodipendenza, l’adolescenza, il carcere. Alcuni dei membri dell’ associazone hanno inoltre sviluppato un proficuo
rapporto con l’Università di Bologna e in particolare la sezione teatro del Dams, ove curano laboratori di regia e di recitazione.

Ondanomala.
Ondanomala, nata nel 2001, si impegna in progetti che sposino la cultura con il sociale, indirizzando il proprio lavoro verso il teatro del suono, realizzando sceneggiati radiofonici e testi teatrali adattati e registrati per il solo ascolto da donare al Centro Nazionale del Libro Parlato e
all’Istituto Cavazza di Bologna. Alla grande soddisfazione per la riuscita di questi progetti si è aggiunta quella ancor più grande della messa in onda su Radio3 Rai di cinque di queste opere.
L’amore per questa forma d’arte ha ampliato gli orizzonti di ricerca e sperimentazione arrivando alla realizzazione di performance di lettura al buio con musica dal vivo e rumori di fondo per creare una vera e propria
ambientazione al fine di avvolgere e catturare i presenti in un vortice di emozioni.
Altri campi artistici interessano Ondanomala, come la produzione di cortometraggi, dove viene privilegiato il genere commedia, e di documentari dal forte impegno sociale, come il film inchiesta sulla tragedia dell’Istituto Salvemini, distribuito nelle librerie.
L’ultimo progetto realizzato è A VIVA VOCE – Il teatro da ascoltare prodotto con il contributo di Fondazione Carisbo, Confindustria Bologna e
Quartiere Santo Stefano. Ondanomala è attualmente impegnata nella realizzazione di un documentario su “Radio Oltre”, la neonata web radio dell’Istituto Cavazza gestita
interamente da persone non vedenti.

















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