Scippi, rapine, furti e omicidi. Sono problemi che interessano, in maniera più o meno simile, la maggior parte delle città italiane, come evidenzia la classifica pubblicata ieri dal Sole 24 Ore, che tiene conto delle denunce presentate alle forze dell’ordine dai cittadini nel 2006. Le province emiliano-romagnole, non sono esenti dall’aumento del numero di episodi malavitosi in alcune aree finora considerate meno pericolose rispetto ad altre, e dall’intensificarsi della percezione di insicurezza sempre più presente tra i cittadini e gli operatori economici.
Di fronte ad una situazione di questo tipo è inutile, secondo Confesercenti Modena, fermarsi a valutare chi sta peggio e chi sta meglio, perché il problema è trasversale, pur con accezioni particolari a seconda del territorio di riferimento. Occorre invece continuare a promuovere iniziative sul territorio volte alla prevenzione di fenomeni criminali e mettere in pratica le azioni già discusse e sottoscritte, come quelle contenute nel “patto sulla sicurezza” dei mesi scorsi.
«Quello della sicurezza è un problema nazionale. Davanti all’incremento di episodi criminali e alla crescita del senso di insicurezza da parte dei cittadini – commenta il presidente di Confesercenti Area Modena, Massimo Silingardi – ogni territorio, attraverso i suoi amministratori, con la collaborazione di tutti i soggetti interessati presenti sul territorio, deve dare la disponibilità a trovare e a mettere in pratica soluzioni efficaci».
Segnali postivi non sono mancati: a luglio la firma del “Patto per Modena città sicura” e ora, a livello nazionale, il pacchetto di misure anticrimine varato mercoledì scorso dal Consiglio dei ministri. In entrambi i casi si tratta di un passo avanti nella lotta alla criminalità.
«Il protocollo firmato l’estate scorsa – continua Silingardi – è un esempio concreto dell’impegno comune per tentare di rendere sempre più sicura la nostra provincia. Va però sottolineato con una certa apprensione che il “patto” che presenta interessanti elementi di novità, stenta a trovare applicazione piena, in particolare con riferimento all’incremento dell’organico delle forze dell’ordine. Il mancato arrivo dei 25 nuovi agenti previsti nell’accordo rischia di vanificare parte dei contenuti del patto, a partire dal rafforzamento del presidio del territorio che, inevitabilmente, sarebbe molto difficile da attuare. Come associazione di commercianti, tra le categorie più esposte a fatti criminosi, cogliamo infine l’occasione per riproporre di dotare di nuove risorse il fondo per la sicurezza che nella nostra provincia, grazie ad una scelta avveduta, già da alcuni anni è attivo».