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Bentornato Patrick! L’abbraccio dell’Università di Bologna

Il Rettore Molari: “L’Università è per storia e per vocazione un luogo di libertà e di pluralismo, un luogo 'del mondo' di cui tu Patrick sei cittadino”. Patrick Zaki: “Finalmente sono qui! È bellissimo essere di nuovo nell'Università e nella Città a cui appartengo”

Patrick Zaki è tornato all’Università di Bologna. Accolto al suo rientro in Italia dal Rettore Giovanni Molari e dalla professoressa Rita Monticelli, Patrick è arrivato questa sera nel Rettorato dall’Alma Mater dove gli è stata consegnata la pergamena di laurea del Master Erasmus Mundus GEMMA – Women’s and Gender Studies.

“Sono stati tre anni difficili a tratti drammatici – ha detto il Rettore Giovanni Molari – ma ora è il momento della festa. Ci è sembrato doveroso che la prima tappa del ritorno di Patrick in Italia fosse l’Università. Perché l’Università è per storia e per vocazione un luogo di libertà e di pluralismo, un luogo ‘del mondo’ di cui tu Patrick sei cittadino, un luogo al di là e al di sopra delle parti.

Questi tre anni ci hanno lasciato tanti insegnamenti che portiamo con noi. La comunità dell’Alma Mater è forte e coesa, ha saputo reagire con forza, manifestando ogni volta che è stato necessario. Non a caso la difesa dei diritti della persona è nelle prime righe del nostro Statuto. Abbiamo imparato da te, Patrick, che bisogna resistere perché la tua tenacia è stata fondamentale. Abbiamo dimostrato che si possono difendere i diritti della persona attraverso una mobilitazione spontanea e costante che ci ha permesso di arrivare fino a questo momento.

Un pensiero doveroso a chi ancora lotta e combatte, da Ahmad Reza Jalali, ricercatore dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale, oggi in carcere in Iran, ai familiari di Giulio Regeni che ancora aspettano risposte sulla morte di loro figlio, e tanti altri che lottano ogni giorno per la libertà di parola e di espressione nei loro paesi”.

Il Rettore ha quindi ringraziato Rita Monticelli e tutta la comunità dell’Alma Mater, il Sindaco Lepore e la cittadinanza di Bologna, Amnesty International, che si è sempre battuta per richiedere la scarcerazione di Patrick, il Presidente del Consiglio e tutto il governo che ha supportato e favorito la sua liberazione prima e la grazia poi, e l’ambasciatore Quaroni, che è stato un importante punto di riferimento in tutti questi anni.

“Ti auguro, Patrick, che tu possa vivere una vita serena e libera, senza farti tirare per la giacchetta da nessuno, ma scegliendo quello che ritieni opportuno per te. La visibilità e l’autorevolezza di cui godi adesso è anche una grande responsabilità. La tua forza è stata e resterà sempre l’indipendenza: mantienila sempre, questo è il nostro augurio”.

Il Rettore Molari ha quindi consegnato a Patrick la pergamena di laurea: “Con questa laurea – ha detto – tu sei diventato un dottore dell’Alma Mater e un membro permanente della nostra comunità. È un piacere consegnartela qui, oggi, come pegno di pensiero libero e autonomo, come simbolo di uno studio che sia soprattutto impegno a migliorare il mondo”.

Ha preso quindi la parola la professoressa Rita Monticelli. “Il primo giorno in cui ho incontrato Patrick nel 2019 – ha detto – abbiamo cominciato un corso sull’utopia, e abbiamo sempre detto che l’utopia è realizzabile. Una delle caratteristiche delle utopie e delle distopie, anche le peggiori, è sempre la speranza. Noi non l’abbiamo mai persa e oggi siamo qui a festeggiare Patrick”.

Finalmente sono qui!”, ha esordito Patrick Zaki. “È un sogno che si avvera dopo tutti questi anni. Penso non ci siano parole in nessuna lingua che possano descrivere come mi sento oggi. È una sensazione bellissima essere di nuovo nell’Università e nella Città a cui appartengo.

Mi sembra incredibile che quando sono arrivato qui per la prima volta, quattro anni fa, non conoscevo nessuno, mentre oggi tutti sono qui ad aspettarmi. Ho aspettato tanto questo momento, è fantastico essere qui di nuovo a Bologna che è casa per me.

Il sostegno che ho ricevuto in tutti questi anni non può essere descritto a parole. Voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno aiutato in questi anni dall’Egitto e dall’Italia: amici, colleghi, ONG, Amnesty, membri dell’accademia e della società civile e tutti coloro che si sono impegnati nelle istituzioni italiane, fino al Presidente del Consiglio”.

Il ritorno di Patrick a Bologna segna la fine di un’attesa durata quasi tre anni e mezzo, accompagnata da un sentimento di profonda e costante preoccupazione e da molti momenti di angoscia. Lunghi mesi durante i quali la grande comunità dell’Università, insieme a tutta la città di Bologna e a tante associazioni e organizzazioni, non hanno mai smesso di far sentire a Patrick la loro vicinanza, tenendo sempre alta l’attenzione sulla sua vicenda e sempre accesa la luce della speranza.

Patrick Zaki è stato arrestato all’aeroporto del Cairo il 7 febbraio 2020. All’epoca era da pochi mesi iscritto al Master Erasmus Mundus GEMMA – Women’s and Gender Studies: stava rientrando in Egitto per un periodo di vacanza, dopo il quale sarebbe dovuto tornare a Bologna per proseguire gli studi.

Dopo quel giorno ha invece passato 22 mesi in carcere, durante i quali sono state pochissime le occasioni di contatto con il mondo esterno. Solo dopo la fine del periodo di detenzione preventiva, l’8 dicembre 2021, ha potuto riprendere gli studi. Benché non gli sia stato concesso di lasciare l’Egitto, ha continuato a studiare grazie alla didattica online. Ha così potuto terminare gli esami e preparare la tesi, che ha discusso con successo lo scorso 5 luglio in collegamento dal Cairo.

Allo stesso tempo, la sua vicenda giudiziaria è proseguita, con una serie di udienze e di rinvii che è a lungo sembrata interminabile. Solo pochi giorni fa questa vicenda carica di momenti durissimi e angosciosi ha finalmente trovato una felice conclusione.

Subito, la volontà di Patrick Zaki è stata quella di tornare in Italia, nella sua Bologna e nella sua Università. La consegna della pergamena di laurea corona il suo travagliato percorso di studi ed è la prima occasione per Patrick di ritrovare la sua comunità. In attesa della grande festa di saluto in Piazza Maggiore programmata, d’intesa con il Comune di Bologna, per domenica 30 luglio alle ore 20.

 

















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