“Se ne è andato uno dei figli più illustri della nostro territori provinciale”. Con queste parole la presidente della Provincia di Bologna, Beatrice Draghetti, ha commentato la scomparsa di Enzo Biagi, decano del giornalismo italiano, nato 87 anni fa a Pianaccio, frazione di Lizzano in Belvedere, sull’Appennino bolognese.
La Presidente ha inviato un telegramma alle figlie Carla e Bice per esprimere “le più sentite condoglianze di tutta l’amministrazione
provinciale per la scomparsa di uno dei più grandi giornalisti italiani, osservatore attento e cronista critico del nostro tempo, punto di riferimento che ha aiutato tante generazioni a comprendere la storia e i cambiamenti del mondo e della nostra società”.
Il messaggio di cordoglio del sindaco di Bologna Sergio Cofferati:
“Ho avuto la fortuna e il privilegio di conoscerlo, di avere ascoltato e fatto tesoro dei suoi preziosi consigli e suggerimenti. Il suo pensiero, le sue parole, la sua tenacia, la sua ironia, la sua libertà di pensiero mancheranno non solo a me ma a tutta la città, a quella Bologna libera in cui entrò con le truppe polacche nel 1945, a cui annunciò la fine della guerra dai microfoni della Pwb e che ha sempre considerato la
sua casa.
Biagi è stato uomo della libertà; libertà per la quale ha lottato e pagato anche personalmente, nel corso di tutta la sua vita umana e professionale.
Allontanato dal Carlino per aver aderito al Manifesto di Stoccolma, dall’Europeo per aver criticato il governo Tambroni, dalla Rai per le sue
opinioni critiche nei confronti del governo Berlusconi, Enzo Biagi resterà un esempio di quella mite resistenza che ogni uomo libero deve opporre all’autoritarismo, al conformismo, alle “nebbie politiche” che offuscano il pensiero e il giudizio.
Enzo Biagi in un’intervista disse: “Ho sempre sognato di fare il giornalista, lo scrissi anche in un tema alle medie: lo immaginavo come un “vendicatore” capace di riparare torti e ingiustizie. Ero convinto che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo”. Il suo sogno si è realizzato. Non è mai stato un vendicatore, ma un maestro di vita e il suo
sogno ha permesso a tutti noi di conoscere un poco di più il nostro difficile e turbolento mondo”.
Il presidente Errani invia un messaggio alla famiglia di Enzo Biagi:
“I cittadini di questo Paese e dell’Emilia-Romagna – dice Errani – sanno che con Biagi scompare un protagonista essenziale del nostro migliore giornalismo: quello del rigore, della serietà, della tensione etica, della qualità. Il giornalismo che non grida, che non si sottomette. Che considera un proprio dovere l’indagine e la critica, che si nutre di libertà e di cultura, aiutando a conoscere e capire i fatti della nostra epoca. Un giornalismo al tempo stesso popolare e di qualità. L’affetto e la stima con cui gli italiani lo hanno seguito in tutti questi anni sono la dimostrazione più genuina della sue straordinarie qualità umane e professionali. Per questo è giusto parlare di una grande perdita per il Paese. L’Emilia-Romagna, terra natale che tanto amava e che gli sarà sempre riconoscente, lo saluta con commozione e gratitudine”.
Domani il presidente Errani si recherà alla camera ardente che è stata allestita nella clinica Capitanio di Milano.