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Forze di lavoro e genere: in città metropolitana cresce l’occupazione femminile, ma lo scarto con gli uomini è ancora importante

Oltre 18 mila imprese guidate da donne. E le amministratrici sono di più che nel resto d’Italia

Copyright e Autore immagine: Roberto Brancolini

L’occupazione nel territorio metropolitano bolognese è più favorevole rispetto all’ambito regionale e soprattutto nazionale, per entrambi i generi. Nel 2022 sono 469.000 gli occupati nel complesso, con un tasso di occupazione 15-64 anni pari al 71,6% nell’ambito metropolitano, rispetto al 69,7% regionale e al 60,1% nazionale. L’analisi per genere evidenzia comunque un importante scarto tra i due sessi, pari a 10,2%, anche se in diminuzione di circa un punto rispetto all’anno precedente.

Questa la fotografia scattata del Servizio studi e statistica della Città metropolitana di Bologna nel report “Misure di Genere 2023” e nell’aggiornamento “Misure di genere – forze lavoro”, che rielabora i dati Istat 2022, con focus particolare su “Forze di lavoro e genere”. Il report è stato illustrato questa mattina in occasione della terza giornata di lavori del programma “La grande disuguaglianza”, promosso dal Piano per l’Uguaglianza per raccontare il primo anno di lavoro.

Nel dettaglio il tasso di occupazione femminile è pari al 66,5% (+2,4 punti percentuali rispetto al 2021), quello maschile raggiunge il 76,7% (+1% rispetto all’anno precedente), dati che evidenziano come sia stata la componente femminile a contribuire maggiormente alla riduzione delle distanze tra i generi, che si assesta al 10,2%. Nel contesto regionale la differenza tra generi è di 12,6 punti percentuali, che raggiunge i 18,1 punti in Italia.

Le persone disoccupate tra i 15 ed i 74 anni sono 18.000, con corrispondente tasso di disoccupazione pari al 3,6%, contrapposto al 5% e 8,1% rispettivamente della regione e dell’Italia. Nell’ultimo anno, nel territorio bolognese, oltre ad aver registrato un’importante contrazione, si è impressa una forte riduzione della differenza tra generi, che da 2,7 punti percentuali passa a 0,7, per effetto della riduzione della disoccupazione femminile dal 6% al 4% in quanto quella maschile è stabile al 3,3%. Riduzione della disoccupazione anche in ambito regionale e nel territorio nazionale: il comportamento regionale tra i generi è simile a quello del nostro territorio, anche se il tasso di disoccupazione femminile in regione è superiore (6,2%) e in Italia arriva al 9,4%.

Concentrandoci sul tasso di disoccupazione per classi d’età specifiche, la 25-34 anni e la over 50, si evidenzia una situazione di netto miglioramento rispetto alle criticità evidenziate nell’anno precedente: il gap femminile della classe 25-34 anni passa dal +4,8% a -2,7%; il tasso maschile aumenta al 5,6% registrando un peggioramento di 1,8 punti percentuali rispetto al 2021, il tasso femminile diminuisce portandosi al 2,9%. Anche per la classe over 50 la disoccupazione femminile migliora notevolmente a fronte di una stabilità del tasso maschile.

Con riferimento all’imprenditoria, la città metropolitana registra 18.148 imprese femminili, percentualmente pari al 21,5%, con una variazione dal 2021 al 2022 modesta, ma positiva e pari allo 0,08%. La sanità e l’assistenza sociale sono i principali settori di attività che mostrano anche un trend crescente nell’ultimo anno, oltre che negli otto anni precedenti.

Analizzando i dati sulle cariche elettive per genere, emerge che nelle amministrazioni comunali del territorio metropolitano, l’assessora è la figura che presenta una maggiore equità nella distribuzione di genere, con il 47% di donne presenti. Tra le cariche di sindaco/a e consigliere/a, le percentuali femminili sono rispettivamente del 22% e del 40%.

Le presenze femminili sono in linea con quelle delle amministrazioni comunali della regione Emilia-Romagna. Se confrontiamo questi dati con le percentuali femminili calcolate per le amministrazioni comunali di tutto il territorio nazionale, si nota una differenza di circa il 6% a favore delle amministrazioni comunali bolognesi, equamente diffusa in tutte le cariche.

“Il lavoro è la nostra priorità, perché senza lavoro non c’è uguaglianza, parità ed equità. I dati sono buoni, ma ci invitano a fare meglio e per questo guardiamo con attenzione a un’alleanza con le imprese e le parti sociali, perché la sfida dell’uguaglianza sia una sfida comune – ha commentato Simona Lembi, Responsabile del Piano per l’Uguaglianza della Città metropolitana di Bologna – Un Paese più moderno, giusto ed equo, in cui donne e uomini hanno davvero le stesse opportunità, è un Paese che valorizza veramente le competenze in ciascun settore. Questo non solo per riconoscere alle donne gli anni di studio o per permettere alle donne di non accettare vite familiari umilianti rendendole libere dalla dipendenza economica, ma anche perché avere ruoli ricoperti da persone competenti, donne o uomini che siano, significa essere un Paese competitivo, anche economicamente. Essere un Paese economicamente forte permette di avere una forza maggiore di contrattazione a tutti i livelli, anche nel gestire le difficili controversie che spesso accadono e che spesso coinvolgono le donne, come ad esempio i casi Yoox e Saga Coffee”.

Il rapporto “Misure di Genere 2023” è disponibile sul sito web: http://inumeridibolognametropolitana.it/studi-e-ricerche/misure-di-genere-edizione-2023

















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