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Sviluppo sostenibile: l’Università di Bologna prima in Italia per il quinto anno consecutivo

L’Università di Bologna si conferma per il quinto anno consecutivo al primo posto in Italia nel Times Higher Education Impact Rankings, la classifica che valuta l’impatto degli atenei sul tessuto sociale e il loro impegno per lo sviluppo sostenibile. Guardando ai paesi dell’Unione Europea, l’Alma Mater passa dal terzo al secondo posto, preceduta soltanto dall’Università di Aalborg (Danimarca).

Per ogni università partecipante, la classifica prende in considerazione le azioni intraprese e le risorse investite nel dare risposta agli Obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) proposti nell’Agenda 2030 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.

A livello mondiale, l’Alma Mater raggiunge la posizione numero 23, scalando 14 posti rispetto all’anno scorso (quando era 37esima), a fronte un forte aumento degli atenei presenti in classifica (+187 rispetto all’edizione 2022).

Non solo: l’Università di Bologna risulta il 2° ateneo al mondo per Eguaglianza di genere (SDG 5), l’obiettivo che valuta l’attenzione alle politiche volte a superare le disuguaglianze di genere, guadagnando 11 posizioni rispetto allo scorso anno.

Sempre guardando al dettaglio dei singoli indicatori, spiccano anche altri piazzamenti particolarmente rilevanti. Innanzitutto, il 14° posto al mondo per l’obiettivo Ridurre l’ineguaglianza all’interno di e fra le Nazioni (SDG 10), che misura le azioni legate al miglioramento delle condizioni lavorative e alla redistribuzione delle risorse. E il 16° posto per l’obiettivo Imprese, innovazione e infrastrutture (SDG 9), dedicato costruzione di infrastrutture resilienti e alla promozione di un’industrializzazione equa, responsabile e sostenibile. Da segnalare anche l’obiettivo Lavoro Dignitoso e Crescita Economica (SDG 8), dove l’Alma Mater guadagna 29 posizioni rispetto all’anno scorso e arriva al 47° posto a livello mondiale.

«È un risultato che ci rallegra e ci lusinga in modo particolare», ha commentato il Rettore Giovanni Molari, «perché riconosce l’impegno e i risultati dell’Ateneo in uno dei campi che più ci sta a cuore: l’impatto sociale, ovvero le ricadute positive del nostro lavoro sulla società in cui e per cui operiamo, e il nostro contributo al bene collettivo e alla creazione di valore pubblico. Questi sono alcuni degli assi del nostro Piano Strategico, che invita ogni membro dell’Alma Mater a riflettere con responsabilità e consapevolezza sull’impatto sociale del suo lavoro. In particolare, la seconda posizione mondiale su un obiettivo capitale come l’Uguaglianza di genere ci riempie di soddisfazione e premia un impegno pluriennale che abbiamo ulteriormente e decisamente intensificato in questi ultimi due anni. Come di fronte a ogni altro ranking, ritengo che questi riconoscimenti siano innanzitutto incitazioni a fare sempre di più e sempre meglio. Ringrazio tutte le colleghe e tutti i colleghi che hanno reso possibili questi risultati e che ci permetteranno di ambire obiettivi sempre più coraggiosi, nel segno dell’uguaglianza, dell’inclusione e della sostenibilità».

 

















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