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Sarà intitolata a Nilde Iotti la sala del Consiglio comunale di Albinea

L’amministrazione di Albinea intitolerà la sala del Consiglio comunale a Nilde Iotti. La cerimonia si svolgerà nella stessa sala mercoledì 31 maggio, alle ore 18. Saranno presenti il sindaco Nico Giberti, la presidente della fondazione Nilde Iotti, Livia Turco, e Antonella Incerti, membro del Cda della stessa fondazione.

Verrà scoperta una targa che sarà collocata all’ingresso.

Al termine della cerimonia si terrà il bellissimo e suggestivo reading “Nilde e Noi” a cura di Laura Pazzaglia e con il coordinamento artistico di Maria A. Listur.

 

CHI ERA NILDE IOTTI

Leonilde Iotti detta Nilde è stata la prima donna a ricoprire la terza più alta carica dello Stato come Presidente della Camera dei Deputati, ma il primato per cui è conosciuta ancora oggi è quello di essere stata deputata ininterrottamente dalla prima alla tredicesima legislatura.

Figlia di Egidio Iotti, ferroviere socialista, e Alberta Vezzani, casalinga, cresce tra Reggio e Cavriago dove è costretta a rifugiarsi durante la guerra. Il padre viene allontanato dal lavoro per il suo impegno nel sindacato e dopo la sua morte Nilde riceve una borsa di studio che le permette di iscriversi all’Università Cattolica di Milano, ricordando le parole di suo padre “meglio preta che fascista”. Si laurea in Lettere nell’ottobre 1942 e inizia a insegnare in un istituto tecnico reggiano.

Nell’Italia del nord c’è la Resistenza e molte bande partigiane lottano contro i nazifascisti. Nilde Iotti viene in contatto con la parte comunista e nel 1943 inizia a collaborare con loro, diventa staffetta partigiana e porta volantini, viveri, medicine e calze di lana con la sua bicicletta. Partecipa attivamente alla lotta di Liberazione attraverso i Gruppi di difesa della donna e nel 1945 l’UDI (Unione Donne Italiane) le affida l’incarico di indagare sulle condizioni delle famiglie più bisognose. Quello sarà l’inizio della sua lunga attività politica. Il 31 marzo 1946 viene eletta nel consiglio comunale di Reggio Emilia e a ventisei anni nel giugno 1946 entra nel palazzo di Montecitorio insieme ad altre ventuno deputate, prime donne elette nel nuovo Parlamento italiano. Ottiene 15.936 voti nella XIV circoscrizione di Parma, Modena, Piacenza e Reggio Emilia.

Gli anni di lavoro all’Assemblea Costituente sono per lei una grande scuola politica, la prova della sua passione e anche la nascita di un grande amore, quello per il leader del PCI Palmiro Togliatti, sposato con la comunista Rita Montagnana e dalla quale ebbe un figlio di nome Aldo. La loro relazione le procura molte inimicizie e difficoltà a causa della rigida morale comunista e della diffidenza di molti compagni. Il 20 luglio il suo nome insieme a quelli di Angela Gotelli, Maria Federici, Teresa Noce e Lina Merlin viene scelto dalla Commissione dei settantacinque per redigere la Carta costituzionale. La sua relazione sulla famiglia resta attuale ancora oggi e ha contribuito a scrivere gli articoli 29-30-31 della nostra Costituzione. Le lettere d’amore che Nilde e Palmiro si scambiano in quei mesi (dal 5 agosto 1946 al 26 agosto 1947) raccontano di due innamorati che soffrono la lontananza e si dedicano frasi bellissime.

Gli anni Cinquanta e Sessanta sono difficili, si sente esclusa e messa ai margini nel partito, ma Nilde non si rassegna, continua a lavorare dentro e fuori dal Parlamento e propone una pensione per le casalinghe mai approvata. Alla fine di questo triste momento della sua vita politica, Nilde Iotti viene rieletta deputata con incarichi importanti nel Comitato Centrale, nella segreteria nazionale dell’UDI e nel comitato federale di Reggio. Con la morte di Togliatti a Yalta nel 1964 la vita di Nilde è destinata a mutare in peggio per la sua vita personale e in meglio per quella lavorativa. Sono gli anni del movimento femminista, della contestazione studentesca e dei mutamenti sociali, si fa fautrice di molte battaglie come la legge sul divorzio (1970), la riforma del nuovo diritto di famiglia (1975) che promuove la parità giuridica e morale dei coniugi e l’equiparazione tra figli legittimi e illegittimi e infine l’interruzione volontaria di gravidanza (1978).

Il 20 giugno 1979 viene incoronata “regina” di Montecitorio al 1° scrutinio con 433 voti e inizia il mandato ancora oggi rimasto imbattuto di Presidente della Camera per tredici anni rieletta poi nel 1983 e 1987. Sono gli anni di piombo, costellati da violenza, paura e terrorismo nei quali lei mette al centro il ruolo pluralistico del Parlamento e difende le istituzioni democratiche. Iotti è stata un Presidente (al maschile come voleva lei) super partes, attenta alle minoranze e a garantire la massima rappresentanza a tutte le parti, elegante nell’abbigliamento e severa nell’aspetto, Nilde Iotti è stata la prima comunista a ricevere un mandato esplorativo e ha rinunciato alla nomina di senatrice a vita propostale dal Presidente della Repubblica Cossiga. Amica con la democristiana Tina Anselmi negli anni Ottanta le affida l’incarico di presiedere la commissione d’inchiesta sulla loggia massonica P2 e si impegna sul fronte delle riforme istituzionali e della riforma del Regolamento della Camera contro il voto segreto e contingentando i tempi per ridurre l’ostruzionismo dei radicali in aula.

Convinta europeista (fu deputata del Parlamento europeo dal 1969 al 1979), Nilde Iotti è stata una donna forte, coraggiosa e tenace che ha fatto delle scelte a volte anche in controtendenza con il suo stesso partito. Nel 1992 per lei si apre la corsa al Quirinale, ma i tempi non erano forse ancora maturi e al nono scrutinio il PDS abbandona la sua candidatura.

 

















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